Bonus Coronavirus, con il decreto Rilancio resta il rischio tempi lunghi. Cig, si punta a velocizzare

Bonus Coronavirus, con il decreto Rilancio resta il rischio tempi lunghi. Cig, si punta a velocizzare
Bonus Coronavirus, con il decreto Rilancio resta il rischio tempi lunghi. Cig, si punta a velocizzare
di Luca Cifoni
Venerdì 15 Maggio 2020, 07:20 - Ultimo agg. 16 Maggio, 01:09
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Il diavolo sta nei dettagli e qualche volta anche nei decreti attuativi. Se il decreto Rilancio con i suoi 55 miliardi (che diventano ben 155 quanto a impatto sul bilancio dello Stato) risulta sicuramente uno dei più consistenti della storia del Paese, è anche vero che la velocità di attuazione sarà un metro di misura altrettanto importante per valutare il provvedimento. Il precedente del Cura Italia è quanto meno in chiaroscuro, con il caos iniziale sull'indennità per i lavoratori autonomi, i ritardi sulla cassa integrazione in deroga e i tempi lunghi nell'erogazione dei prestiti garantiti, per lo meno da una parte delle banche.

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IL RODAGGIO
Per la prossima tornata di misure ci sono un paio di fattori che potrebbero giocare a favore: la volontà del governo di correggere le disfunzioni già registrate, e il maggior rodaggio delle strutture amministrative. Ma restano anche molte incognite, perché in vari casi si tratta comunque di creare procedure che al momento non esistono. Non dovrebbero esserci particolari problemi per l'erogazione della seconda rata dell'indennità da 600 euro (riferita retroattivamente al mese di aprile) a lavoratori autonomi, professionisti e collaboratori: l'Inps si limiterà a replicare i pagamenti precedenti, avendo acquisito i dati a partire dall'Iban. Per la successiva erogazione relativa a maggio e maggiorata alla somma di 1.000 euro, collaboratori e professionisti dovranno però dimostrare l'interruzione dell'attività o la riduzione del reddito, mentre commercianti e artigiani non avranno più diritto al beneficio perché, in quanto micro-imprese, passeranno a percepire il ristoro parziale delle perdite da parte dell'Agenzia delle Entrate.
 


Proprio questo nuovo strumento sulla carta dovrebbe beneficiare dei vantaggi delle procedure telematiche già sperimentate nei rapporti ordinari con il fisco, anche con l'aiuto dei commercialisti. E a velocizzare il tutto può contribuire l'ampio ricorso alle autocertificazioni, comprese quelle relative alla normativa anti-mafia. Servirà comunque un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate, una volta emesso il quale gli interessati avranno 60 giorni per procedere.

L'impegno politico del ministro dell'Economia è far arrivare questo aiuto nel mese di giugno. Sempre sul fronte fiscale la cancellazione della rata Irap di giugno non dovrebbe richiedere particolari formalità ai contribuenti interessati, mentre è già chiaro che le misure di sostegno alla patrimonializzazione delle imprese, che vedono in campo anche Invitalia e la Cassa Depositi e Prestiti, richiederanno vari provvedimenti attuativi e dunque avranno una tempistica più lunga.

Tra le varie indennità debuttano con questo decreto il reddito di emergenza e quella destinata a colf e badanti. In entrambi i casi la domanda andrà presentata all'Inps che dovrà quindi definire - con apposite circolari - procedure e modalità. I tempi non saranno quindi immediati, anche se si potrà fare ricorso, rispettivamente, anche a Caf e patronati.

RITARDI
La cassa integrazione è stata l'altra nota dolente del primo pacchetto di misure anti-crisi. Insieme al rifinanziamento degli ammortizzatori sono stati inseriti nel nuovo testo di legge meccanismi di semplificazione delle procedure, che vanno dalla possibilità di pagamento diretto su richiesta del datore di lavoro all'anticipo del 40% da parte dell'Inps per la Cig in deroga. Ci sarebbe anche l'idea di rilanciare l'intesa con le banche che finora non ha avuto grandi risultati: per questo viene costituito un apposito fondo di garanzia che però difficilmente vedrà la luce presto visto che richiede la consultazione con l'Abi e un decreto del Mef, di concerto con il ministero del Lavoro, per il quale ci sono 60 giorni di tempo.
Vari decreti ministeriali (oltre che controlli) sono richiesti anche per la procedura di regolarizzazione dei lavoratori stranieri: qui il rischio è che le procedure vadano oltre la stagione dei raccolti in agricoltura.

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