Pnrr, Draghi: «30 miliardi a istruzione e ricerca e più donne nella scienza»

Pnrr, Draghi: «30 miliardi a istruzione e ricerca, sono al centro della crescita dell'Italia»
Pnrr, Draghi: «30 miliardi a istruzione e ricerca, sono al centro della crescita dell'Italia»
Mercoledì 16 Febbraio 2022, 12:18 - Ultimo agg. 17:18
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«La ricerca deve essere al centro della crescita dell'Italia». Con il Pnrr «investiamo oltre 30 miliardi in istruzione e ricerca». Così il presidente del Consiglio Mario Draghi in visita ai laboratori Infn del Gran Sasso. «La mia visita è servita a capire meglio quale sia il contributo» che si può dare alla ricerca. «Vogliamo sostenervi e agevolare il vostro lavoro, senza ingerenze, almeno nel mio caso. Creare le condizioni economiche e culturali perché possiate progettare e crescere. Facilitare le collaborazioni internazionali, di cui questi Laboratori sono un esempio virtuoso. E promuovere la cultura del merito».

Più donne nella scienza

«Realizzare il pieno potenziale della ricerca vuol dire puntare su chi è stato spesso ai margini di questo mondo: le donne.

Per troppo tempo le posizioni di vertice nella ricerca scientifica sono state appannaggio degli uomini», ha aggiunto Draghi sottolineando che «sono ancora troppo poche le ragazze che scelgono studi scientifici e »solo una su 5 sceglie le cosiddette materie Stem». Si investirà «oltre 1 miliardo per potenziarne l'insegnamento», anche per «superare gli stereotipi di genere» e portare la percentuale «al 35%».

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«Oggi - ha detto Draghi - sono molte di più le ricercatrici italiane che si affermano ai massimi livelli. Penso a Lucia Votano - che è qui con noi - la prima donna a dirigere i Laboratori del Gran Sasso. E a Fabìola Gianotti, direttrice del Cern e coordinatrice del progetto che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs. Un numero sempre maggiore di scienziate guida progetti che spingono in avanti le frontiere della ricerca. Questi Laboratori, dove otto su 14 responsabili di progetto sono donne, costituiscono un esempio per tutti». «Sono però ancora troppo poche le ragazze che scelgono studi scientifici. Tra le giovani immatricolate nelle università italiane, solo una su cinque sceglie le cosiddette materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) la metà circa degli uomini. Si tratta di diseguaglianze che partono da lontano, addirittura dall'infanzia. Lo ha ricordato nel 2010 un'altra grande scienziata, Margherita Hack, parlando dell'importanza di aver avuto genitori che non le avevano trasmesso comportamenti legati a stereotipi di genere». «Per promuovere la partecipazione femminile al mondo delle scienze e della tecnologia - ha sottolineato il premier - dobbiamo intervenire lungo tutto l'arco dell'istruzione, dalla scuola all'università», obiettivo degli investimenti sulle materie Stem. «Come previsto dalla Strategia nazionale per la parità di genere, puntiamo a portare la percentuale di studentesse in discipline Stem almeno al 35% degli iscritti. Di questo tema si è discusso nella scorsa settimana, in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza. Questo dibattito deve portare al più presto a risultati concreti».

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