Commissario Ue, Conte pressa Salvini: l'ipotesi Fontana e la carta Moavero

Commissario Ue, Conte pressa Salvini: l'ipotesi Fontana e la carta Moavero
di Marco Conti
Lunedì 29 Luglio 2019, 12:00 - Ultimo agg. 16:48
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Il cerino è ancora nelle mani di Matteo Salvini. Toccherà a lui passarlo a Giuseppe Conte offrendogli un nome per il ruolo di commissario europeo. Il tempo stringe e molti altri Paesi hanno già indicato il nome alla von der Leyen. La neopresidente della Commissione europea sarà a Roma venerdì per incontrare il presidente del Consiglio. Un faccia a faccia durante il quale Conte proverà a capire in quale quadro si muove l'ex ministra della Difesa tedesca che quando sarà a Roma avrà già consultato i governi di Berlino, Parigi, Varsavia e Madrid.
 
Ieri, su queste colonne, il presidente del Parlamento europeo Davide Sassoli ha invitato il governo a rientrare a pieno titolo nel gioco europeo apprezzando le recenti posizioni assunte da Conte a Bruxelles. Resta ora da vedere se, come chiedono sia il premier che il vice Di Maio, Salvini intenda contribuire con un nome di peso o punti a tirarsi fuori da subito lasciando che sia il governo a proporre un candidato non direttamente riconducibile al Carroccio. Ma se Conte ha sostenuto la designazione della von der Leyen e il M5S a Strasburgo ha votato la tedesca, la Lega no e in Parlamento , insieme a tutti i componenti del gruppo sovranista ed antieuropeista, è stata tagliata completamente fuori dalla spartizione delle poltrone. Non solo, Salvini non perde occasione di rimproverare all'alleato il voto dato in aula alla von der Leyen.

Dopo il risultato elettorale ottenuto alle europee di maggio, i grillini hanno riconosciuto alla Lega l'onore e l'onere di proporre un nome, insistendo molto sul profilo politico che dovrebbe avere il candidato italiano. Nelle continue tensioni M5S-Lega, la faccenda del commissario rischia di assumere un peso non da poco. Specie se il leader della Lega tirerà fuori un candidato molto caratterizzato politicamente, lanciando una sorta di guanto di sfida alla von der Leyen e al Parlamento. La prima dovrà infatti inserire il nome nella squadra con tanto di delega, mentre spetterà alla commissione, competente per materia, esaminare e poi votare il candidato proposto dall'Italia. L'eventuale bocciatura potrebbe venir cavalcata da Salvini in chiave anti europea, contribuendo però all'isolamento del Paese e del governo che in autunno proprio con la Commissione dovrà trattare i numeri della legge di Bilancio.

Al termine dell'ultimo consiglio europeo Conte, spiegando i motivi del sostegno italiano alla von der Leyen, ha anche sostenuto di aver ottenuto rassicurazioni sulla delega - concorrenza o comunque su materie economiche - e su un posto da vicepresidente. I soli nove voti in più che hanno permesso alla tedesca di essere designata dal Parlamento europeo, costringono la presidente della Commissione a un complicato equilibrio tra le richieste dei Paesi, i nomi proposti e la necessità di ottenere alla fine il via libera dell'assemblea di Bruxelles. E' per questo che a palazzo Chigi sanno quanto possa essere rischiosa arrivare a ridosso del termine ultimo, fissato per il 26 agosto, con la scelta del candidato italiano.

È molto probabile che venerdì Conte non si sbilanci con un nome, riservandosi la comunicazione per i giorni successivi in modo da poter da subito competere con i paesi più grandi dell'Unione che sembrano avere già le idee chiare.

Il tema di genere non dovrebbe impensierire l'Italia, quanto un possibile protrarsi del dibattito interno alle forze di maggioranza che rischia indubbiamente di indebolire le richieste italiane. Svanita la candidatura di Giancarlo Giorgetti e molto complicata quella di Giulia Bongiorno, nella rosa dei politici spicca il nome del neoministro per gli Affari europei Lorenzo Fontana inseguito dal collega Enzo Moavero Milanesi che potrebbe rappresentare la carta che permetterebbe alla Lega di risolvere il problema e di mantenere alta la costante polemica con Bruxelles e la sua Commissione.

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