Elezioni in Sardegna, la guerra del latte incombe sulle urne

Elezioni in Sardegna, la guerra del latte incombe sulle urne
di Carlo Porcaro
Lunedì 18 Febbraio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 19:35
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Dopo il voto in Abruzzo, lo scontro a distanza tra Lega e M5s si rinnova in Sardegna con il Pd e il centrosinistra alla finestra. In Abruzzo è finita con la vittoria del centrodestra (ri)unito con la Lega primo partito della coalizione. Domenica prossima, 24 febbraio, sono in programma le elezioni regionali in Sardegna. Feudo berlusconiano a inizio degli anni 2000, cinque anni fa l'isola ha premiato il filosofo Francesco Pigliaru del Pd, mentre alle ultime politiche il Movimento Cinquestelle ha fatto en-plein portando in Parlamento 9 eletti su 9 nei collegi uninominali di Camera e Senato. Sulle coste bagnate dal mare cristallino, il vento muta velocemente anche nei palazzi del potere. Il quadro politico, soprattutto dopo l'Abruzzo, è infatti molto cambiato: i salviniani avrebbero superato i pentastellati nei consensi reali e nei sondaggi. Il M5s teme fortemente l'esito delle urne non foss'altro perché i contendenti forti e radicati sono due: Christian Solinas (segretario regionale del Partito Sardo d'azione e vicepresidente della Lega al Senato) e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda sostenuto da un ampio centrosinistra.
 
Le modalità del voto potrebbero essere determinanti. In base alla legge elettorale, modificata nel 2013 per garantire la governabilità, sarà eletto governatore il candidato più votato: se dovesse ottenere tra il 25% e il 40% dei voti ci sarà un premio di maggioranza del 55% dei seggi; oltre il 40% invece il premio sarà del 60%. È prevista la possibilità di effettuare un voto disgiunto, mentre la soglia di sbarramento è del 10% per le coalizioni e del 5% per le liste non coalizzate. Ha un suo peso specifico, quindi, il possibile valore aggiunto del singolo candidato governatore. Conta la persona, la sua storia, nonché il clima che si respira a Roma.

Sono sette gli aspiranti governatori in campo. Per il M5s ci prova Francesco Desogus, di professione bibliotecario, mandato in avanscoperta dai suoi dopo la condanna a un anno per abuso d'ufficio subita da Mario Puddu, ex sindaco di Assemini incoronato dalle votazioni on line degli iscritti. Come detto, anche in Sardegna l'alleanza di Governo si spacca e il centrodestra si ricompatta puntando su Christian Solinas sostenuto dal suo Partito Sardo d'Azione e poi da Lega Salvini Sardegna, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Udc, Energie per l Italia, Riformatori Sardi, Unione dei Sardi, Sardegna20Venti, Sardegna Civica e Forza Parigi. Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, un tempo vendoliano, è l'uomo del centrosinistra allargato al contributo di varie liste civiche: Partito Democratico, Campo progressista Sardegna, Liberi e uguali Sardigna Zedda presidente, Cristiano Popolari socialisti, Progetto Comunista per la Sardegna, Sardegna in comune con Massimo Zedda, Noi la Sardegna con Massimo Zedda, Futuro comune con Massimo Zedda, Giovani sardi con Massimo Zedda. Completano l'elenco: Vindice Lecis (Sinistra Sarda-Rifondazione-Comunisti Italiani), Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi), Andrea Murgia (Autodeterminazione) ed infine l'ex Forza Italia Mauro Pili (Sardi Liberi).

Sul voto del 24 incombe la protesta dei pastori che ha invaso l'Italia da quasi due settimane. Latte versato in strada per attirare l'attenzione sul prezzo di base (60 centesimi al litro) ritenuto troppo basso dagli allevatori di pecore (70 quello di produzione). Salvini ha scavalcato il ministro delle Politiche agricole, il suo Gianmarco Centinaio, promettendo il massimo impegno nella trattativa. La difficile tregua raggiunta l'altro ieri a Cagliari dopo otto ore di trattative tra industriali caseari e pastori è durata giusto il tempo di una notte.

Già ieri all'alba un primo improvviso blitz a Cuglieri, nell'Oristanese, ha bloccato un autobotte che stava entrando in un caseificio e l'autista è stato costretto a buttare tre mila litri di latte sull'asfalto. I presidi spontanei non sono stati smobilitati nonostante l'accordo di sabato. Salvini ha messo la faccia in questa vicenda, diversi gli incontri sull'isola, che ha chiare ricadute elettorali. Anche in base alle risposte istituzionali di queste ore alla protesta dei pastori può dipendere l'opinione del voto della Regione. La Lega ha la chance per conquistare il primo presidente di Regione al di fuori dei suoi confini «geopolitici»: dallo storico bacino di consenso al Nord, sta attecchendo al Centro ed ora prova ad espugnare pure il Sud e le isole. «Se voi ci siete, io ci sono!», il consueto tweet di Salvini per caricare la piazza.

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