Centrosinistra, da Calenda a Di Maio tutti i nodi che Letta dovrà scogliere per andare uniti alle prossime elezioni

Il leader dem Enrico Letta
Il leader dem Enrico Letta
Giovedì 28 Luglio 2022, 10:28 - Ultimo agg. 18:18
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«Matteo Renzi? L'ho già detto, noi non mettiamo veti nei confronti di nessuno». Nella sera del compromesso  raggiunto all'interno del centrodestra, da San Miniato Enrico Letta getta il cuore oltre l'ostacolo: «Su tre criteri fondamentali costruiremo alleanze con chi porta valore aggiunto, chi arriva con spirito costruttivo e chi si approccia senza porre veti».

Ma il guaio per il leader dem è che ogni suo interlocutore a sinistra non sembra disposto a portare in dote i propri voti senza fissare qualche paletto: al Pd o ad altri possibili alleati della coalizione. 

Azione

Così è per Azione che, negli ultimi giorni, ha aperto una finistra di mediazione con il Pd, ma con dei distinguo.

Innanzitutto sulla premiership. Perché per l'ex titolare del Mise: «il candidato presidente del Consiglio non può essere Enrico Letta». Meglio «convincere Mario Draghi a rimanere a palazzo Chigi». Ma i nodi riguardano anche i possibili candidati all'entrata nella coalizione di centrosinistra. «Di Maio? Non so chi sia» ha chiuso secco Calenda, nonostante il ministro degli Esteri non figuri tra quelli che hanno «fatto cadere il governo Draghi». Se è vero che il 6% conquistato nei sondaggi (secondo l'ultimo sondaggio Swg del 25 luglio ) insieme a +Europa non è comunque sufficiente per correre da solo, la lista di Calenda porterebbe all'alleato maggioritario - il Pd - un pacchetto consistente di voti. 

Sinistra Italia - Europa Verde

Stesso discorso vale per la federazione Sinistra Italiana ed Europa Verde che i sondaggi danno al 3,6% ma che, di alleanze con Azione non sembrano volerne sapere. «Calenda - secondo Eleonora Evi, Angelo Bonelli co-portavoce di Europea Verde e il segretario SI Fratoianni -  propone la sua ricetta: centrali nucleari, continuare a bruciare fonti fossili come se la crisi climatica non esistesse e, dulcis in fundo, militarizzare i siti per costruire le centrali nucleari e rigassificatori». «Era - rimarcano -  il programma di Silvio Berlusconi di 20 anni fa, oggi ereditato dal polo sovranista».

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Articolo 1 - MDP

A sinistra, c'è invece chi, come articolo 1- MDP, oggi al 2,2% che non rinnega il passato asse giallorosso. Anzi. Per Arturo Scotto, coordinatore politico nazionale di Articolo Uno, non solo è bagliato dire «mai più in politica», ma sopratutto «le Agende Draghi non esistono se non nella testa di qualche editorialista salottiero».

Italia Viva 

Colma di bivi ed ostacoli appare anche la via che di Italia Viva che per Swg, al 25 settembre, si attesterebbe al 2,9%.  Anche se Letta ha smentito veti nei confronti dell'ex premier, Renzi tiene sul tavolo l'ipotesi di andare da solo: «Se Iv dice che va da sola è perché ha la certezza di arrivare al 5%». Ma non nasconde Renzi, che la fase di confronto  con il leader dem ha avuto inizio «Letta mi ha chiamato sabato per dire 'sentiamoci' » Ma senza rinunciare alle stoccate: «Nell'ultima settimana tutti i giorni il Pd ha detto 'Renzi ci fa perde i voti e non lo vogliamo'. Forse hanno fatto due conti e la pensano diversamente», ha detto questa mattina ai microfoni di agorà Estate. Intanto c'è chi ipotizza l'asse tra il senatore di Pontassieve e Calenda che negli ultimi giorni avrebbero avuto un incontro «affettuoso». Ad occumunare i due, è di certo il timore di una possibile alleanza post elettorale con il Movimento 5 stelle, reo ai loro occhi di aver causato la caduta del governo Draghi. 

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Insieme per il futuro 

Infine il capitolo Insieme per il Futuro, il neopartito costitutito da Luigi di Maio che nei sondaggi sfiora il 1,5%. E che ora è in cerca di una "posizione" nello scacchiere delle alleanze. Chiusa la porta del "Grande Centro", per il ministro degli Esteri, sembra aprirsi il portone dell'asse con il centrosinistra lettiano. Anche grazie alla mediazione del sindaco Beppe Sala che non ha risparmiato attestati di stima per lui. E che lo seguito nel faccia a faccia con Letta nella sede dell'Arel lo scorso martedì, per discutere del ruolo che potrà giocare il titolare della Farnesina nelle prosisme elezioni. 

I numeri 

Ma i numeri, a sinistra, non rassicurano. Perché anche se tutte le componenti a sinistra si unissero - sarebbe difficile superare la soglia del 40%, invece garantita a destra. Così anche se dal Nazzareno si è alzato il muro contro i grillini, un breccia forse potrebbe aprirsi - secondo le malelingue - nella fase post-elettorale. 

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