De Luca, Di Maio e Renzi?
Salvini: «È un'alleanza impossibile»

De Luca, Di Maio e Renzi? Salvini: «È un'alleanza impossibile»
di Lorenzo Calò
Venerdì 11 Ottobre 2019, 07:48 - Ultimo agg. 17:59
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«Ma ve la immaginate un'alleanza De Luca-Pd-Di Maio-De Magistris? Io non lo so: con quale progetto questi signori possono pensare di presentarsi per il governo della Campania?». Matteo Salvini oggi torna a Napoli per la prima volta da quando non è più ministro dell'Interno e vicepremier: sarà presente all'evento «Giustizia e crescita: the young hope», la scuola di formazione ispirata da Annalisa Chirico.

 

Senatore, ma per ora la Lega ha vinto al Sud sempre in alleanza con le forze di centrodestra.
«Però siamo in espansione. Stanno arrivando da noi sindaci, consiglieri comunali ma anche esponenti della società civile. Ci stiamo concentrando sulla Calabria, che dovrebbe andare al voto a gennaio, poi stringeremo su Puglia, Campania, Sicilia».
Non teme di imbarcare riciclati?
«Vigileremo con la massima attenzione».
Volpi è stato eletto al vertice del Copasir: sarà ancora lui il commissario in Campania?
«Questo è un tema su cui stiamo già ragionando. Credo che gli impegni al Copasir, per la delicatezza del ruolo, lo assorbiranno molto. Stiamo riflettendo su come riorganizzare la presenza del partito in Campania dando voce e spazio ai territori».
Cosa è mancato finora all'azione della Lega nel Mezzogiorno?
«Fin quando siamo stati al governo abbiamo cercato di dare risposte su immigrazione, sicurezza, infrastrutture. Il vero gap per un cittadino della Campania e del Sud è la qualità dell'assistenza sanitaria, il lavoro, l'efficienza dei trasporti».
Qual è la vostra ricetta?
«Entrare nelle istituzioni, poter incidere nell'azione di governo. Un conto è farlo se hai solo il sindaco di San Giuseppe Vesuviano, un conto è operare governando la Regione».
Ma in Campania si voterà non prima di giugno 2020...
«Stiamo ai fatti. Oggi la Lega è il primo partito. Il test più vicino è in Umbria dove sono convinto che vinceremo. Poi ci misureremo in Emilia e in Calabria. Voglio vedere quanto dura l'alleanza delle poltrone tra Pd e Cinquestelle».
Con un centrodestra unito ne chiederà la guida in Campania?
«Vedremo, ci confronteremo. Ci sono anche altre voci di livello nel centrodestra con cui costruire un dialogo».
Come giudica le misure di carattere economico contenute nella Nota di aggiornamento al Def?
«Per ora vedo solo parole che cambiano di giorno in giorno. Mi sembra che comunque ci sia un chiaro regresso rispetto a quando noi eravamo al governo: viene rimessa in discussione quota 100 e, soprattutto, non trovo misure adeguate per rilanciare l'assistenza sanitaria nel Mezzogiorno».
Il governo parla di una manovra molto vicina alle fasce più deboli...
«Hanno litigato più loro in due mesi che io e Di Maio in un anno e mezzo. Ora vedo che a conti fatti mancano ancora 5 miliardi per le coperture Iva. Da dove prenderanno questi soldi? Poi non si è capito come intendano rilanciare l'occupazione visti anche gli ultimi dati che fotografano tassi vicini al 50% di inattività in alcune zone del Mezzogiorno. L'unica misura fiscale utile, la Flat tax che la Lega proponeva e che tutti gli imprenditori chiedevano, è stata accantonata. La verità è che il governo sbanda».
La colpa è di Renzi, di Conte o di Zingaretti?
«Conte ha perso il controllo. Lo vedo troppo impegnato a distriscarsi tra Renzi, gli Americani, le spie».
Il premier si dice pronto a riferire al Copasir ora a presidenza leghista.
«Conte può andare quando vuole, la sua parabola la vedo bella che finita. È confuso, da cinque giorni dice tutto e il contrario di tutto ma evidentemente c'è qualcosa che non torna».
Il 19 ottobre la Lega scenderà in piazza a Roma.
«E le dico che dalla Campania stiamo ricevendo un sostegno incredibile».
Perché?
«A oggi siamo a 40 pullman che sono stati organizzati per l'evento di piazza San Giovanni. Sarà una manifestazione imponente durante la quale daremo le nostre indicazioni su economia, Europa, lavoro, sicurezza, immigrazione, infrastrutture».
Nel frattempo i Cinquestelle hanno portato a casa il taglio dei parlamentari. Ricorda? Di Maio ha sempre definito la riforma un «obiettivo di legislatura».
«E noi responsabilmente abbiamo votato sì per la quarta volta, non come il Pd che per tre volte ha votato no. È un segnale, un simbolo ma non è la riforma che risolve il problema dei costi della politica».
Cosa manca?
«Il risparmio è come il costo di un caffè per un anno: incide poco e non produce nessun risultato tangibile se non accompagnato ad altre misure di sostegno per la crescita».
Il 15 ottobre ci sarà l'atteso confronto televisivo con Renzi: Matteo VS Matteo. Ci saranno scintille?
«Non mi sono mai tirato indietro: sono aperto al confronto con tutti. Ma capisco le esigenze televisive. Vada per il faccia a faccia con Renzi».
È preoccupato?
«Non è che non ci dorma la notte. Eppoi: la Lega è al 30 per cento, Renzi intorno al 3».
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