Dall’Irpef al condono, i debiti col fisco
di papà Di Maio: 134mila euro

Dall’Irpef al condono, i debiti col fisco di papà Di Maio: 134mila euro
di Gigi Di Fiore
Martedì 4 Dicembre 2018, 09:35 - Ultimo agg. 14:40
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«Debiti tributari e previdenziali», ammette Antonio Di Maio. Debiti con il fisco che partono dal 2001 e arrivano fino al 2010. E che lo hanno spinto a chiudere la sua ditta edile individuale. Debiti che gli hanno impedito poi di acquisire quote o ruoli formali di gestione nella ditta di famiglia, l’Ardima, prima intestata alla moglie e poi ai due figli Luigi e Rosalba. I debiti con il Fisco di Antonio Di Maio ammontano a 134.226 euro. Questa è la cifra indicata nella cartella esattoriale di Equitalia Polis, sezione di Napoli. Poi, con multe e interessi, la cifra è lievitata a 176.724,59 euro. 
LA MEDIAZIONE
Antonio Di Maio non risulta avere redditi da guadagni o stipendi, se si escludono gli 88 euro di redditività sulle nove particelle di terreni di cui possiede quote proprietarie. Utilizzando le possibilità di ridurre il suo debito con il fisco, a quanto risulta al Mattino il padre del vice premier ha aderito alla rottamazione-bis voluta dal governo Gentiloni.
Spiega l’avvocato Angelo Pisani, esperto di contenziosi con Equitalia: «Il periodo più caldo dei pignoramenti e delle ipoteche di Equitalia è quello compreso tra il 2010 e il 2013. Dopo, c’è stato un raffreddamento per la politica delle rottamazioni avviata dai governi a guida Pd».
Il 2010 è l’anno di iscrizione dell’ipoteca, su due terreni e un immobile sempre in via Umberto a Mariglianella, per i debiti del padre di Luigi Di Maio. L’adesione alla rottamazione-bis gli ha consentito una rateizzazione del consistente debito con Equitalia. Antonio Di Maio non è riuscito però a pagare tutte le rate. Tra i debiti c’è un po’ di tutto: contributi artigianali non pagati, tassa rifiuti non versata, Iva, Irpef, contributi previdenziali aziendali, Irap e anche una tassa su una imposta di Condono. Ora, per proseguire la riduzione del debito indicato dalle cartelle e dall’ipoteca di Equitalia, entro venerdì sarebbe obbligato a versare le rate di luglio, settembre e ottobre 2018. Spiega infatti il commercialista Gianluca Gentile, esperto in materia di rapporti con il fisco: «La rottamazione-ter è di fatto una prosecuzione della rottamazione prevista dalle norme del 2017. Per aderirvi, è previsto che il contribuente deve pagare le rate ultime di quest’anno nel termine perentorio del sette dicembre prossimo». Una rottamazione fissata nei suoi contenuti dal governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte. Una possibilità che in teoria Antonio Di Maio potrebbe utilizzare, ma parrebbe non sia intenzionato ad avvalersene. Spiega ancora il commercialista Gianluca Gentile: «Alla rottamazione possono aderire tutti i contribuenti che hanno i loro debiti iscritti a ruolo esecutivo. Non esistono limiti di importo, né vincoli legati al tipo di tributo che il fisco rivendica come non pagato. Attualmente, fino ad un debito di mille euro, è prevista la cancellazione del debito. Naturalmente, come sempre in questa materia, le circolari esplicative forniscono orientamenti e indicazioni nel dettaglio». Negli uffici riscossione dell’Agenzia delle entrate in via Bracco a Napoli, rimandano per qualsiasi dichiarazione all’ufficio stampa di Roma dove dicono: «Non possiamo fornire delucidazioni su singole posizioni di contribuenti per non violare le norme sulla privacy. Possiamo solo dire, genericamente, che ogni singola posizione è diversa, che è possibile che un pignoramento avviato non sia andato a buon fine, che su un’ipoteca venga interrotta la prescrizione dall’emissione e notifica di successive cartelle esattoriali».
L’AGENZIA DELLE ENTRATE
La tipologia dei debiti con l’Agenzia delle Entrate di Antonio Di Maio è quindi variegata e non riguarda solo il lavoro nero ma tutta una serie di imposte legate all’attività dell’azienda e ai redditi da essa ottenuti. La differenza tra 134.226 che rappresenta il carico nei confronti del fisco e i 176.724 euro dell’ipoteca è data da sanzioni e interessi di mora. Si spiega, invece, con l’adesione alla procedura di rottamazione delle cartelle esattoriali, come l’ipoteca non sia così prossima alla prescrizione. Dice l’avvocato Angelo Pisani: «A volte l’Agenzia preferisce tenere in piedi un’ipoteca, che vieta comunque la vendita dell’immobile, invece di procedere ad un pignoramento e successiva asta che porta a realizzare importi non soddisfacenti rispetto al credito. Insomma, in questa materia, la variabilità di situazioni è davvero infinita».
Di certo, il padre del vicepremier è ora atteso alla scadenza di venerdì.

Se riuscirà a pagare le tre rate della rottamazione-bis di quest’anno, potrebbe aderire alla rottamazione-ter voluta dal governo dove il figlio è vice premier. Staremo a vedere quali saranno le sue decisioni.

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