Elezioni, c'è il deposito dei simboli: cento contrassegni, un freno per quelli civetta

Elezioni, c'è il deposito dei simboli: cento contrassegni, un freno per quelli civetta
di Marco Esposito
Venerdì 12 Agosto 2022, 08:03 - Ultimo agg. 13 Agosto, 08:49
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«Siccome è articolato, non mi va di anticiparlo il programma». Si schermiva così, Mirella Cece, nell'ultima apparizione al Viminale per depositare il simbolo del suo partito: il Sacro Romano Impero Liberale Cattolico. Partito che in ventotto anni non ha mai preso un voto perché la fondatrice non ha neppure provato a raccogliere le firme indispensabili per presentare una nuova formazione. Lei, serafica, alle Europee del 2019 dava questa equilibristica motivazione: «Siamo monarchici, per cui sarebbe un controsenso partecipare».

Mirella Cece è attesa dagli affezionati per questa mattina alle 8 al Viminale, dove non manca un appuntamento da tre decenni. Comincia infatti il rito democratico del «deposito dei contrassegni», per la prima volta in periodo estivo. I simboli infatti andranno consegnati al massimo entro le 16 di domenica 14 agosto. A Ferragosto il Viminale sarà costretto a lavorare perché il 15 e 16 agosto è tenuto a verificare la regolarità dei contrassegni, avvisando il notificante in caso di anomalie e dando 48 ore per sostituire il logo.
Alle scorse elezioni politiche, nel 2018, i simboli depositati furono 103 e altrettanti ne sono attesi stavolta.

Sembrano tanti, ma in realtà sono più che dimezzati rispetto ai 215 delle politiche precedenti, nel 2013. In quell'occasione ci fu una gara a presentare loghi fasulli con nomi e disegni molto simili ai Cinquestelle, che facevano il loro esordio alle consultazioni nazionali, ma anche a Scelta Civica dell'ex premier Mario Monti e a Rivoluzione Civile dell'ex magistrato Antonio Ingroia. Azioni di disturbo con simboli patacca rimasti in vista per alcune ore nelle bacheche del Viminale e poi coperti da cartoncini neri. Da quell'esperienza, la svolta, codificata in una legge del 2017.

Per depositare un contrassegno occorre il rappresentante legale e una dichiarazione con la sede legale e l'indicazione degli organi del gruppo politico organizzato. Una formulazione che nel 2018 ha ridotto le liste civetta, anche se non ha scoraggiato chi come Cece o come il poeta Alessandro D'Agostini (movimento Poeti d'Azione) va in cerca del minuto di celebrità.
Alcuni contrassegni, però, sono depositati ufficialmente per ragioni in un certo senso di tutela del marchio. Per evitare cioè che nuove formazioni si approprino di loghi considerati ancora appetibili, come lo scudo crociato. Simbolo storico della Democrazia Cristiana e ancora oggi presente nell'Udc. Un segno grafico peraltro ai limiti della legalità, perché un decreto del 1957 vieta nei contrassegni «immagini o soggetti religiosi».

Non tutti i contrassegni finiranno sulle schede elettorali del 25 settembre. Al netto di qualche possibile esclusione per ragioni previste dalla legge (come i marchi che richiamano senza autorizzazione società calcistiche) la tagliola sarà la presentazione delle firme. I partiti già presenti in Parlamento si sono autoesentati, con regole contorte al punto che Carlo Calenda non ha mai capito se Azione fosse o meno tenuta all'onere.

La legge prevede 180 giorni di tempo per raccogliere 1.500 firme in ogni circoscrizione, sia per la Camera, sia per il Senato. Lo scioglimento anticipato del Parlamento, però, ha falcidiato i tempi, ridotti a una ventina di giorni. La legge considera tale eventualità e quindi taglia il numero delle firme necessarie, dimezzandole. Ma non ha previsto il fatto che gli adempimenti stavolta cadono in periodo festivo e che quindi la scadenza per raccogliere e consegnare 36.750 firme autenticate cade lunedì 22 agosto alle ore 20. Non sono pochi i gruppi politici che si sono avventurati nell'impresa. In ordine alfabetico, ci sono almeno Alternativa per l'Italia di Antonio Maria Rinaldi; Italexit di Gianluigi Paragone; Italia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo; Unione Popolare di Luigi de Magistris; Vita (3V) di Alessandra Bocchi. Per loro il deposito del contrassegno è un passaggio necessario ma non sufficiente.
 

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