Draghi premier, il web esplode: «È un banchiere, ci massacrerà»

Draghi premier, il web esplode: «È un banchiere, ci massacrerà»
di Delia Paciello
Mercoledì 3 Febbraio 2021, 20:00
4 Minuti di Lettura

Draghi al Quirinale. E no, non sono quegli esseri mitologici dipinti dal popolo del web, che mentre ironizza, poi si dispera. Ma si tratta di Mario Draghi, il professore, colui che nove anni fa da presidente della Bce si impegnò per salvare l’euro nel bel mezzo della crisi del debito sovrano europeo. E ci riuscì. Ora il suo motto è diventato l’hashtag più in vista nelle ultime ore: #whateverittakes, una frase che fa sperare. Perché ora tanti attendono Super Mario e le sue nuove mosse per il bene del Paese, mentre le nuove frasi da posteggia diventano: «Sei più bella del whatever it takes di Draghi».

Ma questo non vale per tutti, perché sono tanti quelli che si scatenano con battute cariche di timore: «Primo giorno di Draghi: volevo prelevare 100 euro, il bancomat mi ha sputato in faccia e ha ritirato la carta»; «Mia mamma già si è adeguata al governo Draghi e mi ha fatto pagare il coperto a pranzo»; «Nascondete le mesate sotto e’ mattunelle». Perché l’uomo chiamato da Mattarella, il banchiere dei conti, è sì un tecnico con un curriculum da inchino alle spalle, ma per molti rappresenta il potere delle banche.

E al popolo questo fa paura.

Però c’è poi l’altra faccia della medaglia: il popolare Conte non aveva convinto gran parte degli italiani, che scontenti del momento cercavano una svolta, un cambiamento. Cambiamento che lascia sempre dubbi e il timore dell’ignoto che verrà. Le bimbe di Giuseppe piangono, e sono tanti i meme per lui con tanto di ringraziamenti. 

 

Sempre a guardare i social, Renzi resta l’uomo più antipatico del momento. Infatti sia per chi è pro Draghi che per chi rimpiange Conte, il leader di Italia Viva è ritenuto colpevole di aver cercato e alimentato uno stato di confusione politica nel bel mezzo della più grave crisi mondiale del dopoguerra solo per uscire dall’anonimato assoluto in cui versava il suo piccolo partito. Ora, mentre spera di accaparrarsi l’approvazione dei berlusconiani, ha cambiato intanto l’assetto delle alleanze, messe in crisi da nuovi probabili equilibri. Nell’immaginario popolare - probabilmente lontano dalla realtà - ormai Nicola Zingaretti appare un orsacchiotto simpatico e inoffensivo, incapace di fare politica, Conte un avvocato sprovveduto e megalomane, un pupazzo che non regge sul piano dei nervi. Renzi invece è un millantatore esuberante, un po’ scomposto. Eppure è riuscito, con il suo piccolo partito, a muovere tanto. «Ha fatto quello di cui si lamentava quando era lui premier», sottolinea qualcuno.

L'altro Matteo, Salvini, riflette sul nuovo governo Draghi, la cui approvazione lascerebbe la destra nelle mani della Meloni che urla a gran voce verso le elezioni, forte dei suoi consensi a quanto pare ancora in crescita. Tutto mentre la sinistra cade in frantumi. Nel mirino di Renzi anche il Pd e guadagnare potere attraverso la sua frattura. E mentre i 5Stelle si oppongono al nuovo presidente, Leu e Mastella credono poco alla costruzione del governo Draghi: i veti dei vari schieramenti porterebbero a meno voti di quelli che aveva Conte. «Chiamate Ciampolillo allora», ironizza qualcuno. E gli italiani si perdono nei giochetti politici, mentre contano 90mila morti di covid e la nuova povertà dilaga. 

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Per i media esteri Draghi è il nuovo salvatore dell’Italia. Il Times in Gran Bretagna titola: «Ora tocca a SuperMario. Conte non è sopravvissuto alle macchinazioni politiche». E in Francia per Le Monde è: «Draghi chiamato alla riscossa». Mentre dagli Usa il New York Times si pone anche interrogatori:«L’Italia guarda a Draghi, per la gioia dei politici pro-Ue. Renzi sicario o artista politico?». Per gli italiani è solo una gran confusione. E il titolo del popolo social al momento è solo uno: «Io speriamo che me la cavo». Così qualcuno cerca soluzioni fai da te e prova a non perdersi d'animo: «Vendo banconota da 5 euro firmata da Mario Draghi a 20 euro», strappando almeno qualche sorriso. 

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