Coronavirus, nuovo sussidio da 500 euro. Imu, niente multe sui ritardi

Nuovo sussidio da 500 euro. Imu, niente multe sui ritardi
Nuovo sussidio da 500 euro. Imu, niente multe sui ritardi
di Andrea Bassi e Luca Cifoni
Sabato 18 Aprile 2020, 00:04 - Ultimo agg. 16:24
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Le riunioni si susseguono senza sosta. Segno che i tempi per il terzo decreto anti-crisi dopo il Cura-Italia e il Garanzia-Italia, sono ormai maturi. Lunedì il consiglio dei ministri chiederà l'autorizzazione al Parlamento per un nuovo sforamento dei parametri di deficit. Dopo i 20 miliardi approvati a marzo, questa volta lo sforzo potrebbe essere doppio: 40 miliardi di euro di maggiore indebitamento. Ma il valore finale del decreto sarà più elevato, potrebbe arrivare a 65-70 miliardi di euro, considerando che 30 miliardi saranno stanziati per coprire le garanzie alle imprese introdotte nel decreto di dieci giorni fa ma non ancora finanziate.

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Di questi 30 miliardi non tutti incideranno però sul deficit. Lo faranno solo quando lo Stato dovrà effettivamente coprire le insolvenze dei prestiti effettuati alle aziende. A cosa serviranno esattamente questi 70 miliardi? Oltre alle garanzie per i prestiti alle imprese, ci sarà un'assunzione straordinaria di infermieri che, fonti del governo, hanno quantificato in «migliaia di unità». 

Per il capitolo sanità verrebbero usate anche risorse europee che potranno quindi essere distribuite tra le Regioni senza alterare il criterio di ripartizione che tutela quelle meridionali. Ci sarà poi il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali che da solo vale 15 miliardi di euro.

La Cig in deroga dovrebbe essere allargata anche alle colf e alle badanti, o in alternativa arriverà un aiuto simile a quello concesso agli autonomi ma con assegni leggermente più bassi: 400 euro per chi ha un contratto pieno, 200 euro per i contratti ad ore. Le associazioni chiedono di più. Il presidente di Nuova Collaborazione e della Fidaldo, l'associazione datoriale del settore, l'avvocato torinese Alfredo Savia, ha chiestro «l'allargamento degli ammortizzatori sociali» alle colf e alle badanti. Una linea sulla quale è d'accordo anche la parte sindacale. Ieri Assidantcolf ha registrato un più 30% di licenziamenti nel mese di aprile. Ieri c'è stato un vertice tra il ministro Roberto Gualtieri e i Comuni.
 


A questi ultimi è stato promesso uno stanziamento di 3,5 miliardi (i Comuni ne avevano chiesti 5, perché le entrate tributarie e tariffarie stanno crollando). Nel decreto dovrebbe arrivare anche la possibilità di pagare in ritardo Imu e Tari senza sanzioni. Uno slittamento di fatto della scadenza, anche se la data finale di pagamento non è stata ancora stabilita. Nel pacchetto fiscale rientrano anche le agevolazioni per i proprietari di immobili dati in affitto alle aziende, che prenderebbe la forma della presa in carico da parte dello Stato della quote di finanziamento usate per saldare queste pendenze, che quindi non dovrebbero essere restituite alle banche. Uno dei nodi da sciogliere è quello dei risarcimenti a fondo perduto alle imprese che hanno avuto maggiori cali di fatturato: ampiezza e modalità dell'intervento sono ancora tutti da definire.

Un'altra voce-chiave del provvedimento sarà il cosiddetto reddito di emergenza, destinato a quei settori più a rischio della popolazione per marginalità sociale, o magari perché risiedono in aree in cui il lavoro è in larga parte sommerso. Per loro si sta approntando un sussidio pari in media a circa 500 euro per nucleo familiare, dunque più o meno allineato alle cifre del reddito di cittadinanza: i criteri di erogazione saranno però più immediati in questa fase di emergenza. La platea esatta è ancora oggetto di discussione ma nel confronto tra ministero dell'Economia e Movimento Cinque Stelle (fautore di un intervento molto allargato) la spesa prevista si sta assestando su un valore significativo ma contenuto, tra 1 e 1,5 miliardi.

Per coloro che invece rientrano già tra i percettori dell'indennità delle partite Iva è prevista la conferma del bonus che verrà però incrementato, per il mese di aprile, a 800 euro rispetto ai 600 originari. Nel settore pentastellato della maggioranza ci sarebbe la volontà di andare anche oltre questo importo ma per ora non sarà possibile. E si ragiona anche sul cosiddetto bonus-vacanza, una somma destinata alle famiglie per contribuire alle spese di soggiorno in una località italiana e in questo modo provare a rianimare il settore turistico.
L'importo in discussione varia tra i 350 e i 500 euro e potrebbe arrivare nelle tasche degli interessati sotto forma di bonus, piuttosto che di detrazione fiscale.

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