Covid, figli dei sanitari in aula ma in Campania scuole aperte solo ai disabili

Covid, figli dei sanitari in aula ma in Campania scuole aperte solo ai disabili
di Mariagiovanna Capone
Giovedì 19 Novembre 2020, 07:57 - Ultimo agg. 18:44
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Per i figli del personale sanitario vanno garantite lezioni in presenza anche in Zona Rossa. Una richiesta già presente nel Piano Scuola presentato a giugno, ma che il Ministero dell'Istruzione ha dovuto ribadire in una nota subito dopo il Dpcm del 3 novembre quando cioè sono state fissate le limitazioni per alcuni ordini scolastici (prevista la presenza solo per scuola dell'infanzia, primaria e prima classe della secondaria di primo grado). In queste ore è stato inviato un questionario ai dirigenti scolastici per verificare l'applicazione della richiesta, che in Campania non è stata considerata dall'ordinanza 79 del 15 ottobre in poi. Nella Regione governata da Vincenzo De Luca sono consentite infatti le attivita in presenza destinate esclusivamente agli alunni con Bisogni educativi speciali e/o con disabilita, e mai per i figli del personale sanitario.

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LE RICHIESTE DEL MINISTERO
La nota 1990 del 15 novembre richiama all'attenzione dei dirigenti scolastici il diritto allo studio dei figli del personale sanitario, e ribadisce: «Nell'ambito di specifiche, espresse e motivate richieste, attenzione dovrà essere posta agli alunni figli di personale sanitario (medici, infermieri, Oss, Osa...) direttamente impegnato nel contenimento della pandemia in termini di cura e assistenza ai malati e del personale impiegato presso altri servizi pubblici essenziali, in modo che anche per loro possano essere attivate, anche in ragione dell'età anagrafica, tutte le misure finalizzate alla frequenza della scuola in presenza». Una richiesta già espressa nel Piano Scuola dove nel DM 39 del 26 giugno dove si legge: «Nel caso di nuova sospensione dell'attività didattica l'Amministrazione centrale, le Regioni, gli Enti locali, gli enti gestori delle istituzioni scolastiche paritarie e le istituzioni scolastiche statali opereranno, ciascuno secondo il proprio livello di competenza, per garantire la frequenza scolastica in presenza, in condizioni di reale inclusione, degli alunni con disabilità e degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione».

Il Mi, insomma, chiede lezioni in presenza all'interno delle scuole chiuse a studenti con genitori con orari che non si conciliano con quelli della didattica a distanza, con un occhio di riguardo per i sanitari.


CAMPANIA RESTRITTIVA
In Campania però non è così. Fin dalla prima ordinanza regionale, cioè quando De Luca ha chiuso ogni scuola di ordine e grado, ha concesso la presenza soltanto a disabili e Bes. Le restrittive ordinanze regionali non hanno quindi mai concesso ai figli di sanitari la presenza, e i ds alla domanda del Mi «la didattica in presenza coi disabili e Bes è fatta con figli personale sanitario?» hanno risposto ovviamente «no». Un eventuale censimento di questi studenti, inoltre, è anche impossibile da farsi poiché nella domanda di iscrizione, sebbene venga chiesta la professione per l'Invalsi, è facoltativo rispondere e gran parte dei genitori non inseriscono questa informazione. I figli del personale sanitario, impegnati nel contenimento della pandemia, per il Ministero potrebbero poter frequentare le scuole in presenza insieme ai ragazzi disabili e a quelli con bisogni speciali, ma di fatto in Campania non gli viene concesso. Da quando siamo Zona Rossa, il presidente De Luca ha chiesto uno screening su base volontaria per il rientro in classe il 24 novembre per scuola dell'infanzia e prime classi della scuola primaria. Con un numero alto di studenti e docenti positivi, l'Unità di crisi difficilmente opterà per l'apertura ma aspetterà un'altra settimana, quella in cui scadrà anche il Dpcm del governo (3 dicembre). «Gli studenti torneranno in aula se ci sarà la sicurezza per farlo. Ci muoviamo prima di tutto per la tutela della salute», ribadisce l'assessore regionale all'Istruzione Lucia Fortini.

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