Crisi di governo, complottisti e transfughi: ecco l’armata dei «responsabili»

Crisi di governo, complottisti e transfughi: ecco l’armata dei «responsabili»
di Emilio Fabio Torsello
Martedì 26 Gennaio 2021, 23:30 - Ultimo agg. 27 Gennaio, 13:35
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«Farò di voi un’armata veloce et ardita, che sia veltro e lione al tempo istesso!». Una delle più celebri battute del film di Mario Monicelli, «L’armata Brancaleone», ben si adatta alla composita provenienza dei cosiddetti responsabili su cui ha retto l’ultima fiducia al governo. Tra questi, i deputati e i senatori del Maie-Italia23. Gli stessi che adesso vorrebbero partecipare alle consultazioni con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Per poter varcare la fatidica soglia del Quirinale, però, è necessario costituirsi in un gruppo parlamentare.

Pur di esserci, i Responsabili – in tutto dieci tra deputati e senatori – hanno deciso di unirsi sotto il simbolo del Maie (gli eletti all’estero). Per ora ne faranno parte Adriano Cario (Maie), Saverio De Bonis (Maie), Ricardo Merlo (Maie), Raffaele Fantetti (Maie), gli M5S Maurizio Buccarella, Alfonso Ciampolillo e Luigi Di Marzio, insieme agli ormai ex forzisti Sandra Lonardo, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin.

Di Ciampolillo – ex M5S - le notizie di questi giorni hanno raccontato praticamente tutto. Divenuto una star anche sui social dove ha impazzato l’hastah #Ciampolillo, ha fatto parlare di sé per essere rientrato a votare la fiducia al fotofinish. Nato a Bari nel 1972, gli amici lo chiamano “Lello”, ma il suo vero nome è Alfonso. Nel 2009 si è candidato a sindaco di Bari ottenendo appena 767 voti. Poi per due volte il M5S lo ha fatto eleggere in Senato, nel 2013 e nel 2018. Animalista e vegano, ha scritto al ministro Speranza sostenendo l’efficacia della Cannabis terapeutica contro il Coronavirus

Sempre nelle file del Maie milita Adriano Cario, eletto in Argentina, in passato ha fatto parlare di sé perché un ex deputato Pd, Fabio Porta, ha contestato la sua elezione in Parlamento, denunciando brogli.

Senza un passato politico degno di nota, di Adriano Cario si ricorda invece il padre, Gaetano, giornalista ed editore scomparso nel 2005 dopo aver fondato e fatto crescere – quarant’anni prima - ben dieci testate giornalistiche in America latina.

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Ma il fondatore del Maie è Ricardo Antonio Merlo: nato a Buenos Aires nel 1962, è laureato in Scienze Politiche e per anni ha lavorato come giornalista. In quest’ultima legislatura il suo partito è stato il porto sicuro per i transfughi, soprattutto provenienti dal M5S. Ricardo Merlo, confermando la fiducia al Conte I (2018) e al Conte II (2019), si è ritrovato ed è stato poi riconfermato Sottosegretario agli Esteri. 

Raffaele Fantetti, invece, è il presidente di “Italia 23”, l’associazione nata nel giorno in cui Renzi minacciava di togliere il sostegno all’Esecutivo. Avvocato esperto di Procurement e commercio internazionale, è approdato al Maie nel 2020, dopo aver abbandonato il partito di Silvio Berlusconi. Fantetti spiega di essere anche editore di due riviste e di avere «oltre 25 anni di esperienze di lavoro a Londra, Roma, Parigi, Bruxelles, Ginevra e Washington DC».

Altra storia per Saverio De Bonis, materano originario di Irsina, eletto con il Movimento 5 Stelle nel collegio Basilicata 1 e poi espulso dai pentastellati con l’accusa di aver taciuto su un vecchio procedimento contabile a suo carico per alcune irregolarità nella gestione di una onlus. Sui social è un mito dei complottisti Stop5G, di cui denuncia fantomatici danni alla salute e conflitti di interesse: «Con questa tecnologia – scrive - è come camminare in un forno a microonde».

C’è poi Maurizio Buccarella, ex M5S, salito agli onori delle cronache nel 2013 per la battaglia in difesa della pasta italiana vittima del grano “saraceno” (regolarmente prodotto in Italia, ndr) e per aver accusato un anno più tardi l’allora presidente del Senato, Pietro Grasso, di avere un tastino nascosto sul tavolo che «permette di staccare il collegamento video mentre parla un senatore quando c’è la diretta».

Altro ex grillino è Luigi di Marzio, già direttore sanitario del Cardarelli di Campobasso e in lizza per diventare sottosegretario alla Sanità: ha abbandonato il partito un anno fa, denunciando “l’epurazione” a cui a suo dire stava assistendo nella contesa sulle mancate restituzioni. 

Chiude il gruppo la truppa di altri tre ex forzisti: Sandra Lonardo, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin. Quest’ultimo già esponente PD nel veneto, passato poi con Italia futura di Montezemolo e quindi deputato di Scelta Civica, Causin è fresco di espulsione da FI, reo di aver votato la fiducia a Conte. 

Per molto tempo nel “cerchio magico” del Cavaliere al punto di finire imputata per falsa testimonianza nel processo Ruby ter, invece, i rapporti tra Maria Rosaria Rossi e Silvio Berlusconi erano in crisi da tempo. Dopo aver votato la fiducia al governo Conte, anche lei è stata espulsa dal partito. Nel 2020 ha aperto una pizzeria con oltre trenta tavoli in provincia di Caserta: poco dopo è arrivato il lockdown.

Sandra Lonardo, infine, è moglie di uno degli uomini storici della politica italiana, l’ex ministro Clemente Mastella. Già presidente del consiglio regionale della Campania, negli anni scorsi la Lonardo ha avviato il laboratorio “Ceppaloni events”, promettendo di produrre “panettoni, grissini, taralli e tante altre ghiottonerie”. Il presidente Mattarella è avvisato. 

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