Elezioni politiche, ora i partiti scoprono il Fattore Sud: la crescita M5S riapre le sfide nei collegi

Elezioni politiche, ora i partiti scoprono il Fattore Sud: la crescita M5S riapre le sfide nei collegi
Elezioni politiche, ora i partiti scoprono il Fattore Sud: la crescita M5S riapre le sfide nei collegi
di Francesco Malfetano
Mercoledì 21 Settembre 2022, 11:35 - Ultimo agg. 16:25
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Pompei, Portici, Caserta e Napoli. E poi ancora Palermo,Catania, Lecce, Bari, Potenza, Cosenza e chi più ne ha più ne metta. Tutto in poco più di 72 ore. Per lo sprint finale di questa campagna elettorale gli occhi dei partiti sono puntati a Sud. Escludendo la Sardegna dal computo, tra Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Basilicata in ballo ci sono infatti 180 seggi alla Camera (113 proporzionali e 67 uninominali) e 91 al Senato (58 proporzionali e 33 uninominali), con una quota di contendibilità decisamente più alta rispetto al resto del Paese.

A guardarli con interesse non è quindi solo un M5S dato dagli ultimi sondaggi pre-silenzio elettorale in netta risalita nel Meridione, ma pure tutte le altre forze politiche. Enrico Letta in testa che, non a caso, da giorni si aggira per la Campania a bordo del suo bus elettrico. E in effetti se pure Giorgia Meloni ha annunciato ieri che chiuderà la sua campagna elettorale a Napoli venerdì, quando i suoi avversari si concentreranno nella sua Roma, un motivo c'è. A spiegarlo è stato proprio il segretario dem che, accanto al governatore campano Vincenzo De Luca, lunedì ha sentenziato: «Qui ogni voto vale doppio». È il fattore Sud in pratica, l'unico - a detta degli strateghi di partito - che può davvero condizionare l'esito altrimenti scontato del voto di domenica. I perché di questo rinnovato interesse stanno tutti nella volatilità di un elettorato giovane e indeciso che si è mostrato più interessato del previsto alla proposta di Giuseppe Conte.

O, come suggeriscono anche i dati ufficiali sui percettori del reddito di cittadinanza, alla sua idea di tenere immutato il sussidio. 

La risalita però, oltre a rinfocolare le speranze dell'ex premier, ha reso diversi collegi meridionali contendibili. Se poi si considera la presenza massiccia del Terzo polo, è intuibile come dal caos primordiale di alcune aree del Sud possa venir fuori letteralmente qualunque cosa.

Un ruolo centrale ad esempio spetta a Napoli. Apertissima la contesa a Fuorigrotta tra Luigi Di Maio, l'ex FI ora in Azione Mara Carfagna, la pupilla di Berlusconi Maria Rosaria Rossi e il contiano ex ministro Sergio Costa. Idem per i collegi di Napoli San Carlo, Sant'Anastasia-Pomigliano d'Arco, Giugliano, Torre del Greco e i collegi irpini o beneventani. Discorso molto simile in Puglia dove, trainato dalla stessa Carfagna e da Maria Teresa Bellanova il Terzo polo punta a strappare un paio un di seggi al predominio dem della coppia Boccia-Emiliano e alla risalita pentastellata puntellata dal collegio foggiano in cui Conte gioca in casa. 

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Contesa aperta alla Camera ad Andria e a Bari-Molfetta. I leader ovviamente sono consapevoli e quindi, aggirando il ping pong Letta-Meloni che spesso predomina, eccoli a sgomitare per carpire l'attenzione dell'elettorato, sviando dal copione usato fino a ora. Matteo Renzi a Palermo la butta sull'anti-mafia e si scorna con Conte appena ne ha la possibilità. Matteo Salvini a Crotone racconta della forte presenza calabrese tra i 100mila di Pontida. Luigi Di Maio decolla tra i tavoli di Nennella ai quartieri spagnoli di Napoli e gioisce, in prima fila, per il sangue sciolto di San Gennaro (al pari di Ettore Rosato di Iv, del ministro Dario Franceschini e, a distanza, dell'azzurro Antonio Tajani). 

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