Salvini e la procedura Ue: Quota 100? È solo l'inizio. Palazzo Chigi: rispettermo patto di stabilità

Procedura Ue, Di Maio: colpa del Pd, quota 100 e reddito non si toccano. Salvini: avanti con taglio tasse
Procedura Ue, Di Maio: colpa del Pd, quota 100 e reddito non si toccano. Salvini: avanti con taglio tasse
Mercoledì 5 Giugno 2019, 15:37 - Ultimo agg. 18:48
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Il primo via libera alla procedura Ue contro l'Italia per debito eccessivo al momento non sembra preoccupare i leader della maggioranza. Sia Di Maio che Salvini ribadiscono di fatto la linea di politica economica del governo. «Sulla legge Fornero siamo solo all'inizio. La lettera dell'Ue ci dice che abbiamo sbagliato a iniziare a smontarla e ad approvare 'quota 100'. Io rispondo educatamente che siamo solo all'inizio perché l'obiettivo è quota 41», ha annunciato Salvini a Foligno. «Andare in pensione dopo 41 anni di fabbrica, di negozio o di ospedale - ha sottolineato il leader della Lega - mi sembra il minimo. Quindi sarà un bel confronto tra due prospettive diverse, di vita».

In una nota Palazzo Chigi sottolinea che «il Governo prende atto dell'esito della valutazione della Commissione Europea. Nel Rapporto sul Debito inviato alla Commissione, il Governo ha presentato una serie di giustificazioni (i cosiddetti fattori rilevanti) per il mancato rispetto della riduzione del rapporto debito/PIL nel 2018. In chiave prospettica, sono state fornite stime e valutazioni che indicano che nell'anno in corso l'Italia rispetterà i dettami del Patto di Stabilità e Crescita. Il Governo intende continuare a dialogare con la Commissione». 

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«Quota 100 non si tocca e, sia chiaro, le pensioni degli italiani non si toccano!», mette in chiaro il leader M5S in un post. «Lasciatemi dire che come sento parlare di doveri, mi piacerebbe sentir parlare anche di diritti. Diritti degli italiani e delle loro famiglie! Non chiedo tanto: diritti! Che tradotto significa la possibilità di aiutare le famiglie, le imprese, le scuole, la nostra sanità. Quindi rimbocchiamoci le maniche tutti. E con 'tuttì, intendo anche Bruxelles!». «Ora si parla tanto di questa possibile procedura di infrazione e sapete cosa riguarda? Riguarda il debito prodotto dal Partito Democratico nel 2017 e 2018. Noi la prendiamo seriamente, ma non possiamo fare finta di non sapere che ci sono Paesi europei che in questi anni, per risollevare la loro economia, hanno fatto molto più deficit di quanto consentito dai Trattati. E non sono andati incontro a nessuna sanzione!». 

E ancora: 
«È molto seccante che ogni giorno si trovi un motivo diverso per parlare male dell'Italia e di questo governo! Sono anni che diamo senza ricevere, o che riceviamo meno di quanto ci spetterebbe, anni che siamo totalmente ignorati sulla questione migranti, ad esempio. Ci lasciano tutto il peso e, come se non bastasse, poi ci fanno pure la morale. Così non va bene, così è troppo facile». «Non è concepibile che un Paese con 6 milioni di disoccupati reali e migliaia di aziende che producono sotto il loro potenziale venga messo in croce perché vuole investire sulla crescita, il lavoro e la riduzione delle tasse».


Per Salvini «l'unico modo per ridurre il debito creato in passato è tagliare le tasse (Flat Tax) e permettere agli italiani di lavorare di più e meglio. Con i tagli, le sanzioni e l'austerità sono cresciuti debito, povertà, precarietà e disoccupazione, dobbiamo fare il contrario. Non chiediamo i soldi degli altri, vogliamo solo investire in lavoro, crescita, ricerca e infrastrutture. Sono sicuro che a Bruxelles rispetteranno questa volontà».

«La lettera di richiamo che arriva da Bruxelles? Noi ovviamente rispondiamo da persone educate», ha poi detto Salvini in un comizio a Foligno a sostegno del candidato sindaco Stefano Zuccarini in vista del ballottaggio. «Non chiediamo di usare i soldi degli altri - ha aggiunto -, dei tedeschi, dei belgi, dei lussemburghesi... ma vogliamo semplicemente usare i soldi delle tasse per aiutare i cittadini italiani a lavorare. Abbassando le tasse e garantendo il diritto al lavoro, alla vita e alla salute».

 

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