Barbagallo: la Cgil non indirà lo sciopero finora ho sentito parlare solo di mobilitazione

Barbagallo: la Cgil non indirà lo sciopero finora ho sentito parlare solo di mobilitazione
di Francesco Pacifico
Martedì 21 Novembre 2017, 08:30
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Segretario Carmelo Barbagallo, la Uil, oltre che con il governo, dovrà mediare sulle pensioni anche con la Camusso e la Furlan?
«Quando qualcuno mi ha chiesto se ci separavamo, gli ho detto che nessuno ha chiesto il divorzio. Io sono per restare uniti anche nella diversità delle valutazioni».
Ma chi ha ragione: la Furlan che dice che è stato scardinato lo schema della Fornero o la Camusso, convinta che la vera battaglia è sull’età di ritiro a 67 anni?
«Tutte e due esagerano. Io dico che abbiamo fatto l’una e l’altra cosa. Con la flessibilità dell’Ape abbiamo già scardinato la rigidità della Fornero. Con l’introduzione dei lavori gravosi abbiamo fatto il primo intervento sull’aspettativa di vita».
Lei, quindi, non farà lo sciopero generale?
«E chi ha indetto uno sciopero generale? La stessa Camusso ha parlato di mobilitazione».
Al vertice di stamani lei vuole ottenere ulteriori risultati.
«Sì, deve partire la fase tre. Per noi è fondamentale che ci sia un impegno per le future pensioni dei giovani, perché senza contribuzione figurativa nei periodi di disoccupazione i loro assegni sono a rischio. Bisogna abbassare l’età di uscita delle donne togliendo un anno per ogni figlio avuto e considerando il lavoro di cura fatto in casa. Eppoi c’è il problema delle pensioni in essere: nel 2019 si dovrà ricalcolare il tetto di uscita anche in base all’inflazione. Bene, cambiamo il paniere, mettiamoci meno pannolini e più pannoloni, perché la società invecchia. In quest’ottica si fa un passo avanti sia con le nuove regole di calcolo dell’aspettativa di vita sia con la commissione tecnico scientifica, siamo stati noi i primi a chiederla, che individuerà le categorie di lavori usuranti».
È favorevole anche lei all’innalzamento a 67 anni o spera che il Parlamento blocchi lo scatto?
«Se le Camere lo facessero, ringrazierei. Ma voglio una modifica definitiva della Fornero, non un semplice congelamento di sei mesi, in chiave elettorale».
Gentiloni dice che un accordo diverso sulle pensioni ci manderebbe gambe all’aria.
«Io so che nella prossima manovra non ci sono spazi. Detto questo, qui si ripete una grossa bugia. Gentiloni dice che il nostro sistema previdenziale non è compatibile con le nostre finanze pubbliche. È per questo che hanno fatto la Fornero».
Ed è falso?
«Sì, perché siamo l’unico Paese che calcola assieme, sul fronte del welfare, l’impatto di previdenza e assistenza sul Pil. Ci dicono che siamo fuori media europea con un valore del 15%, ma senza l’assistenza scendiamo all’11,5. In poche parole, perché la ricca Germania deve portare l’età pensionistica a 67 anni nel 2030, mentre noi ci arriviamo al 2019? Voglio dire che ci sarebbero le condizioni per una maggiore flessibilità».
Qual è la sua soluzione?
«Noi paghiamo gli errori del passato: aver proposto ai giovani lavori precari, direi socialmente utili, e allungato l’andata in pensione degli anziani. Invece dovremmo dare ai primi più occupazione stabile».
E per i lavoratori più anziani?
«Come ho detto al ministro Poletti, ma davvero un edile può salire su un’impalcatura a 70 anni? Bisogna inserire maggiore flessibilità nell’uscita dal lavoro. E L’introduzione delle esenzioni dei lavori gravanti va in questa direzione. Ma magari si può fare di più: per esempio l’edile o la maestra, a fine carriera, possono essere impegnati in mansioni meno pesanti, come curare un giardinetto».
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