Condono a Ischia: scontro in Senato e governo sconfitto sull'emendamento

Condono a Ischia: scontro in Senato e governo sconfitto sull'emendamento
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 14 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:26
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Per la prima volta la maggioranza va sotto. È soltanto un emendamento in Commissione Ambiente e Lavori pubblici del Senato ma la botta (specie d'immagine) è enorme. Anche perché riguarda la parte del decreto (oggi in discussione a palazzo Madama) che ha in pancia il condono di Ischia caro a Di Maio che però, da settimane, è anche la crepa più pericolosa tra i grillini. Malumori e distinguo che diventano plastici ieri sera con l'astensione della senatrice Paola Nugnes e il voto favorevole del collega Gregorio De Falco a un emendamento della minoranza (Fi e Pd) per cancellare il condono del 1985 dalla sanatoria post sisma per Ischia. In quell'istante la credibilità dell'M5s va al tappeto e un minuto dopo parte la caccia alle streghe nel movimento per cacciare i due ribelli. A Palazzo Chigi è ancora in corso il Consiglio dei ministri ma trapela tutta la rabbia dei grillini e l'irritazione di Salvini, dubbioso se Di Maio sia capace di «controllare i suoi». Mentre a Ischia i sindaci attaccano: «Così non ricostruiremo mai. Speriamo che nella votazione in Aula, l'emendamento venga soppresso altrimenti è la fine».
 
L'emendamento che ha avuto il via libera prevede la cancellazione del condono edilizio di Ischia del 1985, quello voluto da Bettino Craxi, considerato il più permissivo perché non erano entrate in vigore alcune norme paesistiche. Fermo restando le due sanatorie del 1994 e del 2003 e sempre in riferimento agli edifici danneggiati dal sisma dell'agosto 2017. A presentarlo la senatrice azzurra Urania Papatheu che ieri sera esulta: «Uno schiaffo alla maggioranza». Decisivo per l'ok all'emendamento (23 voti a 22) è stato il voto favorevole del senatore grillino Gabriele De Falco oltre all'astensione della collega di partito Paola Nugnes per i quali ora si profila una resa dei conti traducibile in una espulsione. «L'emendamento in questione - spiega l'ex capitano di fregata - è stato presentato dalla Papatheu ed era analogo a quello che avevo presentato io». Non era presente al momento del voto, invece, la collega Paola Nugnes che ieri sera era distrutta. Consapevole ormai di una sua espulsione ad horas dal gruppo. E poi forse anche dal movimento.

«È terribile, abbiamo parlato, ragionato giornate su questa cosa ma non si è voluto fare un passo indietro», dice al Mattino la Nugnes. «Ho trasformato il mio emendamento in un odg per responsabilità nei confronti della città di Genova, ma intanto è da dire che i tempi per tornare alla camera ci sarebbero tutti perché il decreto scade il 27: sarebbe bastato volerlo. L'odg come si sa non è un grande risultato e nel caso specifico attuarlo necessita di un vero e proprio provvedimento legislativo, ne sono consapevole, ma ho voluto accettare. Ma - si sfoga - non me la sono sentita di votare gli altri emendamenti all'articolo 25». Malessere che covava da giorni in una fronda, ora pericolosa, tra i grillini.

«Il fatto che due senatori del M5S, uno si sia astenuto e uno abbia votato con Fi, è gravissimo: questo non è un caso isolato, sono diverse settimane che ci arrivano segnali di dissenso da parte di senatori che hanno firmato impegni con il M5S e che devono portare avanti il contratto di governo. De Falco e Nugnes sono già sotto procedura dei probiviri», dice il vicepremier grillino Luigi Di Maio uscendo dal Cdm. Ma potrebbe non esserci bisogno degli organi di garanzia del movimento se ieri notte la senatrice Nugnes ai microfoni del Tg3 annuncia: «Situazione insostenibile: probabilmente darò le dimissioni». Da cosa? «Da senatrice», risponde gelida prima allontanarsi alla fine della sua giornata politica più lunga e tormentata.

«La maggioranza resta solida. Due persone hanno tradito l'impegno preso con i cittadini: Gregorio De Falco e Paola Nugnes. I lavori in commissione vanno avanti e in Aula correggeremo questa spiacevole stortura», assicura il capogruppo grillino Stefano Patuanelli. «Il nostro lavoro di lotta senza quartiere al condono edilizio che Di Maio vuole per Ischia sta producendo i primi risultati. Per la prima volta - esulta l'ex premier Matteo Renzi - in questa legislatura il governo è andato sotto grazie al voto contrario di alcuni senatori Cinque Stelle, che ringrazio».

Sono invece affranti i primi cittadini dei comuni isolani colpiti dal terremoto. «Attendiamo il voto in Aula ma il risultato in commissione - spiega Giacomo Pascale, sindaco azzurro di Lacco Ameno - non è negativo: si vanifica tutto il lavoro per velocizzare la ricostruzione che, anzi, verrebbe molto rallentata».

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