Meloni, da economia a guerra da riforme ad atlantismo: discorso identitario oltre che programmatico. «Non ci arrenderemo»

Meloni, da economia a guerra e riforme: discorso identitario oltre che programmatico. «Non ci arrenderemo»
Meloni, da economia a guerra e riforme: discorso identitario oltre che programmatico. «Non ci arrenderemo»
di Francesco Malfetano
Martedì 25 Ottobre 2022, 12:33 - Ultimo agg. 26 Ottobre, 08:44
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Un discorso identitario oltre che programmatico. Quello di Giorgia Meloni alla Camera è un intervento non meno duro di quelli a cui aveva abituato l’Aula nei suoi interventi all’opposizione, ma stavolta pieno dei “buoni propositi” e delle ricette che hanno portato il centrodestra a formare un governo “fortemente politico” dopo tanti anni.

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IL DISCORSO

Un intervento in cui la premier non sembra lasciare nulla al caso, specie sul fronte economico, chiarendo che a stretto giro (in legge di bilancio quindi) a prevalere dovrà essere l’oculatezza della spesa, con interventi limitati al contenimento del caro bollette e alla capacità di spesa in ottica anti-inflazionistica.

Tradotto: non c’è assolutamente margine per nuovo debito e per scostamento di bilancio. Per il resto, dalle importanti riforme (presidenzialismo, autonomia, Roma Capitale, giustizia) fino agli interventi fiscali (tassa piatta, tregua e riforma della lotta all’evasione), si sfrutterà l’intera durata della legislatura. 

 

IL FRONTE INTERNAZIONALE
Sul fronte internazionale invece, nessun dubbio sul posizionamento atlantico del Paese e sul sostegno a Kiev contro Vladimir Putin. In Europa del resto, spiega Meloni, «saremo all’interno non per frenare, ma per contribuire a indirizzarla nelle risposte alle crisi e alle minacce esterne». Un approccio che sarà tenuto anche per quanto riguarda il Pnrr, “leva culturale per archiviare la logica dei bonus” ha spiegato, attaccando poi il reddito di cittadinanza con una citazione di Papa Francesco sulla dignità del lavoro che è un attacco frontale a Giuseppe Conte. 

IL TRIBUTO ALLE DONNE
Tra i passaggi determinanti e iconografici di un discorso durato oltre un’ora, ci sono senza dubbio il tributo alle donne delle istituzioni che “hanno contribuito a costruire le assi della scala” usata da Meloni “per rompere il tetto di cristallo”. A scorrere le parole usate, suonano come determinanti anche il passaggio sul fascismo (ha definito le leggi razziali “come  il punto più basso della storia italiana”) e sull’immigrazione, per cui annuncia la volontà di ricorrere ai cosiddetti blocchi navali e a consentire l’accesso solo attraverso i decreto flussi. 


Parole di chi pare consapevole di essere attesa da una sfida enorme ma che, ed è la sola vera promessa che Meloni pronuncia, è determinata a fare. «A volte riusciremo, a volte falliremo, ma state certi che non ci arrenderemo, non indietreggeremo, e non tradiremo le speranze che in noi sono state riposte».

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