Elezioni, Maurizio de Giovanni commenta i risultati: «Abbiamo perso tutti»

Maurizio de Giovanni
Maurizio de Giovanni
di Gennaro Morra
Martedì 6 Marzo 2018, 20:02
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Quello uscito dalle urne domenica sera è un quadro politico molto chiaro, dove, però, nessuno dei contendenti in campo può dire di avere la maggioranza nei due rami del Parlamento. Alla Camera dei deputati come al Senato nessuno dei due leader politici vittoriosi in questa tornata elettorale ha i numeri per formare un governo. Non li ha Luigi Di Maio, aspirante premier del Movimento 5 Stelle, che a Palazzo Montecitorio può contare solo su 221 seggi dei 316 che gli assicurerebbero la maggioranza, mentre a Palazzo Madama sono 112 rispetto ai 161 utili per imporre i propri provvedimenti. Stesso problema ce l’ha Matteo Salvini, segretario delle Lega, che si è guadagnato la leadership del centrodestra sul campo, avendo raccolto il 17 per cento dei voti, tre punti in più di Forza Italia con cui il suo partito si contendeva la guida della coalizione. Al leader padano mancano 36 seggi alla Camera e 26 al Senato. Eppure sia lui che Di Maio si dicono vincitori delle elezioni e rivendicano il diritto a formare un proprio governo.
 
Una situazione paradossale che non è sfuggita a Maurizio de Giovanni, che ha voluto dire la sua su Facebook. In un post pubblicato nella giornata di ieri lo scrittore partenopeo ha innanzitutto riportato la sua personale versione delle dichiarazioni post-voto dei due leader. A cominciare da quelle di Luigi Di Maio: «Ho vinto io. Perché sono il capo del partito che ha ottenuto più voti, quindi è inevitabile che mi si dia l'incarico di formare il governo. Finalmente nascerà la terza repubblica, quella dei cittadini, e darò un reddito mensile a tutti così chiunque potrà trovare convenienza nel continuare a lavorare a nero, così di fatto quelli che pagano le tasse manterranno quelli che non le pagano. E voglio vedere chi potrà dire niente, al partito più votato».
 
Ed ecco come Matteo Salvini risponde al suo rivale nell’immaginazione di de Giovanni: «No, ho vinto io. Perché sono a capo del partito più votato all'interno della coalizione più votata, quindi è inevitabile che mi si dia l'incarico di formare il governo. Certo, mancano una cinquantina di deputati e una ventina di senatori, ma quelli me li compra zietto in cambio di quello che gli serve, c'è già la fila. E darò una pistola a ogni famiglia, così potranno tutti sparare all'uomo mascherato o all'uomo nero se di notte cercano di entrare in villa. E dimezzerò le tasse, così entro un paio d'anni le pagheranno tutti. E chi se ne frega dell'Europa, per l'Itaglia decidono gli itagliani. E l'euro, l'ho sempre detto, è stato un errore».
 
Poi, lo scrittore ci ha aggiunto le dichiarazioni del grande sconfitto, Matteo Renzi, che nella sua immaginazione medita vendetta: «E invece ho vinto io. Perché mi siederò sulla riva del fiume, senza fare accordi e senza fornire appoggi né interni né esterni, e aspetterò il vostro cadavere quando l'Europa, che è mia amica, pretenderà il rispetto di impegni e aliquote e vi metterà in ginocchio come ha fatto con Tsipras. E dopo tre o quattro anni di medioevo mi ridaranno il giocattolo con un bel fiocco, e tante scuse. Tanto io sono ggiovane, no? E i ggiovani ci hanno tempo».
 
Il post si conclude con un lapidario commento di de Giovanni: «Noi? Ah, ma noi siamo quelli che hanno perso. Tutti».
 
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