Coronavirus fase 2: lunedì 27 aprile ripartono fabbriche, cantieri e ristrutturazioni

Coronavirus fase 2: lunedì 27 aprile ripartono fabbriche, cantieri e ristrutturazioni
Coronavirus fase 2: lunedì 27 aprile ripartono fabbriche, cantieri e ristrutturazioni
Domenica 26 Aprile 2020, 15:24 - Ultimo agg. 20:27
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Domani, lunedì 27 aprile, è il giorno dei primi allentamenti del lockdown per il coronavirus: riapriranno molte fabbriche e - almeno questo sottolineano indiscrezioni attendibili - anche molti cantieri. Posso ripartire poi le ristrutturazioni di case e locali. Sul fronte industriale la Fiat, in accordo con i sindacati, farà tornare al lavoro circa 10.000 operai suddivisi in vari stabilimenti.

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In particolare saranno richiamati a lavorare poco più della metà dei 7.000 lavoratori della Sevel di Atessa, in provincia di Chieti. Si tratta della più grande fabbrica europea di furgoni (i Ducato, ma anche i cugini a marchio Peugeot e Citroen) che è rifornita di componenti da altre fabbriche dell'arcipelago Fiat come Cassino, Termoli e Pomigliano e da grandi stabilimenti di componentistica come la Marelli di Sulmona che fornisce sospensioni. Fiat riaprirà anche la linea di assemblaggio della 500 elettrica a Mirafiori e chiamerà altri 750 lavoratori a lavorare nella grande fabbrica di Melfi. Sempre il 27 dovrebbe aumentare il numero di dipendenti al lavoro di altre grandi imprese come Fincantieri. E' possibile che riaprano anche fabbriche di altre filiere come il tessile. In tutte le regioni dovrebbe essere consentito ai ristoranti di fornire pasti a domicilio, laddove possibile anche all'ora di pranzo.

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Le regole. Per gli ambienti dove operano più lavoratori contemporaneamente potranno essere assunti protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile in relazione alle lavorazioni da eseguire rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, siano adottati strumenti di protezione individuale. Anche per gli orari e i turni ci sono novità: l’articolazione del lavoro potrà essere ridefinita con orari differenziati che favoriscano il distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e prevenendo assembramenti all’entrata e all’uscita con flessibilità di orari. È possibile disporre la riorganizzazione del cantiere e del cronoprogramma delle lavorazioni anche attraverso la turnazione dei lavoratori con l’obiettivo di diminuire i contatti, di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili e di consentire una diversa articolazione degli orari del cantiere sia per quanto attiene all’apertura, alla sosta e all’uscita.

 

 


CANTIERI
«Risposte chiare per gli Enti Locali dalla cabina di regia di oggi, esprimo soddisfazione per il protocollo sulla riapertura dei cantieri in sicurezza, sottoscritto da Anci, sindacati e aziende con la ministra De Micheli anche prima del 4 maggio»: lo sottolinea il vicepresidente vicario dell'Anci, Roberto Pella, sull'incontro della Cabina di Regia di oggi. Pella giudica con favore «l'utilizzo delle mascherine come dispositivo di salute e come gesto di rispetto e responsabilità verso il prossimo», peraltro con «un prezzo calmierato senza speculazioni, con una aliquota fiscale adeguata, e l'approvvigionamento assicurato a tutti gli ottomila Comuni d'Italia che, nei centri più piccoli, potrebbero anche farsi carico della distribuzione, come peraltro già avvenuto»

Tuttavia, insiste Pella, «chiediamo risposte chiare sui dieci punti presentati dall'Anci per assicurare ai comuni risorse certe per far fronte alla spesa corrente e per far ripartire gli investimenti: voglio ricordare, infatti, che i Comuni sono i principali investitori pubblici, con una capacità di resa e rapidità non presenti negli altri livelli di governo. E poi nel prossimo decreto - segnala ancora l'esponente Anci - vanno assicurate ai Sindaci ulteriori risorse per far fronte all'emergenza economica sociale come, ad esempio, il rifinanziamento dei buoni spesa. In particolare per i Comuni di minore dimensione demografica non metropolitani le risorse dovranno servire a colmare il divario digitale; supportare lo smart working e forme di sostegno famigliare a chi non ne può usufruire; pianificare la mobilità pubblica, specie per i pendolari dei treni, o della mobilità condivisa; potenziare reti territoriali di cura e assistenza».

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