Debito italiano sotto attacco, Meloni: «Non metteremo i conti pubblici a rischio»

Debito italiano sotto attacco, Meloni: «Non metteremo i conti pubblici a rischio»
Debito italiano sotto attacco, Meloni: «Non metteremo i conti pubblici a rischio»
di Rosario Dimito e Francesco Malfetano
Venerdì 26 Agosto 2022, 07:21 - Ultimo agg. 11:03
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Le incognite politiche sul voto, l'uscita di scena di Mario Draghi - considerato una garanzia a livello internazionale per la tenuta dei conti pubblici - e il prezzo del gas ormai inarrestabile, alimentano la speculazione degli hedge fund che, secondo l'autorevole Financial Times, stanno piazzando una scommessa da oltre 39 miliardi contro i titoli di Stato italiani, vale a dire la più grande dalla crisi finanziaria globale del 2008 (quando a palazzo Chigi sedeva Silvio Berlusconi).

Un vero e proprio attacco al debito nostrano su cui la fondatrice di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, aspirante leader del prossimo esecutivo, ieri ha provato a frenare rassicurando analisti e mercati sull'operato della sua maggioranza.

Il centrodestra «non metterà a rischio le finanze pubbliche». Come ha spiegato in un'intervista a Reuters infatti, le diverse proposte avanzate nel programma elettorale della coalizione - a cominciare dal taglio delle tasse previsto con la nuova Flat Tax o la cosiddetta pace fiscale - «rispetteranno le regole di bilancio fissate dall'Unione europea». 

Parole importanti per una ex forza anti-europeista che potrebbe trovarsi a governare in una fase in cui il debito pubblico italiano, secondo le ultime stime, ha già raggiunto il 147% del Pil nazionale. «Dobbiamo essere e saremo cauti - ha aggiunto Meloni. Il primo impegno del nuovo governo sarà la Manovra fiscale per il 2023 e inevitabilmente dovremmo ancorarla ai parametri richiesti» per i conti pubblici. Tutto questo mentre il segretario del Pd Enrico Letta ieri sera a Tg2 post in collegamento dal Festival de L'Unità di Bologna ha pizzicato Giulio Tremonti, presente in studio: «Vorrei chiedere a Tremonti: chi gliel'ha fatto fare di rimettersi in pista?». Lui: «Mi hanno spinto passione e interesse per l'Italia». 

Questi investitori spregiudicati, non a caso spesso definiti avvoltoi, stanno creando tensioni sul mercato approfittando del fatto che in agosto gli scambi sono molto minori. Su questo sfondo, reso più critico dalle agenzie di rating che hanno messo sotto osservazione il Paese (un eventuale downgrade farebbe precipitare il rating sui titoli italiani in junk, cioè spazzatura), secondo il FT che cita dati di S&P Global Market Intelligence, trova terreno fertile l'attacco in atto da parte di fondi internazionali speculativi.

L'aggressività di questi investitori che shortano i titoli, cioè li prendono in prestito vendendoli, supera l'iniziativa contemporanea di alcune grandi banche italiane che, secondo quanto risulta al Messaggero, sono tornate ad acquistare debito pubblico italiano, in quantità sicuramente molto più bassa dello stock di titoli riversato sul mercato dalla speculazione. 

Ieri lo spread, cioè il differenziale fra i rendimenti di bund e btp a dieci anni comunque è andato in altalena toccando un massimo di 231 punti, chiudendo al ribasso a quota 223. Si consideri che secondo gli ultimi dati Bankitalia, nel portafoglio dell'intero sistema bancario italiano sono custoditi circa 400 miliardi di titoli di stato: a giugno scorso Intesa Sanpaolo ne aveva 30,8 miliardi, Unicredit 41,2 miliardi, Banco Bpm 11,7 miliardi. E la ripresa negli acquisti dimostra un segnale di fiducia verso il Paese in una fase politico-economica molto delicata.

Secondo fonti attendibili sarebbero Bridgewater associates e Brevan Howard i due hedge fund più aggressivi in questa attività senza scrupoli di vendita allo scoperto che provoca il rialzo dei rendimenti, salvo riacquistarli a valori più bassi. Il primo con sede a Westport, nel Connecticut, (Stati Uniti) ha un patrimonio gestito di circa 150 miliardi di dollari; il secondo è una società di gestione di fondi hedge europea, base nel Jersey con i suoi fondi domiciliati nelle isole Cayman e un patrimonio di circa 30 miliardi di dollari. Entrambi non sono nuovi a queste incursioni spericolate in Italia, lo avrebbero già fatto nel 2018 ma rimettendoci almeno una ventina di miliardi avendo sbagliato calcoli e mosse. 

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Adesso l'occasione è rappresentata dalla preoccupazione generale sull'Italia per le dinamiche internazionali della guerra con i riflessi diretti sull'economia. Per questo gli investimenti dall'estero di titoli latitano e le mosse aggressive sul debito tentano di disarticolare l'Italia dall'alleanza occidentale e dalla coalizione europea, visto che Nato ed Europa, assicurano i grandi banchieri, stanno assieme. Il mese scorso il Fondo monetario ha avvertito che l'embargo sul gas russo avrebbe portato a una contrazione economica di oltre il 5% in Italia e in altri tre Paesi, a meno che altre nazioni non avessero condiviso le proprie forniture. 

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