Governo, Draghi a caccia di coesione: i partiti in cerca di nuove rotte

Governo, Draghi a caccia di coesione: i partiti in cerca di nuove rotte
di Marco Conti
Mercoledì 17 Febbraio 2021, 09:44 - Ultimo agg. 12:47
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ROMA Si telefonano, si incontrano a due, a tre. Promettono anche di rivedersi in inter-gruppo. La politica, i partiti,  i leader non hanno ancora preso le misure del nuovo inquilino di Palazzo Chigi e fanno quindi capannello per cercare di mettere in comune quelle poche informazioni quotidiane che filtrano da Palazzo Chigi.

Giornata speciale oggi al Senato dove il presidente del Consiglio parlerà una ventina di minuti e illustrerà ciò che intende fare nei prossimi mesi, invitando calorosamente le forze politiche della strana e amplissima maggioranza a cambiare stile e toni. Almeno per qualche mese durante i quali serve una coesione speciale per accelerare le vaccinazioni e scrivere un Recovery Fund all’altezza.

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Mentre il governo deve ancora completarsi, la normalizzazione degli schieramenti è già iniziata con pesanti ripercussioni nei partiti.

Dentro Forza Italia la falange filo-sovranista non c’è al governo e rumoreggia. Tajani, Bernini e Ronzulli si sono precipitati ad Arcore per chiedere spiegazioni a Silvio Berlusconi ma forse già conoscevano la risposta riassumibile nel più consueto “tengo famiglia”, riferito ai molteplici interessi del Cavaliere che lo obbligano a schierarsi.

Nel M5S il marasma continua anche se la più volte evocata scissione non ci sarà, visto che la maggioranza dei parlamentari non ha voti propri neppure per farsi rimettere in lista oppure è già al secondo mandato.

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Nel Pd il segretario Zingaretti si muove come se nulla fosse accaduto e propone un intergruppo tra Dem, grillini e Leu che piace sino in fondo solo a Giuseppe Conte, ma scatena la reazione nei gruppi parlamentari e nel partito dove presto qualcuno potrebbe ricominciare a chiedere un congresso.

Nella Lega c’è Salvini che arranca tentando di riproporre lo schema del Conte1, governare ma al tempo stesso attaccare i suoi alleati. Il leader della Lega non è però al governo come nel Conte1 dove era ministro dell’Interno e vicepremier. Inoltre non può minacciare di farlo cadere per tantissimi motivi, ma soprattutto perché l’esecutivo Draghi non cadrebbe se si sfilasse solo il Carroccio.

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