Di Maio minacciato dall'Isis, foto diffusa da Al Naba: «Proclameremo califfato con le pallottole»

Di Maio minacciato dall'Isis, foto diffusa da Al Naba: «Proclameremo califfato con le pallottole»
Di Maio minacciato dall'Isis, foto diffusa da Al Naba: «Proclameremo califfato con le pallottole»
Sabato 13 Novembre 2021, 11:46 - Ultimo agg. 14 Novembre, 08:38
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L'Isis torna a minacciare Luigi Di Mai su uno dei suoi organi di propaganda. La rivista Al Naba ha pubblicato una foto del ministro degli Esteri e del collega americano Antony Blinken in occasione del vertice della coalizione anti-Daesh del giugno scorso a Roma. Di Maio era già stato oggetto di minacce sulla stessa rivista lo scorso luglio, proprio all'indomani del summit. Ed anche questa volta, come allora, la politica italiana si è stretta intorno al titolare della Farnesina senza distinzioni di appartenenza. La ministeriale anti-Daesh del 28 giugno a Roma, promossa da Italia e Stati Uniti, ha segnato una tappa importante per rinnovare gli sforzi coordinati nella lotta contro il gruppo jihadista. Due anni dopo l'ultima riunione, le delegazioni di 80 Paesi hanno concordato sul fatto che l'Isis «è stato sconfitto nella sua dimensione territoriale, ma non è stato sradicato», aveva sottolineato Di Maio dopo aver presieduto i lavori con Blinken.

Minacce a Luigi di Maio dalla rivista dell'Isis Al Naba

E proprio i capi delle due diplomazie sono finiti nel mirino dell'ultima pubblicazione di al Naba.

Non nominati esplicitamente, ma con una foto che li ritrae in primo piano durante la ministeriale. «Perché il Califfato li spaventa!», è il titolo dell'articolo, in cui l'Isis ripropone la sua retorica anti-occidentale, insieme con il mantra della «conquista di Roma», intesa come luogo simbolo della cristianità da abbattere: un «destino inevitabile, anche se i tiranni d'America e la coalizione dei crociati raduno eserciti, media e intelligence», afferma la propaganda jihadista, secondo cui lo «Stato islamico» è tutt'altro che morto. Dopo la sconfitta in Siria e Iraq, l'Isis ha effettivamente continuato a colpire in altri teatri (come l'Afghanistan), seppur con una modalità meno strutturata. A preoccupare, adesso, è soprattutto il suo tentativo di allargarsi in Africa, attraverso le sue ramificazioni locali, destabilizzando Paesi cruciali per l'Europa, nel Sahel, da dove partono la maggior parte dei migranti che sperano di attraversare il Mediterraneo.

Nell'area è schierato un contingente internazionale di cui anche l'Italia fa parte, a dimostrazione che nel governo la lotta all'Isis è considerata ancora prioritaria. Ed è condivisa da ogni parte politica. Da questo punto di vista, unanime è stata la condanna alle nuove minacce dei terroristi contro Di Maio. A partire dai presidenti di Senato e Camera Elisabetta Casellati e Roberto Fico e dal presidente del Copasir Adolfo Urso, che ha espresso «preoccupazione» per la seconda minaccia in quattro mesi ai danni del ministro ed ha messo in guardia dai processi di «radicalizzazione dei cosiddetti lupi solitari». Dai partiti la solidarietà è stata bipartisan. In prima linea i colleghi dell'M5s e del leader Giuseppe Conte, secondo cui «l'impegno» del ministro degli esteri «al servizio del Paese e della stabilità internazionale non sarà scalfito da atti intimidatori». Attestati di vicinanza anche da Pd, Italia Viva, Articolo Uno, Forza Italia, Lega, e Fratelli d'Italia dall'opposizione. Per Giorgia Meloni «il terrorismo islamico è un pericolo globale a cui ci si oppone restando uniti e compatti». Mentre il ministro della Difesa Roberto Guerini ha sottolineato che «l'Italia è e resterà in prima linea nella lotta all'Isis e contro ogni forma di terrorismo».

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