Lombardia, trionfo Lega con Fontana: «Aiutato da Salvini»

Lombardia, trionfo Lega con Fontana: «Aiutato da Salvini»
di Claudia Guasco
Martedì 6 Marzo 2018, 10:26
3 Minuti di Lettura
È partito con un vantaggio di otto punti sull'avversario, ma quel divario è diventato voragine. Che ha inghiottito Giorgio Gori, candidato del centrosinistra al Pirellone con l'improbo compito di strappare al centrodestra la presidenza della regione dopo 23 anni. Per Attilio Fontana, leghista, avvocato, tre volte sindaco e consigliere regionale, nemmeno un brivido: quando mancava ancora la metà dei seggi era già al 53,5%, contro il 26,5% di Gori. Dieci giorni fa Fontana era sul palco con il leader Matteo Salvini. È lui che lo ha voluto successore di Roberto Maroni imponendolo a un dubbioso Silvio Berlusconi. Diceva Fontana: «Abbiamo bisogno di vincere in Lombardia e a Roma. E io con Salvini premier verrò ricordato come miglior presidente della regione. Quando andrò dal premier a dire cosa ha bisogno la Lombardia, troverò un capo di governo che dirà lo pensavo anch'io». Il gioco di squadra ha funzionato, soprattutto perché Gori non ha potuto contare su una coalizione altrettanto solida (Leu si è sfilato appoggiando l'ex segretario della Cgil milanese Onorio Rosati), né sul vento in poppa del voto nazionale. Gori spiega: «L'election day ha fatto sì che anche in Lombardia le elezioni fossero più politiche che regionali». E cita il «paradosso Pesaro» evocato da Matteo Renzi come simbolo di questo voto: «È il segno del vento populista che ha spazzato via tutto». Poi con fair play Gori telefona a Fontana per complimentarsi.
 
Al Pirellone, si preannuncia un passaggio di consegne senza scosse. «Con Maroni mi sono sentito anche dieci minuti fa - dice Fontana - abbiamo già in programma incontri per parlare dei temi sul tavolo. Il problema principale che avvertono i cittadini è il lavoro, bisogna vedere le tante politiche positive del governo Maroni, proseguire su quella strada e cercare di implementare e migliorare». Il governatore uscente twetta: «Felicissimo per Fontana, mio degnissimo successore». Sulla squadra le prime anticipazioni: «Ci saranno persone di qualità. La distinzione tra politico e non politico è superata. Semmai c'è quella tra persone capaci, con esperienza, e altre». Parole d'ordine: sburocratizzazione e autonomia, con il pre accordo firmato a Roma.

La speranza che a palazzo Chigi si insedi Salvini trasformerebbe le trattative in passeggiata. Il neo governatore non esita a riconoscere i meriti della sua vittoria anche al leader del Carroccio: «Le scelte politiche di Salvini e l'impostazione in questa campagna mi hanno aiutato. Il merito maggiore è di Lega e Salvini. Non bisogna nascondere che le regionali abbiano avuto un traino dalle politiche. Mi arrogo il piccolo merito di essere stato tra la gente in questi due mesi». Il risultato di Fontana (nettamente superiore al 42,8% incassato 5 anni fa da Maroni) conferma la tonicità del centrodestra e in particolare della Lega in Lombardia, che con il 33% (voti parziali) sorpassa e doppia i voti di Fi (14%). Mai in gioco il M5s con Dario Violi (16%), ma si sa, in terra leghista il movimento grillino fatica ad attecchire. Ora si capovolgono in coalizione i rapporti di forza, anche in vista della giunta, con ruolo preponderante del Carroccio. «I numeri - per il neo governatore - vanno ben oltre le mie iniziali speranze».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA