Lite tra i colonnelli di Forza Italia, Carfagna resta fuori: c'è la napoletana Carmela

Lite tra i colonnelli di Forza Italia, Carfagna resta fuori: c'è la napoletana Carmela
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 18 Aprile 2019, 07:00 - Ultimo agg. 13:39
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Ora, a liste chiuse, Forza Italia fa quadrato. Ma la giornata di tensione di martedì, altissima per gli standard azzurri, è difficile da smaltire e tutti sono convinti che la resa dei conti è solo rinviata. Ad un minuto dopo il voto. Il Cavaliere, invece, che appare distante a tutta questa diatriba, viene raccontato come contrariato da veleni e veline che i suoi uomini si sono scambiati nelle ultime 48 ore. Tanto da preferire il rifugio di Villa Maria, residenza di Francesca Pascale, a Villa San Martino dove, in queste ore, sarebbe stato invece un via vai di azzurri.

Ieri, dopo la presentazione delle liste, si è capito sino in fondo come i dubbi dell'ex ministro Mara Carafgna non erano poi così peregrini. Perché scorrendo la lista, in particolare quella del Mezzogiorno, ci si accorge come sia alquanto debole. Certo c'è Berlusconi capolista seguito, nell'ordine, dagli uscenti Barbara Matera, Lorenzo Cesa, Fulvio Martusciello, Alessandra Mussolini e Aldo Patriciello. Ma da lì in poi, tranne un paio di eccezioni, è un elenco di persone, giudicate dagli stessi azzurri, con poca esperienza e per niente conosciute. «Sono debolissime», commentano autorevoli esponenti Fi. Con il rischio che Berlusconi venga azzoppato da un risultato elettorale deludente. La candidatura di big, magari rosa, come sarebbe stata appunto la Carfagna o altre colleghe parlamentari, avrebbe invece riequilibrato una squadra che sembra scesa in campo per giocare ma non per vincere. E questo in Fi è talemente chiaro che la lista per le Isole viene ritoccata ieri sera last minute con Gabriela Giammanco al posto della sarda Urania Papatheu.

E, ancora, c'è il cado della napoletana Carmela Bellame: al numero 7 della lista ma per ore c'è stata una ricerca affannosa degli stessi dirigenti campani azzurri per capire chi fosse (nessuna foto o profilo sui social e nulla digitando sui motori di ricerca) e uno scambio di rimpalli su chi l'avesse inserita. Cose che in altri tempi non sarebbe mai accaduto. Naturale pensare subito alla proposta della Carfagna di scendere in campo proprio per le liste giudicate troppe deboli. A cominciare proprio dai nomi femminili. «Il partito così sembra si sia arreso», ha confidato l'ex ministra ai suoi prospettando non solo, e non tanto, il suo nome ma anche di altre colleghe più conosciute di chi poi è stato realmente candidato. «Donne come Sandra Mastella», sottolineava lei per spiegare come in questo momento sarebbe stato meglio creare un blocco di Fi del Sud contro un Fi del Nord dove i venti di guerra spirano da tempo e non si fermano nemmeno per la campagna elettorale.

E proprio dal Nord dove il governatore della Liguria Giovanni Toti è desideroso di stringere un patto con Fdi e scalzare la leadership berlusconiana. «La nave di Forza Italia - osservava scettico anche ieri a Un Giorno da Pecora sempre Toti - sta andando verso gli scogli. E da un bel pezzo, ma non venivo ascoltato né prima né vengo ascoltato ora». «Serve un partito più strutturato», analizza la Carfagna in un'intervista al Messaggero sottolineando come la sua non è stata una «decisione estemporanea» ma che ne aveva «parlato già con Berlusconi». Dietro le polemiche in casa Fi in queste ore c'è, inutile negarlo, uno scontro tra due fazioni. Una legata ad Antonio Tajani e favorevole ad una sua riconferma come presidente del Parlamento europeo. È l'attuale cerchio magico che ha stoppato e messo lo sgambetto non solo alla Carfagna ma anche alle colleghe ex ministre Mariastella Gelmini e Annamaria Bernini (l'altra fazione). Senza contare le scosse locali: ieri sera il sindaco azzurro di Catania Salvo Pugliese ha lasciato il partito perché la sua città non ha espresso nessun nome in lista. E in molti sono pronti a giurare ora come alcune scelte di esclusione potrebbero rivelarsi un boomerang.

Perché un risultato deludente accelererebbe proprio la resa dei conti in Fi.

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