Scintille tra Carlo e Tajani, poi la pace nella toilette. E niente selfie tra gli alleati. Occhi lucidi per Brunetta

Scintille tra Carlo e Tajani, poi la pace nella toilette. E niente selfie tra gli alleati. Occhi lucidi per Brunetta
di Mario Ajello inviato a Cernobbio
Lunedì 5 Settembre 2022, 01:32 - Ultimo agg. 18:59
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CERNOBBIO «Ma il selfie insieme Salvini e Meloni non se lo fanno?». Delusione sulla terrazza di Villa d’Este. Qui si sperava nel grande abbraccio anche fotografico tra i due leader del centrodestra, come promessa di concordia nel governo che probabilmente verrà (e si sa quanto l’establishment tenga alla concordia politica senza la quale il Paese annaspa), ma niente.

Matteo e Giorgia (che si copre gli occhi quando il leghista parla di sanzioni) assicurano «ci sentiamo 18 volte al giorno e non litighiamo mai» (lui) e «possiamo avere qualche differenza sui singoli temi ma la nostra visione è la stessa» (lei), stringono il Patto di Cernobbio («Matteo, non diamo troppo spettacolo»).

Potevano abbracciarsi o mangiare insieme e però lui è arrivato troppo presto, già di primo mattino, e lei troppo tardi come le dive: a ridosso della tavola rotonda dei leader all’ora di pranzo.

E quello che i media aspettavano ghiottamente (il bacio tra i due o il vicendevole e plateale calcio sugli stinchi) non è proprio andato in scena. Anche se Carlo Calenda, qui il più acclamato e convinto di sé («La gente di Cernobbio che vota Meloni? Impossibile. Lo dicono e non lo fanno. Nell’urna Giorgia non li vede ma la propria coscienza li vede benissimo»), si diverte ad attizzare la rissa: «Lo sanno tutti che loro due si detestano e al governo insieme dureranno al massimo fino a Natale».


I “DRAGHIANI”
Enrico Letta circola nei saloni dicendo ai presenti «voi amate Draghi e fate bene, e io sono sempre stato il più draghiano di tutti», ma tutti sanno che non vince e questo è un problema. Ed è un po’ nervoso il leader dem, al punto di cavillare sul numero dei minuti degli speech dei suoi colleghi: «Salvini sta sforando», «Tajani sta parlando più di me, non è mica giusto...».

Nella sala a porte chiuse, e senza giornalisti ficcanaso, si svolge una piccola guerra. Calenda dice a Tajani che Forza Italia alle elezioni sparisce. Replica: «Ma zitto tu, che fai e rompi alleanze e cambi sempre partito». «E tu allora? Avete mandato a casa il governo Draghi!».

«Chi, noi? Macché: sono stati M5S e Pd». «Eh no - s’intromette Letta dando manforte a Calenda con cui è diviso su tutto ma non su questo - caro Antonio stai dicendo una fesseria». Poi Calenda e Tajani vanno a fare pipì insieme e fanno la pace (guai a chiamarla la Pace della Toilette).

 
A proposito di w.c, la Meloni arrivata per ultima e filata via per prima - per evitare che le chiedessero ancora una volta quanto non vada d’accordo con Salvini - dopo la tavola rotonda esce passando dalle cucine, va un attimo in bagno e parte da Cernobbio dicendo «sono molto stanca». E tutti vorrebbero chiederle: stanca di Salvini? Giorgia si sottrae al circo (la destra seria è il suo format), mentre Salvini per illustrare il suo discorso anti-sanzioni, oltre a citare più volte Scaroni («Abbiamo visto il derby insieme sabato sera») per dire che anche l’ex ad di Enel e Eni è d’accordo con lui e rivolgersi alla platea così «anche voi siete contrari alle misure anti-Russia ma non lo potete dire» e in questo forse ha ragione), inforca a sorpresa un paio di occhiali e fa partire le slide, provocando un sorrisetto in Giorgia: «Ah, che bella novità».

 
Ma soprattutto: «Qui a Cernobbio - dice il capo lumbard - ci sono almeno dieci possibili ministri. E in questa sala c’è uno che vedo già alla Farnesina. Gli ho scritto un messaggino così: Ciao, ministro...». E tutti a guardare tutti. C’è il diplomatico Massolo e qualcuno: «Sta parlando di te?». Lui: «Macché». I presenti propendono allora per un’altra ipotesi (magari sballata).

Si tratterebbe di Stefano Pontecorvo, ex ambasciatore alla Nato e quello che ha organizzato lo sgombero dall’Afghanistan (ci ha anche scritto un libro: «Ultimo volo da Kabul») il quale si limita ad ammettere: «Mando a Giorgia qualche appunto su WhatsApp riguardo alla situazione internazionale e lei mi risponde con estrema serietà: mi puoi spiegare meglio il secondo punto? Che cosa vuoi dire nella conclusione?». Cernobbio è fatta così. È un mondo in cui si è tutti amici. Ma più o meno. E i leader arrivati qui, per il primo e unico confronto diretto a 5 in vista del 25 settembre, tra il più e il meno hanno scelto quest’ultimo. E solo Brunetta, qui con la carezzevole moglie Titti, non fa il duro. «Ho idee confuse sul mio futuro», confessa il ministro uscente. E gli scende qualche lacrima sul viso. 
 

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