Coronavirus, niente Sud: i soldi tutti al Nord. Il default delle città d’arte

Coronavirus, niente Sud: i soldi tutti al Nord. Il default delle città d’arte
Coronavirus, niente Sud: i soldi tutti al Nord. Il default delle città d’arte
di Barbara Jerkov e Francesco Malfetano
Venerdì 14 Agosto 2020, 00:45 - Ultimo agg. 23:00
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Prima il Nord, anche ad agosto. Appena 9 città meridionali (su un totale di 29) potranno infatti accedere agli oltre 500 milioni di euro di indennizzi a fondo perduto previsti per le attività commerciali delle città d’arte colpite dal calo dei turisti stranieri. A penalizzare il Sud sono i criteri adottati dal ministero per i Beni culturali e il Turismo. 

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Questi parametri, basandosi su dati statistici, non solo hanno finito per considerare Verbania più meritevole di Roma o Napoli, ma soprattutto per escludere intere Regioni (come Umbria e Calabria) e città che sono un fiore all’occhiello del turismo made in Italy. Ad esempio tra tutti i centri storici pugliesi, l’unico ad essere ammesso tra quelli che hanno diritto al bonus è Bari. Non c’è spazio quindi per gli imprenditori tarantini, né tantomeno per quelli leccesi. Al contrario sono invece ben 20 le città d’arte del centro-Nord che avranno accesso «all’aiuto mirato» voluto dal ministro Dario Franceschini e in dirittura d’arrivo in Gazzetta Ufficiale. 

A far discutere è dunque il curioso metodo utilizzato dal ministero per selezionare le città d’arte che hanno diritto ai fondi. Nel computo usato dal Mibact, infatti, sono inclusi i capoluoghi di provincia e le città metropolitane che secondo l’Istat hanno registrato nel 2019 presenze turistiche tre volte superiori al numero di residenti oppure i comuni capoluogo di città metropolitane che hanno ospitato un numero di viaggiatori pari a quello dei residenti. Un sistema complesso che «abbiamo adottato per individuare un certo numero di centri urbani su cui avere degli effetti immediati in termini economici» spiegano con un certo imbarazzo dal ministero, sostenendo che «la misura andava circoscritta e si necessitava di un parametro». «Chiaramente - aggiungono - Verbania in termini di presenze assolute è al di sotto della Capitale mentre in termini percentuali è sopra Roma». A testimonianza che la statistica può ingannare e, soprattutto, penalizzare.

Ciò che non si comprende è perché mai queta riflessione non è stata fatta dal ministro. Grazie a questo calcolo e alla decisione di escludere certe tipologie di comuni, un centro come Sassari ad esempio resta tagliato fuori nonostante tra le città della sua provincia abbia Alghero o Arzachena che contano tra i propri turisti circa il 70% di presenze straniere ogni anno, più o meno come Roma e Milano. E fuori resta anche Messina che, comprendendo Taormina nella sua città Metropolitana, è una delle principali mete raggiunte dai viaggiatori non italiani. A svantaggiarle in questo caso sembra essere il mancato riconoscimento dello status di città metropolitana per quanto Alghero, ad esempio, vanti più residenti e più turisti di Verbania. La classifica realizzata ad hoc dal Mibact è quindi un’evidente semplificazione statistica dello scenario turistico italiano e, in quanto tale, non rispecchia la complessità del settore. Sono ben 6 infatti le regioni ad essere escluse dal contributo che copre fino al 20% del fatturato (tetto di 150 mila euro) per le imprese che hanno subito un calo di almeno un terzo rispetto all’anno prima, e sono Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Molise, Abruzzo e Calabria.

Un caso limite è ad esempio rappresentato da Perugia, capoluogo umbro, che stando alle stime effettuate dall’istituto Demoskopica su dati di Banca Italia e Istat, è la più penalizzata in assoluto di tutta la Penisola in termini di presenze turistiche (circa il 50% in meno). Una specificità che il Mibact però non ritiene danneggi i commercianti: «È vero che alcune città d’arte non avranno accesso al bonus - spiegano - ma ciò non vuol dire che saranno abbandonate perché potranno usufruire di altre misure previste nel decreto Agosto». Statistica permettendo. 
 

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