Coronavirus, dal lavoro alla scuola e trasporti: niente tornerà come prima dopo l'emergenza

Coronavirus, dal lavoro alla scuola e trasporti: niente tornerà come prima dopo l'emergenza
Sabato 4 Aprile 2020, 15:07 - Ultimo agg. 5 Aprile, 08:31
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Niente sarà più come prima.  Una prospettiva che in queste settimane di quarantena e dati statistici mette d'accordo chiunque: leader politici e speculatori, sociologi e influencer, star dello spettacolo e studenti, imprenditori e casalinghe. Una svolta, come quelle avvenute nel dopoguerra, il post 11 settembre o l'avvento dell'euro, ma che applicato al quotidiano ci costringe a modificare il futuro. Dovremo abituarci a scambiare tempo in cambio di sicurezza, anteporre il binomio diffidenza-distanza alle abitudini post-globalizzazione, convivere con mascherine e guanti.

 La casa.  Ci siamo stati molto e alcune abitudini rimarranno. Dovendo diffidare dell'ascensore, nel quale è difficile mantenere le distanze, continuerà la riscoperta delle scale (almeno fino ai piani praticabili), utili anche all'esercizio fisico. Per garantire la sicurezza dell'ambiente domestico si è ormai diffusa l'abitudine «giapponese» di abbandonare le scarpe all'ingresso. Mascherine, guanti e detergente saranno i nuovi accessori obbligati che accompagneranno chiavi e portafoglio.

I controlli.  Dopo averla difesa a denti stretti saremo costretti a cedere sul piano della privacy. Il tracciamento da parte di app per individuare assembramenti o contatti con persone infette è cosa di giorni, ma il futuro non ha limiti. Le app potrebbero spingersi a individuare comportamenti a rischio o sintomi pericolosi, a segnalare tempi di attesa per i mezzi pubblici e per l'ingresso nei supermercati. In base ai dati virtuosi raccolti, alle app potrebbe essere affidata l'ultima parola per l'ingresso in luoghi di aggregazione.

 



Lavoro e smart working. Indietro non si torna, o meglio solo un pò. Il lavoro a domicilio si sta diffondendo forzosamente nel mondo delle imprese e della PA. Superata la quarantena si tornerà in fabbrica e negli uffici, ma alcune attività, resteranno efficienti anche ai «domiciliari». Un vantaggio per molte famiglie. Un rischio per molte situazioni di precariato che potrebbero essere ancor più marginalizzate.

Il commercio. Il coronavirus ha fatto volare l'online e la tendenza si rafforzerà ancora. Le nuove fasce di popolazione che si sono abituate durante la quarantena a fare acquisti a distanza forzeranno negozi e punti vendita anche di medie dimensioni a trasformarsi in centri di distribuzione a domicilio per ordini effettuati da cataloghi.


 
 


Trasporti pubblici.  Dopo anni di campagne promozionali per scoraggiare l'uso dell'auto, ora bus, metropolitane e treni sono i nuovi «nemici». Per riavvicinare pendolari e utenti le società di gestione stanno studiando nuovi piani operativi, con spazi delimitati per l'attesa e corse a «numero chiuso» in modo da garantire le distanze. Inevitabile l'aumento dei tempi di attesa e la necessaria dose di pazienza per affrontarli. Le stazioni della metro e quelle ferroviarie hanno il problema degli spazi comuni da gestire: dovremo abituarci a percorsi di distanziamento e controlli. I mezzi di trasporto verranno sottoposti a pulizie e disinfezioni dopo ogni corsa.

Trasporto aereo. Uno dei settori maggiormente rivoluzionato. Dopo decenni di espansioni delle low cost, riduzioni tariffarie e analoghe contrazioni degli spazi fra i seggiolini, le compagnie dovranno riprogettare le procedure: termo scanner agli imbarchi, guanti e mascherine per i passeggeri, imbarco coi soli «finger», posti contingentati e assegnati ad adeguata distanza, sanificazione frequente delle toilette, pasti rigorosamente sigillati, pulizia e sterilizzazione degli ambienti a fine volo. Per le sale transiti degli aeroporti valgono le considerazioni delle stazioni. I serpentoni fitti disegnati dalla colonnine «tendi nastro» apparterranno al passato.


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Scuola. Scuole e università dovranno riorganizzarsi: distanze, buone pratiche e disinfettanti, maggior uso della tecnologia, con corsi e lezioni online. Le università in particolare adotteranno il numero chiuso per chi la lezione vuole seguirla dall'aula, predisponendo sale di ascolto o accessi da remoto per gli altri. Esami frammentati in più date, per gestire piccoli gruppi, limitando allo stretto necessario gli scritti.

Ristoranti.  Verrà limitato il numero di clienti che vi accedono, con distanza di oltre due metri tra i tavoli e camerieri in guanti e mascherina. Le prenotazioni diverranno la norma e le file per entrare dovranno essere distanziate. Per i ristoratori è ragionevole mettere in conto una riduzione dei coperti, meno accentuata per quelli che dispongono di spazi esterni. Per recuperare in parte i danni quelli che durante l'epidemia hanno spinto sulle consegne a domicilio potrebbero strutturare questo servizio. Modifiche anche nell'organizzazione del lavoro in cucina per garantire sicurezza ai lavoratori e piatti a prova di contagio per i clienti. Aumenteranno le dark kitchen, quelle cucine aperte solo per la consegna a domicilio.

Palestre e sport.  Le realtà di grandi dimensioni si attrezzeranno con percorsi su prenotazione costruiti sull'uso di macchine ad personam e sanificazione a fine turno. Ma la nuova situazione spingerà a puntare di più su corsi online con personal trainer in video che guidano lezioni ed esercizi a casa. Aumenteranno gli acquisti e gli affitti temporanei di attrezzi e strumenti. Difficile ipotizzare gli sviluppi per lo sport amatoriale di contatto come calcio e basket.

Cinema, teatri, concerti e discoteche.  I posti potrebbero essere assegnati con prenotazione, numero limitato di spettatori, comportamenti meno espansivi. Percorsi filtrati.

Rifiuti.  La rivoluzione Greta ha dovuto incassare il colpo.
Se è vero che lockdown e quarantene mondiali hanno azzerato o quasi i livelli di inquinamento, mascherine, guanti e confezioni usa e getta sono rifiuti non semplici da smaltire.

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