Incarico a Casellati, così i due leader «vincitori» guadagnano tempo

Incarico a Casellati, così i due leader «vincitori» guadagnano tempo
di Marco Conti
Mercoledì 18 Aprile 2018, 10:17
3 Minuti di Lettura
L'esploratore alla fine accontenta più o meno tutti. Affidare un incarico esplorativo - probabilmente alla presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati - permette a Matteo Salvini non solo di sfilarsi da un possibile preincarico, ma di guadagnare altro tempo in vista delle elezioni in Friuli. Dopo tutto la Casellati piace anche a Luigi Di Maio perché evita che al suo posto venga chiamato il presidente della Camera Roberto Fico.

Cominciare con un esponente del centrodestra significa sperare ancora in un accordo politico. Non è quindi detto che poi non si passi ad un esploratore di marca grillina: Roberto Fico o magari lo stesso Di Maio, se riuscirà a dimostrare di aver fatto breccia nel muro del Pd. Serviranno quindi ancora un po' di giorni prima di archiviare del tutto l'ipotesi di un governo politico e passare, probabilmente, all'ultimo tentativo che Mattarella farà prima di evitare il fallimento di una legislatura appena iniziata.
 
D'altra parte i due possibili alleati, Di Maio e Salvini, negli ultimi giorni si sono trasformati in acerrimi avversari pronti a scaricare l'uno sull'altro la responsabilità della mancata intesa. Preso atto delle oggettive difficoltà, e per evitare un'inutile terzo giro di consultazioni, il Quirinale oggi dovrebbe affidare ad un esploratore istituzionale il compito di avvicinare le posizioni dei partiti. Un tentativo quasi disperato, viste le dichiarazioni di ieri, ma che va esperito anche per archiviare candidature e formule che inutilmente si sperimentano da un mese e mezzo.

Il mandato esplorativo, che Mattarella dovrebbe affidare oggi, scarica per qualche giorno il Quirinale dalla pressione. Se dovesse essere affidato alla Casellati la pressione si riverserebbe su Fi che sarà di fatto costretta ad assecondare il compito dell'esploratrice. Infatti curiosamente, ma forse neppure troppo, ieri l'entusiasmo più contenuto per la possibile nomina della Casellati, si riscontrava proprio tra gli azzurri che indubbiamente avrebbero preferito Fico come esploratore. Se non altro perché avrebbe dovuto incontrare Berlusconi facendo di fatto cadere il veto dei 5S sull'ex premier. Dal canto suo Berlusconi sinora è riuscito a tenere l'alleato leghista fermo sull'esigenza di non spaccare il centrodestra. Salvini ricambia, ma mostra di soffrire molto l'ingombrante Cavaliere che accusa, insieme a Di Maio, di bloccare la nascita del governo. Mettere i due sullo stesso piano non aiuta il clima che nel centrodestra è ricco di sospetti e spaccature come si è visto ieri in aula in occasione del dibattito sulla Siria e la politica delle alleanze dell'Italia, con i tre gruppi pronti ad applaudire solo il proprio relatore.

Nel M5S ieri si definiva «irrealistico» un possibile incarico esplorativo per il presidente della Camera Roberto Fico. A differenza di Salvini - che benedice un possibile incarico sia per la Casellati che per Fico pur di guadagnare tempo e non dice no nemmeno ad un governo di tutti per uscire dallo stallo - tra i grillini montano i sospetti. Un eventuale incarico esplorativo a Fico significa archiviare definitivamente la candidatura Di Maio e magari avviare un confronto con Pd e LeU. Al Nazareno negano che i punti programmatici illustrati ieri da Maurizio Martina prefigurino una possibile intesa, ma la richiesta del presidente Fico alla Commissione speciale di inserire nel proprio ordine del giorno il decreto carceri - come avevano chiesto il governo e il Pd, ma che la Lega aveva bloccato - alimenta le fantasie di coloro che vedono all'orizzonte un'intesa M5S-Pd che ieri sera Michele Anzaldi definiva «fake news». D'altra parte a parlare di «contenuti» diversi tra grillini e dem, «in politica estera ma non solo», è stata ieri un'osservatrice forse non interessata come Emma Bonino. Sbianchettare un programma e professarsi difensori della Nato pochi giorni prima del voto rientrano per l'esponente radicale «nelle giravolte molto spregiudicate» alimentando «la grande preoccupazione che è sul tavolo di Mattarella».
© RIPRODUZIONE RISERVATA