Elezioni 2022, le «parole» delle urne: il gergo del 25 settembre

Elezioni 2022, le «parole» delle urne: il gergo del 25 settembre
di Corrado Castiglione
Lunedì 22 Agosto 2022, 11:21 - Ultimo agg. 15:03
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Ecco un agile prontuario destinato all'elettore non abbastanza addentro al gergo politichese, anzi allergico a certe forme astruse se non ermetiche, eppure determinato ad esprimere un voto informato e consapevole.

Agenda Draghi 

È il programma del governo presieduto da Mario Draghi. Costituisce il punto di partenza per alcune forze politiche di centro e per lo schieramento progressista. Se ne parla un po' meno a destra, laddove si preferisce rimarcare la discontinuità nel solco dell'opposizione serrata e proficua in termini di sondaggi che ha scelto il partito di Fratelli d'Italia. I pilastri dell'Agenda sono europeismo e atlantismo, cioè a favore di una collocazione dell'Italia in sinergia con gli altri Paesi d'Europa e nel quadro dell'alleanza politica, economica e militare con gli Stati Uniti. Sul piano economico grande attenzione ai conti pubblici. Ancora: riforme per la produttività, a partire da giustizia e concorrenza. Efficienza della pubblica amministrazione, digitalizzazione, riconversione ecologica.

Buffonarie 

Torna di moda, dopo la bellezza di dieci anni, il termine con cui ai tempi del Pd guidato da Bersani il fondatore dei 5s Beppe Grillo stigmatizzava gli eventi ritenuti di finta partecipazione democratica come le primarie dem. Tornano le buffonarie, ma stavolta in una chiave tutta interna alla galassia dei grillini. Già, perché le parlamentarie organizzate dagli M5s non piacciono all'associazione Rousseau che fa capo a Casaleggio jr e nel blog delle stelle si lancia l'accusa, ricordando quando «anni fa il MoVimento additava le simulazioni di finta partecipazione democratica da parte di altre forze politiche con il nome di buffonarie». A volte ritornano, direbbe Stephen King.

Campo largo 

Scriveva qualche anno fa un cronista che di politica ne capiva, Massimo Bordin, che «campo largo è un'espressione di puro politichese che forse oggi conviene tenere presente perché può tornare utile a capire». Il termine indica il perseguimento di un progetto politico che punta ad ampliare una coalizione oltre il proprio perimetro tradizionale. L'elettore lo ricorderà ripetuto di recente quando si era profilato l'accordo poi dissolto tra il Pd e Azione. Ma l'elettore con un po' di memoria più lunga lo ricorderà abbinato anche all'ormai passata ipotesi di un'intesa riformista tra Pd e Cinque Stelle: ma era un'altra epoca geologica e per l'allora segretario dei Dem Nicola Zingaretti il capo politico degli M5s Giuseppe Conte era un punto di riferimento. Invero l'espressione rimonta ai tempi dell'Unione di Prodi e nel 2005 Walter Veltroni ne esemplificava così l'obiettivo: «Riconoscere le prossimità programmatiche, politiche e ideali tra alcune delle grandi culture che avevano attraversato il secolo precedente e le nuove che andavano manifestandosi».

Diritto di tribuna

Consiste nell'offerta da parte di un partito più consistente nei confronti di una forza politica minore, al fine di aprire la lista a candidati che altrimenti avrebbero difficoltà a trovare rappresentanza in Parlamento, di fronte alla soglia di sbarramento prevista al 3 per cento.

Europa

Il vento dell'euroscetticismo si è assai placato rispetto all'era pre-Covid. Le spinte sovraniste acuite prima da Grexit, poi dall'eccessivo rigorismo tedesco e dei cosiddetti paesi frugali (Olanda, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia), infine dalla tormentata Brexit si sono smorzate di fronte alla compatta solidarietà europea chiamata a dare risposte urgenti e concrete di fronte alla pandemia in termini di aiuti economici e di protocolli sanitari. E ancora di più ha ricompattato - pur con diverse sfumature - la crisi ucraina. In soldoni: il tema non sposterà i consensi e nessuno vi chiederà di votare contro l'Europa.

Front Runner

È il ruolo che il segretario del Pd Enrico Letta si è auto-assegnato durante la direzione nazionale di fine luglio nello sforzo di spiegare l'iniziativa politica di cui intendeva farsi promotore. È un neologismo mutuato dal linguaggio sportivo. Letteralmente in inglese significa colui che corre avanti, in prima posizione. Ma con un'accezione che è più simile al concetto della lepre nelle gare di atletica di fondo anziché a quella di ruolo di favorito.

Perché non sempre chi è in testa poi al traguardo arriva primo.

Gesuiti

I confratelli di papa Francesco già hanno espresso il proprio pensiero e un auspicio sulle elezioni. «Votare: un verbo da coniugare al futuro»: si intitola così l'editoriale dell'ultimo numero di Aggiornamenti sociali, rivista dei Gesuiti, che sottolinea le forti «spinte autoreferenziali» e «la fatica del nostro mondo politico a saper dialogare tanto al suo interno quanto con la società civile». Il rischio per i Gesuiti è di una campagna rissosa che penalizzi «la qualità del dibattito».

Hotspot

È la proposta avanzata da alcune forze del centrodestra al fine di alleggerire le pressioni dei flussi migratori sull'Unione europea creando all'esterno del continente dei luoghi dove far affluire i migranti perché possano essere identificati, registrati, fotosegnalati. Diverse le impostazioni sul tema da parte di progressisti, Terzo polo e M5s che invece propongono l'istituzione di un'agenzia di coordinamento delle politiche migratorie.

Ius, ovvero soli oppure ancora scholae 

È materia che riguarda l'immigrazione e in particolare l'individuazione dei mezzi di acquisto del diritto di cittadinanza. I partiti erudiranno l'elettore se sia migliore il metodo riferito alla nascita sul suolo oppure quello che abbia in conto il superamento di un ciclo scolastico. Materia fortemente divisiva quella sui migranti: l'auspicio è che la prossima legislatura riesca a dare un contributo importante, così come sul fronte dei temi etici (a cominciare dalla legge sul fine vita).

Legge elettorale

È il cosidetto Rosatellum, dal nome del parlamentare che fu il relatore della legge, Ettore Rosato. Troppo difficile riassumere il complesso meccanismo di regole con il quale si va al voto e probabilmente all'elettore neppure interessa addentrarsi in certe tecnicalità, tuttavia sia sufficiente sapere che - come sintetizza in maniera sapiente Antonio Polito - si tratta di una legge che costringe i diversi a stare insieme per non darla vinta agli altri.

Mostro o mostri

Forse non ci avete fatto caso ancora, ma è un termine che sta diventando ricorrente in questa campagna. A parte il titolo del libro con cui Matteo Renzi ha inteso difendere la propria immagine rispetto al fango delle inchieste giudiziarie e che imperversa negli incontri fra centristi, il termine viene ripetuto spesso negli ambienti del centrodestra per sottolineare la campagna di demonizzazione che sarebbe stata avviata dagli ambienti dem e progressisti con l'evocazione del ritorno al fascismo, la polemica sulla fiamma, et similia. Meloni dal canto suo si difende: «uesto equivale a dire che il 25% degli italiani sono dei mostri». Ma il bello è che nel centrosinistra anche uno come Goffredo Bettini, che di campagne elettorali se ne intende, sbotta: «Non credo al pericolo fascista se intendiamo il fascismo storico. Attenzione a non delegittimare l'avversario fino a renderlo un mostro».

Natalità

Attenzione, fin qui se n'è parlato molto poco ma se ne parla. È presente nei programmi dello schieramento del centrodestra e qualcosa c'è anche nei proponimenti del partito di Luigi Di Maio Impegno civico. In ogni caso è questo l'orizzonte rispetto al quale il presidente dei Vescovi italiani Matteo Zuppi esprime l'auspicio in vista del voto: «No a politiche da amministrazione di condominio. La società civile, la politica e tutta la comunità cristiana debbono impegnarsi a riconoscere il prestigio della maternità e il valore che la natalità rappresenta per i nostri tempi e per il Paese di cui siamo cittadini e cittadine».

Orban, ovvero modello Orban

La locuzione prende il nome dal premier ungherese e allude ad alcune posizioni apertamente autoritarie e/o contrarie allo spirito solidaristico dell'Unione europea (basti considerare le posizioni poco accoglienti sui migranti). È il tratto che accomuna l'Ungheria a Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia con i quali ha dato vita al cosidetto gruppo di Visegrad, dal nome del castello situato nelle vicinanze di Budapest dove spesso si svolgono i vertici politici. Gruppo che inizialmente nasce proprio al fine di favorire l'integrazione di questa fetta speciale del continente nell'Europa dell'Est. Vedi anche alla voce Sovranismo.

Paracadute

È quel sistema inventato dai partiti per assicurare un seggio in parlamento ad un proprio esponente altrimenti in bilico. Può essere escogitato sulla competizione del proporzionale oppure all'uninominale a seconda della certezza per il partito o per lo schieramento di trovarsi di fronte ad un collegio considerato sicuro e non dunque contendibile o a rischio perché perdente.

Quirinale

L'elezione diretta del Capo dello Stato è un argomento forte di questa campagna elettorale, si parla molto di presidenzialismo. Qualche affermazione fuori dalle righe ha contribuito a inasprire gli animi. Il nodo è delicato: il presidente della Repubblica deve continuare ad esercitare il ruolo di garante o le sue prerogative vanno ridisegnate? In gioco c'è la Costituzione, c'è l'equilibrio dei poteri. Sarebbe auspicabile che un argomento così complesso sia oggetto di un confronto serio, profondo, articolato e dunque sottratto ai toni sguaiati della bagarre pre-elettorale.

Rigassificatori

Sono degli impianti che consentono di realizzare quel processo con cui una sostanza allo stato liquido, a determinate condizioni di pressione e temperatura, torna al suo originario stato gassoso. Se ne sente parlare spesso. È un tema importante della campagna elettorale, nell'ambito della politica energetica e ambientale che i vari schieramenti intendono portare avanti una volta entrati in Parlamento. In uno schema assai riduttivo si potrebbe sintetizzare che sul punto sono tutti d'accordo tranne i Cinque Stelle.

Sovranismo

È un orientamento politico indirizzato alla difesa della sovranità nazionale da parte di uno stato. Di fatto è uno dei principali tratti della dialettica politica degli ultimi anni che di fatto ha diviso in due - anche in Italia - gli schieramenti pro e contro l'Europa, pro e contro l'intesa Nato, pro e contro l'apertura alla Russia e alla Cina. Semplificando: da una parte alcuni settori del centro e della sinistra progressista, dall'altra alcuni segmenti del centrodestra e della galassia Cinque Stelle.

Tax, ovvero Flat tax

Sulle tasse l'elettore potrà dormire sonni più che tranquilli, giacché in campagna elettorale tutte le forze politiche assicurano il taglio delle tasse. La locuzione più ricorrente riguarda la cosidetta flat tax, dall'inglese tassa piatta. È un vecchio cavallo di battaglia del centrodestra e consiste in una percentuale fissa di prelievo fiscale a prescindere da quanto si guadagna, per un sistema sostanzialmente alternativo a quello attuale basato su una tassazione graduale in base a scaglioni e aliquote.

Uninominale

Una quota di parlamentari (37 per cento) viene eletta nei collegi uninominali, dove in palio c'è un solo seggio da assegnare al candidato unico di uno schieramento che conquista anche un solo voto più degli altri. È la cosiddetta quota maggioritaria, che si distingue da quella proporzionale dove ogni partito guadagna il numero di seggi in proporzione ai voti incassati.

Voto Utile 

È lo spettro che viene agitato in genere in prossimità del turno elettorale, con la sollecitazione che i partiti rivolgono all'elettore affinché il voto non sia disperso e confluisca laddove si registra la concentrazione maggiore. È una figura che si presta alla propaganda elettorale di chi punta a radicalizzare e semplificare lo scontro in un bipolarismo del genere bianco/nero, nel tentativo di sgombrare il campo da altri avversari o terzi incomodi. Se vogliamo è un principio anche un po' rozzo, come dire al sostenitore di una squadra di infima serie che è meglio tifare per Juve, Inter o Milan visto che giammai i suoi beniamini vinceranno qualcosa d'importante.

Ztl

Se non vi è già capitato, in questa torrida campagna elettorale sicuramente sentirete parlare di Ztl ma sappiate che la questione ecologica e la circolazione dei veicoli non c'entrano nulla. Alla maniera ermetica di tante espressioni del politichese/giornalese il riferimento trae spunto dal rilievo - secondo alcuni - d'una presunta deriva elitaria in atto da tempo in alcuni segmenti della sinistra e dal Pd in particolare per appiattirsi sui bisogni dei centri storici delle città, delle zone a traffico limitato ovvero di quelle aree protette dove vivono borghesia e classe intellettuale, dimenticando le periferie. Ma sull'inadeguatezza delle elite e delle classi dirigenti rispetto ai bisogni di un territorio si potrebbe scrivere un libro e nessun partito può considerarsi davvero immune da critiche. 

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