Covid, Di Maio: «Il governo deve intervenire subito. Al Sud basta con i tagli alla Sanità»

Covid, Di Maio: «Il governo deve intervenire subito. Al Sud basta con i tagli alla Sanità»
di Lorenzo Calò
Venerdì 13 Novembre 2020, 08:39 - Ultimo agg. 14 Novembre, 08:08
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Ministro Luigi Di Maio: a Napoli e in Campania si è perso tempo sinora?
«È evidente che in Campania bisogna intervenire quanto prima. Come governo le dico che abbiamo da subito teso la mano alle regioni e ai singoli governatori, perché il nostro compito è aiutare chi si trova in difficoltà. Governare una Regione, o il Paese, significa mettere davanti a tutto gli interessi dei cittadini e la tutela dei loro diritti. In questo caso la salvaguardia della loro salute. Una Regione non si governa con le battute tra chi è più sceriffo. Non lasceremo morire le persone».

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È sufficiente l'invio dell'esercito in aree di crisi? Perché il governo non pensa a un lockdown nazionale come pure molti esperti chiedono?
«L'invio dell'esercito è un primo segnale ma continuiamo a monitorare, perché medici, infermieri, operatori sociosanitari vanno aiutati e sostenuti in questo delicato lavoro. Serve criterio nelle decisioni. Stiamo vedendo immagini assurde, che mai avremmo voluto vedere. Ci sono persone che vengono curate dentro le auto. Il video del paziente morto nel bagno dell'ospedale Cardarelli mi ha scioccato. Non è accettabile in un Paese civile. La Campania è la mia terra e io non la lascio sola. Ringrazio il ministro Speranza per il lavoro che sta portando avanti, così come il comitato tecnico scientifico. Mai come in questa fase è fondamentale lavorare in squadra».

La Campania è ancora zona gialla perché la media degli indicatori valutati dal ministero della Salute e dal Cts parla di rischio moderato. Ma ci sono Napoli e Caserta che presentano criticità drammatiche. Sarebbe utile una valutazione più incentrata sulle emergenze territoriali? Magari su base provinciale?
«Bisogna fare attenzione anche alla capacità dei nostri ospedali.

Questo è un fattore che non può essere sottovalutato. Diciamocelo chiaramente: per decenni la sanità è stata abbandonata dalla politica. Sono arrivati solo tagli, che hanno penalizzato il nostro sistema sanitario. Adesso stiamo invertendo la rotta, con investimenti per la salute dei cittadini. Ma di sicuro non si può risolvere un problema di 20 anni in un mese. Sulle fasce occorrono valutazioni quotidiane e ovviamente non bisogna tentennare, ma prendere decisioni incisive in tempi certi. Dobbiamo fare tutto il necessario per fermare il contagio».


Sistema ospedaliero e terapie intensive: la Regione Campania in base ai parametri parla di situazione sotto controllo. Le immagini e i video raccontano tutt'altro. La rete sanitaria della Campania e del Sud è certamente meno strutturata rispetto al Nord e in Campania c'è una densità di popolazione altissima. Non sarebbe stato utile differenziare i parametri di rischio? L'organizzazione dei servizi è adeguata? È solo una questione di risorse?
«La Campania non è nuova a problemi nella sanità e sa bene che la sanità è di competenza regionale. Perché le dico questo? Perché di sicuro al termine di questa pandemia bisognerà aprire una riflessione sul Titolo V della Costituzione. Nel Mezzogiorno persiste una difficoltà enorme nella sanità: tagli lineari, pronto soccorso dimezzati e depotenziati già prima dell'emergenza Covid. Regioni e sanità vanno riformate. Di fronte alla salute dei cittadini non possiamo permetterci errori. Il Sud va tutelato e deve essere lo Stato a farsi carico delle opportune garanzie. È esattamente quello che faremo. Il Covid sta mettendo in evidenza tutte le falle decennali del mondo della sanità, lacune che come M5s denunciamo da tempo».


Governo, ministro della Salute, presidente di Regione, sindaci. L'impressione è che ci sia un balletto responsabilità e si tenda a scaricare l'onere decisionale suL livello più basso. Questo sistema non genera paralisi o ritardi?
«Non è così. Il governo centrale, oltre a dialogare giorno per giorno con tutti gli enti, è sempre disponibile ad aiutare chi si trova in difficoltà. Ma chi è in sofferenza la bandiera bianca deve alzarla, non bisogna avere vergogna di chiedere aiuto. Siamo davanti a un'emergenza senza precedenti e se non dialoghiamo non riusciamo a dare soluzione ai problemi. Io apprezzo molto il lavoro di governatori e sindaci perché più di tutti sono a contatto con i cittadini, per questo continuo a dire che serve collaborazione a tutti i livelli. Ho enorme rispetto delle istituzioni ma se non ce la fanno sul territorio devono chiedere al governo di essere aiutate: è una forma di rispetto per i cittadini. E poi, non se ne può più di enti locali che impugnano le ordinanze contro governo».


L'Italia è pronta per la distribuzione del vaccino quando arriverà? Esiste un piano? Saranno sufficienti le scorte? E chi non vorrà vaccinarsi? (Il M5s sul tema vaccini ha sempre avuto un atteggiamento scettico.....).
«Solo il vaccino può mettere la parola fine a questa pandemia. Io su questo però non voglio fare annunci fuorvianti, quello che le posso dire è che quando sarà disponibile arriverà anche in Italia e verrà distribuito».


Bastano solo i ristori per le categorie in crisi? Manca sinora un piano del governo per un rilancio complessivo dell'economia...
«Il governo dopo i 100 miliardi della prima ondata, messi in campo per aiutare il mondo delle imprese, ha già stanziato nuove risorse con i decreti Ristori e Ristori Bis. E dopo circa 10 giorni sono già partiti e arrivati i primi bonifici. Stiamo lavorando alla legge di Bilancio, che mette in campo altre forme di supporto a famiglie, commercianti e imprese. Questo però non è un punto di arrivo, ma di inizio. Il governo ha anche messo da parte un fondo per le Regioni che entreranno in zona rossa. E dobbiamo essere in grado di predisporre ristori anche per le attività che sono rimaste aperte, ma che a causa della pandemia hanno avuto notevoli cali di fatturato».

L'Italia sarà costretta a ricorrere al Mes?
«Sul tema si sono già espressi il presidente Conte e il ministro Gualtieri. Mi limito a sottolineare che dobbiamo concentrarci sul Recovery Fund. Sono 209 miliardi che serviranno a rilanciare aziende e imprese tramite innovazione e digitalizzazione. Rimaniamo concentrati sull'obiettivo».

Caso Benetton-Aspi. Ilva. Alitalia. Troppi dossier ancora aperti. Ci sarà la revoca della concessione su Autostrade?
«Il governo sta lavorando a tutti i dossier principali. Su Autostrade, però, mi faccia dire una cosa: chi ha sbagliato deve pagare. Non solo la magistratura, ma anche la politica deve farsi sentire. Serve un segnale e subito».


Ci sarà un rimpasto di governo (magari con il soccorso al Senato di Forza Italia?)
«Ma per favore. Le pare che agli italiani in una fase del genere possa mai interessare un tema come il rimpasto? Ci sono persone che muoiono. Ci sono nuovi contagiati: in Italia, dall'inizio della pandemia, ci sono stati oltre 1 milione di casi, attualmente sono oltre 600mila le persone positive al Covid. E stiamo ancora qui a parlare di rimpasto? Siamo seri...».


Stati Generali del M5s. La sua leadership riprende slancio e conferma la necessità di una guida chiara e autorevole. Come è cambiato il Movimento rispetto alle origini, cosa va aggiornato, come invertire il trend dei consensi in discesa?
«Sarà un momento importante per il Movimento, auspico che si vada verso un organo collegiale per rafforzarci sempre di più. E sa perché è importante questo? Per rendere il M5s ancora più incisivo in una fase nella quale bisogna stare concentrati e dare il massimo per combattere questo maledetto virus. Sul trend da invertire, io penso solo a quello dei contagi: quello sì che va invertito, fermando la curva dei positivi e salvando vite umane. Ogni altra cosa al momento è secondaria».

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