Ddl Zan, voto in Senato il 13 luglio. Niente accordo nella maggioranza

Ddl Zan, non c'è accordo nella maggioranza: si va verso il voto in Senato
Ddl Zan, non c'è accordo nella maggioranza: si va verso il voto in Senato
Martedì 6 Luglio 2021, 16:51 - Ultimo agg. 8 Luglio, 10:25
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Sul ​Ddl Zan non è stato trovato un accordo nella maggioranza: il decreto contro l'omofobia verrà votato in Senato il 13 luglio. Già dalle scorse ore si era aperta una doppia possibilità: portare al voto in Senato il ddl Zan com'è oggi, col rischio di vederlo bocciato, oppure aprire un tavolo per alcune modifiche, magari il riferimento all'identità di genere come proposto dalla Lega. Ora la strada è segnata: andrà al Senato così com'è. Col rischio, però, che l'approvazione salti. 

Scontro sul Ddl Zan

Secondo quanto hanno riferito i partecipanti alla riunione, il centrodestra ha chiesto di far slittare di altre 24 ore il voto di oggi pomeriggio in Aula, per tentare di trovare un accordo, richiesta respinta da Pd, M5s e Leu come dilatoria. «È un peccato - ha detto Davide Faraone, capogruppo di Iv - il presidente Ostellari aveva fatto una proposta saggia, Pd e M5s hanno voluto forzare e ciò crea un clima che mette a repentaglio l'approvazione della legge». Il presidente della commissione Giustizia aveva anche chiesto di fissare al 22 luglio il giorno dell'approdo in Aula del testo.

Ma il Pd ha detto no a entrambe le proposte: la data del voto al Senato resta il 13 luglio.

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Anche Annamaria Bernini e Massimiliano Romeo hanno espresso entrambe «rammarico» per la mancata accettazione della mediazione di Ostellari da parte di Pd, M5s e Leu: «Quando si sta insieme in maggioranza - ha detto Bernini - si cerca un accordo; in una mediazione nessuno esce trionfatore, ma si fa così, non si piantano le bandierine».

«Ci hanno fatto capire - ha detto Romeo - che non sono disposti ad accettare modifiche al testo. A questo punto ci prepariamo a una battaglia i cui esiti sono imprevedibili». Questa impostazione è contestata dal Pd, da M5s e da Leu: «Sono mesi, dico mesi - ha affermato Simona Malpezzi - che tengono bloccata la Commissione in modo ostruzionistico. Questa è stata una forzatura, mentre noi non lo abbiamo mai fatto, anzi, abbiamo anche accettato di rinviare il voto sulla calendarizzazione della legge in Aula». «Aspettiamo da sette mesi - ha detto Loredana De Petris - . Anche il rinvio di 24 ore del voto odierno è inutile, perché non si trovano intese in poche ore». Andrea Cioffi di M5s ha parlato di «proposte dilatorie» di Lega e Fi: «È l'atteggiamento che vuole far vedere una cosa e invece ne intende un'altra».

Salvini: si va in aula, se affossata colpa di Letta

«Letta insiste. Si andrà in Parlamento. Se la legge sarà affossata il nome di chi ha impedito che si arrivasse all'unità è Letta - ha detto Matteo Salvini uscendo dal vertice del centrodestra -. Gli è stata proposta mille volte, anche dai renziani, una mediazione. Noi continueremo ad insistere sul dialogo» anche «da qui al voto».

«Se ho apprezzato la mano tesa di Renzi? Assolutamente sì. Un atteggiamento costruttivo. A noi interessano i risultati», ha detto il leader della Lega. In merito a future convergenze sul Quirinale invece Salvini ha parlato di «fantapolitica».

Il capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo, attacca il centrosinistra intervenendo in aula: «Voi volete approvare la legge così come è, e il vostro atteggiamento è prendere o lasciare. Ma a questo punto ognuno si prende le sue responsabilità, la vostra è quella di avvelenare un clima politico nella maggioranza, mentre si dovrebbe mettersi attorno a un tavolo e discutere».

Letta: voti ci sono, ognuno si assuma responsabilità

«Calendarizzato il #DdlZan. Quindi vuol dire che #iVotiCiSono. Allora, in trasparenza e assumendosi ognuno le sue responsabilità, andiamo avanti e approviamolo». Così il segretario del Pd Enrico Letta su Twitter dopo il voto dell'Aula del Senato che ha confermato l'esame del provvedimento a partire dal prossimo 13 luglio.

 

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