Colosseo, Raggi fa ricorso contro il decreto del governo. Franceschini: M5S blocca l'innovazione

Colosseo, Raggi fa ricorso contro il decreto del governo. Franceschini: M5S blocca l'innovazione
Venerdì 21 Aprile 2017, 19:03 - Ultimo agg. 24 Aprile, 17:07
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Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha presentato ricorso al Tar per chiedere l'annullamento del decreto che istituisce il parco archeologico del Colosseo e prevede una selezione internazionale per la nomina del suo direttore. Lo ha annunciato oggi il primo cittadino durante una conferenza stampa in Campidoglio. L'istituzione del Parco archeologico del Colosseo secondo Raggi è «lesiva degli interessi di Roma Capitale». «È inaccettabile che a Roma ci siano aree di serie A e aree di serie B», ha rincarato il sindaco.

«È incredibile che i 5 stelle che si riempiono quotidianamente la bocca di cambiamento, trasparenza e innovazione ricorrano davanti al Tar per bloccare a Roma una riforma che sta dando frutti in tutta Italia», ha replicato il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini.

«Quello che mi preme sottolineare è che in pratica sembra che il governo voglia gestire in totale autonomia e senza alcuna concertazione il patrimonio culturale dell'amministrazione stessa. Per noi è inaccettabile. E ancora piu inaccettabile è quello che viene operato con i ricavi», ha spiegato Raggi. «I ricavi della bigliettazione del Colosseo e dei Fori portano nelle casse del nuovo ente circa 40 milioni di euro che prima andavano per l'80% alla Soprintendenza speciale, oggi invece saranno tutti del Parco e solo il 30% andrà alla Soprintendenza. Quindi su Roma rimane molto poco», ha aggiunto Raggi.

«Noi siamo dell'idea che le istituzioni debbano collaborare. Per questo abbiamo oggi inaugurato insieme con il ministro una mostra importante. Tuttavia quando le scelte vengono calate dall'alto, nonostante ci siano state numerose interlocuzioni volte a trovare soluzioni diverse, è difficile trovare un dialogo se si trova dall'altro lato una porta chiusa», ha continuato il sindaco.

Il ricorso al Tar è stato presentato dall'avvocatura su input della giunta capitolina. In una memoria, approvata dalla Giunta si dà anche mandato all'assessore alla Cultura Luca Bergamo di adottare tutti gli atti necessari per avviare la revisione dell'accordo di valorizzazione tra Roma Capitale e Mibact del 21 aprile 2015 per arrivare ad un'estensione a tutto il territorio comunale ed in prospettiva alla città metropolitana, del principio di integrazione e coordinamento delle funzioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.

«Come sindaca di Roma non posso sorvolare sul fatto che lo Stato centrale voglia gestire in totale autonomia il territorio della città che, invece, è patrimonio dei suoi cittadini, e senza concertazione con i suoi rappresentanti diretti. Roma è patrimonio del mondo, di chi vi abita e di chi viene qui ogni giorno per lavoro o per ammirarne le bellezze - ha aggiunto Raggi -. È inaccettabile che a Roma ci possano essere aree di serie A e aree di serie B, tra l'altro è questo il nono intervento in circa dieci anni. Si tratta di una materia in cui c'è un proliferare di enti, organismi e istituzioni che si occupano a vario titolo del patrimonio culturale creando una confusione senza pari. Per darvi un'idea il parco archeologico dovrebbe avere competenza fino a piazza di porta Capena, poi dovrebbe subentrare la Sovrintendenza Speciale per Roma, tuttavia sino a Porta San Sebastiano ma solo fino alle mura perché poi diventerebbe gestione del Parco Archeologico dell'Appia Antica, che a sua volta è nello stesso territorio di competenza del Parco reegionale dell'Appia. Infine su varie parti opera e gestisce la soprintendenza capitolina, che gestisce beni di grande rilievo come parte dei Fori e del Circo Massimo. Insomma, una confusione estremamente difficile da spiegare».

Con l'entrata in vigore del decreto del Mibact, spiega una nota del Campidoglio, è stato costituito un nuovo istituto denominato Parco archeologico del Colosseo. Si è sottratto in questo modo - prosegue la nota - gran parte delle risorse alla sovrintendenza speciale, in massima parte derivanti dal Colosseo e mentre si è esteso il suo perimetro al territorio di Roma la si priva della possibilità di incidere positivamente per la conservazione del patrimonio monumentale della Capitale. 

«Il patrimonio culturale di Roma è un valore strategico per lo sviluppo di una economia moderna, come per nuove politiche di turismo sostenibile - ha detto il vicesindaco Luca Bergamo -. Le decisioni non possono essere unilaterali perché senza una strategia concordata va perduto il contributo che Roma può dare allo sviluppo del Paese».

«Con il provvedimento che la Giunta Raggi ha impugnato davanti al Tar - aggiunge ancora Franceschini - il Parco archeologico del Colosseo diventa finalmente un istituto autonomo dotato di un proprio bilancio e con un direttore scelto con una selezione internazionale, che è già in corso e a cui hanno presentato domanda 84 candidati da tutto il mondo».

«Il percorso adottato per il Colosseo - continua il ministro - è lo stesso identico percorso che ha portato in Italia profondi cambiamenti al sistema museale, apprezzati in tutto il mondo e che stanno dando importanti risultati. Il Colosseo seguirà dunque lo stesso percorso che hanno seguito gli Uffizi, la Reggia di Caserta, Brera, Pompei e tutti gli altri istituti autonomi. Per opporsi a questo vengono usati argomenti falsi, infatti, non cambierà nulla nel rapporto tra la città e l'area archeologica e resterà identico l'utilizzo degli incassi del Colosseo su Roma». 

 

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