Senato, torna il condono per Ischia: emendamento bocciato. Sette M5S non votano

Il condono di Ischia torna nel decreto per Genova: bocciato dal Senato l'emendamento su cui era stato battuto il Governo
Il condono di Ischia torna nel decreto per Genova: bocciato dal Senato l'emendamento su cui era stato battuto il Governo
Mercoledì 14 Novembre 2018, 19:22 - Ultimo agg. 15 Novembre, 11:13
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Dopo la sorpresa di ieri, il governo ci mette una toppa e fa votare e approvare dall'Aula di palazzo Madama un emendamento che reintroduce il condono nel decreto per Genova. Domani il provvedimento, se non ci saranno colpi di scena sarà approvato e diventerà legge superando il rischio della terza lettura a Montecitorio. Ma la fronda degli ortodossi M5s non molla e si amplia portando a 7, stando ai tabulati di Palazzo Madama, il numero dei 5 stelle contrari al condono che hanno lasciato l'aula senza votare per la sua reintroduzione.

Con il rischio di una frattura profonda nella maggioranza e dentro i 5 stelle, qualunque sia l'esito del voto. Il giorno dopo il tonfo imprevisto della maggioranza giallo-verde, affossata martedì sera in commissione con un emendamento delle opposizioni e complici due 'ribellì 5 Stelle, il buco sembra riparato. Con 200 no, 75 sì e un'astensione, la modifica della discordia è stata respinta. E, stando ai voti su cui oggi ha potuto contare la reintroduzione del condono, non dovrebbero esserci delle sorprese sul decreto. Ma resta alta l'incognita sulla tenuta della maggioranza gialloverde che aveva già fatto passare sul filo al Senato la fiducia sul decreto sicurezza con 163 voti, due soli in più rispetto alla maggioranza politica di 161.

A Ischia dovrebbe tornare il condono edilizio per le case danneggiate dal sisma di un anno fa per chi aveva fatto richiesta di sanatoria che non ha avuto ancora risposta. Si torna così al testo iniziale dell'articolo 25 del decreto, per cui restano il riferimento e l'applicazione della legge sul condono dell'85 (quello del governo Craxi) per le istanze pendenti. In commissione l'emendamento per far saltare il condono era stato presentato dalla forzista Urania Papatheu. A votarlo anche il Pd e il senatore M5s Gregorio De Falco, mentre la collega Paola Nugnes si era astenuta. Così all'ora di cena era saltata la maggioranza e soprattutto la frattura nel movimento fondato da Grillo è apparsa chiara, tanto da far gridare al «tradimento» il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli. Ventiquattr'ore dopo De Falco ha ripetuto il copione.

«Cercherò di essere coerente e continuerò a votare nello stesso modo in cui ho votato ieri», ha annunciato poco prima di esprimersi sull'emendamento in Aula. Coerente principalmente con se stesso, visto che la sera prima anche lui aveva presentato un emendamento, simile a quello della Papatheu e precedente. Da qui il 'giallò sulla modifica: secondo regolamento, l'emendamento successivo doveva essere precluso. Errori o strategie a parte, sul tavolo resta un decreto che domani sarà alla prova del nove soprattutto della tenuta della maggioranza. Con gli ortodossi M5s che premono con forza contro il condono. Per il Pd a proclamare il 'nò al voto sarà Matteo Renzi. «E farò un intervento duretto», ha anticipato l'ex premier. Per il segretario Martina «dal governo solo tante promesse, zero fatti e un decreto totalmente insufficiente».

Forza Italia invece sceglierà l'astensione, come ha già fatto alla Camera e in nome dei tanti che a Genova non possono aspettare.

Del resto in serata ha annunciato la libertà di voto sull'emendamento clou che pur essendo quello che ha mandato ko la maggioranza per la prima volta, riguardando il condono, ha creato una piccola diaspora anche dentro il partito di Berlusconi. Sei parlamentari forzisti campani hanno minacciato l'autosospensione se non si fosse fatto un passo indietro. Dopo la bocciatura dell'emendamento, anche la minaccia è rientrata. Domani l'ultimo round.

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