A poco più di 48 ore dalla scadenza del precedente, Draghi ha firmato ieri il nuovo Dpcm, scatenando da subito qualche polemica. Il testo, in vigore dal 6 marzo fino al 6 aprile (inclusi la domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta), conferma gran parte delle norme già in vigore, come il divieto di spostarsi tra regioni (anche se gialle o bianche) o il coprifuoco tra le ore 22 e le 5, e compie alcune precisazioni. Ad esempio l’obbligo di avere con sé la mascherina e indossarla (anche in zona bianca) soprattutto nei luoghi chiusi diversi dalle abitazioni, ma anche l’invito a non ricevere in casa dei non conviventi.
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In tutta Italia però, tra le polemiche, il testo consente nuovamente l’asporto di bevande dopo le 18 e fino alle 22. Una scelta che ha spinto da subito Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, ad attaccare il governo perché così favorirebbe «di fatto gli assembramenti nei luoghi della movida», proprio «mentre chiude le scuole». Un attacco che portato il ministero della Salute a precisare che la concessione riguarda solo enoteche e market specializzati (non i bar quindi) e che resta comunque sempre vietata la consumazione sul posto.
Pub e ristoranti
La sera sono off limits ma si può portar via
Non erano attese e non ci sono state particolari novità sul destino delle attività di ristorazione della Penisola. Il nuovo Dpcm infatti conferma l’impianto precedente che prevede la chiusura dopo le 18 di bar e ristoranti in zona gialla e la sola possibilità di asporto o consegne a domicilio in area arancione e rossa. Niente da fare quindi per la riapertura a cena chiesta a gran voce da più parti.
La sola novità riguarda la vendita d’asporto di bevande. In tutte le zone, è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 imposto agli esercizi di commercio al dettaglio di bevande. Un via libera immediatamente contestato che ha spinto il ministero ad intervenire con una precisazione (il testo del provvedimento non è chiarissimo) che il divieto resta per bar e attività affini, ma non riguarda le attività con codice Ateco 47.25 come le enoteche e i discussi minimarket. Sempre vietata la consumazione sul posto.
Attività
Barbieri e parrucchieri chiusi in zona rossa
Confermati tutti i divieti in vigore ormai da mesi: a centri commerciali e mercati nel weekend, a piscine e palestre, agli impianti sciistici, alle sale giochi, alle feste private e alle discoteche. Nulla di realmente nuovo. La novità - in questo caso peggiorativa rispetto a quanto accaduto fino ad oggi - riguarda barbieri, parrucchieri e centri estetici. Tutte le attività di cura della persona dovranno chiudere se si trovano in zona rossa. In pratica non ci si fida più degli stringenti protocolli che hanno permesso a questo tipo di attività di tenere sempre le serrande alzate.
Non solo. Il governo nel Dpcm precisa che in zona bianca (e dunque in questo momento solo in Sardegna), restano altresì sospesi gli eventi che possono comportare con grande facilità assembramenti come fiere e congressi o, anche, l’accesso del pubblico negli stadi.