Di Maio: «2 giugno in piazza a Roma». Scontro con il Colle su nomi Tesoro

Di Maio: «2 giugno in piazza a Roma. Voto in agosto». Scontro con il Colle su nomi Tesoro
Di Maio: «2 giugno in piazza a Roma. Voto in agosto». Scontro con il Colle su nomi Tesoro
Lunedì 28 Maggio 2018, 16:43 - Ultimo agg. 29 Maggio, 08:15
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«Avevo fatto arrivare nomi alternativi a Savona, come Bagnai o Siri». A dirlo, ospite a Pomeriggio Cinque è il leader del M5S Luigi Di Maio che ribadisce la volontà di chiedere l'impeachment di Mattarella mentre dal Quirinale arriva una secca smentita: «Mai arrivati al Colle i nomi di Bagnai o Siri». Uno scontro con il Colle da cui Salvini, nel salotto di Barbara D'Urso subito dopo l'alleato, si tira fuori: «Io nella stanza con Luigi e il Capo dello Stato non c'ero», dice. Poco prima in un video su Facebook il leader 5Stelle aveva chiamato alla mobilitazione, il 2 giugno, per una grande manifestazione a Roma. 

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Bagnai e Sisi, «nomi della Lega peraltro», «non andavamo bene perché nel loro passato avevano espresso posizioni critiche sull'Ue e mi è stato detto che per questo le agenzie di rating o la Germania non le gradisce», ha detto Di Maio nel salotto tv di Barbara D'Urso. Questa la replica del Colle: «Non risponde a verità la circostanza riferita dall'onorevole Di Maio a 'Pomeriggio Cinque' che al presidente della Repubblica siano stati fatti i nomi di Bagnai e Siri come ministri dell'Economia».

Oggi c'è stato un vertice alla Camera tra il leader 5 stelle e il capo leghista Matteo Salvini. «Chiediamo di andare al voto il prima possibile». Anche ad agosto? «Prima possibile», ha risposto il capo M5S interpellato al termine dell'incontro con Salvini. 
 


«Quella di ieri sera è stata la notte più buia della democrazia italiana», con «il Presidente che ha deciso di scavalcare le sue prerogative costituzionali e di non fare andare al governo una forza politica che ha preso 11 milioni di voti. Un governo che avrebbe avuto la maggioranza assoluta grazie al contratto siglato con la Lega», ha affermato ancora Di Maio.

È possibile un'alleanza elettorale tra Lega e Cinque stelle? «È prematuro parlarne, adesso ci stiamo occupando» di far partire le commissioni parlamentari, ha proseguito il capo M5S. «Lavoriamo per far partire le commissioni parlamentari e iniziare a realizzare il contratto di governo dal Parlamento. Finché non si va al voto il Parlamento ha un'unica maggioranza, M5S-Lega, e un contratto di governo da realizzare», ha poi aggiunto.

«Al governo Mattarella ha deciso di mettere dei tecnici che non hanno mai preso un voto, guidati da Cottarelli, con la sicurezza che non avranno nessuna maggioranza in Parlamento. Quindi avremo un governo non solo non votato dal popolo, ma nemmeno dal Parlamento: un vergognoso unicum nella storia della Repubblica», ha insistito il leader grillino.

«Parte il governo ma nelle commissioni chi sarà la maggioranza e chi l'opposizione? Ci divertiremo, perché visto che si sta stravolgendo l'assetto istituzionale quelli responsabili saremo noi. Se non ci fanno realizzare il contratto dal governo lo realizziamo dal Parlamento», ha poi sostenuto Di Maio. «Domani si incontrano i capigruppo di Lega e Cinque stelle» per fare «partire» le commissioni parlamentari, ha annunciato ancor Di Maio. 

«È un atto ignobile non aver consentito» la nascita del governo retto da M5s e Lega. «Sono stato profondo estimatore del Pd e e sono veramente deluso», ha detto ancora il leader grillino. «Andrebbe messo in stato d'accusa qualche consigliere di Mattarella ma non esiste questo istituto», ha aggiunto. 

«Noi come M5s siamo totalmente convinti si debba portare avanti» la procedura di impeachment del presidente Mattarella, ha poi affermato Di Maio. «Aspetteremo ancora qualche giorno perché un ulteriore elemento per promuoverlo è che si manda alle Camere un governo che non ha maggioranza. È una cosa assurda».

«Ci sono tante cose che in Parlamento possiamo fare a prescindere dal governo, per esempio tagliare i vitalizi agli ex parlamentari e cascasse il mondo quella cosa la dobbiamo fare», dice poi Di Maio negli studi di Pomeriggio Cinque.

«Il tradimento di Salvini» nei confronti del M5S «è più un gioco che si sta usando a livello mediatico e dare così un alibi a chi ci ha detto "
non potete partire". Non c'è stata malafede da parte nostra, dire che il M5S e la Lega volevano uscire dall'euro è una bugia, noi avevamo detto al Colle che Conte poteva porsi come garante della non uscita dall'euro, facendo interviste pubbliche o anche nel corso degli incontri con gli altri capi di Stato».

«Savona lo abbiamo conosciuto io e Salvini dieci giorni fa, nessuno lo conosceva prima. Lui ci ha detto sì a patto e condizione che non si esca dall'euro.
Conte, appena è uscito dall'incarico avuto da Mattarella, ha detto "io manterrò gli impegni internazionali", continua Di Maio che attacca:
«Io non riesco a comprendere quello che è successo, ora vedere un premier come Cottarelli che non ha mai preso un voto venire in Parlamento a chiedere la fiducia è un altro atto gravissimo. Questi faranno le stesse cose che hanno fatto i governi tecnici, i governi Monti e Letta».

«Non si può pensare che dopo che i cittadini hanno votato e si è creata una maggioranza che esprime un governo si rimandi a casa quel governo; e ancor peggio non si può pensare di poter prendere uno qualsiasi come Cottarelli che non ha preso un voto e gli dai un incarico di fare un governo sapendo che non ha i numeri in Parlamento. È assurdo». «Oggi sono molto arrabbiato. Dopo 80 giorni avevamo scritto con un contratto. Avevamo mandato Conte al Quirinale, aveva la lista in mano e ci hanno detto che per un ministro il governo non poteva partire. E non perchè quel ministro fosse un mariuolo ma perchè aveva scritto un libro critico sulla Ue».

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