Di Maio quindi rimarca: «Al Sud servono infrastrutture, un piano che punti a creare posti di lavoro, che spinga la crescita e lo sviluppo e che si concentri nella stagione estiva anche e soprattutto sul turismo, su cui per quanto mi riguarda bisogna intensificare gli sforzi e fare qualcosa in più. Non è possibile che a ridosso del 2020 ci siano Comuni dove si fatica a trovare un pronto soccorso o il personale sanitario. Dove per fare 10 km impieghi due ore. Dove se vuoi mandare tuo figlio a scuola devi cambiare città».
Il vicepremier poi ricorda: «Il ministro Lezzi ha già innalzato la quota ordinaria di investimenti al Sud al 34 per cento (abbassata dai governi precedenti al 28 per cento) e destinato 21 milioni alla realizzazione di nuovi asili nelle città metropolitane del Sud.
Nel decreto Crescita, che stiamo per approvare, abbiamo istituito un fondo da 300 milioni per le Zes, Zone economiche speciali al Sud, con il quale vogliamo attrarre ulteriori capitali privati. E poi ci sono i Cis, i Contratti istituzionali di sviluppo, per realizzare interventi edilizi e infrastrutturali in Molise, Basilicata, Sardegna, nel foggiano e nei centri storici di Cosenza, Palermo, Taranto e Napoli. Ma, appunto, ora occorre elaborare un grande piano, di pari passo con l'Autonomia. Se le velocità sono sempre state due e diverse - conclude Di Maio - occorre fare il possibile affinchè l'Italia torni a correre con lo stesso ritmo e costanza. La storia ce l'ha insegnato: ogni divisione indebolisce. Un'unione di intenti dà forza».