Expo 2030, Bruxelles appoggia la candidatura di Roma. Massolo: «Siamo in campo per vincere»

Il commissario Borrell schiera la Ue. Tajani: «È un risultato importante». Il 17 aprile l’ispezione del Bureau in città

Expo 2030, Bruxelles appoggia la candidatura di Roma. Massolo: «Siamo in campo per vincere»
Expo 2030, Bruxelles appoggia la candidatura di Roma. Massolo: «Siamo in campo per vincere»
di Francesco Bechis
Martedì 21 Marzo 2023, 00:12 - Ultimo agg. 11:57
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Una candidatura europea. Adesso è ufficiale: l’Ue sosterrà la corsa di Roma per ospitare l’Expo 2030. «Mobiliteremo tutte le delegazioni dell’Ue nel mondo per appoggiare la candidatura di Roma per Expo e speriamo che tutti la sostengano». Quando Josep Borrell dà l’annuncio nel mezzo del Consiglio Affari esteri dell’Ue convocato ieri pomeriggio, Antonio Tajani tira un sospiro di sollievo. 

L’ANNUNNCIO

All’ordine del giorno della riunione a Bruxelles il ministro degli Esteri e vicepremier aveva fatto inserire la corsa italiana per l’esposizione universale, «una candidatura europea». Adesso europea lo è davvero. Le sedi del Servizio europeo per l’Azione esterna (Eeas), ha fatto sapere Borrell, lavoreranno infatti per conquistare alla causa la più ampia coalizione di Paesi possibile. Non solo in Ue, ma soprattutto all’estero, dall’Africa all’Asia, dove si gioca una partita all’ultimo voto per portare a casa la prestigiosa kermesse internazionale. «Abbiamo raggiunto un risultato importante» esulta Tajani a margine del Consiglio. Con lui il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: «Un segnale molto positivo, Roma ha le carte in regola per provare a vincere».

Ne è convinto Tajani: «Aumentano le possibilità di Roma di arrivare al ballottaggio e, spero, di vincere. È giusto che l’edizione 2030 torni in Europa».

Addio a premure e tentennamenti diplomatici. L’Ue è scesa in campo per Roma. Un asso in più nella manica del Comitato Expo che da mesi lavora per portare a casa l’esposizione. «È un gesto che ci dà fiducia - commenta con Il Messaggero il presidente del comitato Giampiero Massolo - al di là delle intenzioni dei singoli Stati membri per noi è importante il riconoscimento del progetto di Roma 2030 come una candidatura europea». La sfida non è per questo in discesa. Dal 17 al 21 aprile sarà nella Capitale il segretario generale del Bie (Bureau international des expositions) Dimitri Kerkentzes, a due mesi dal primo sopralluogo. È l’ispezione più attesa, quella che porterà gli esperti a verificare nei dettagli la sostenibilità del progetto italiano che ha nell’area di Tor Vergata e la Vela di Calatrava il cuore del sito Expo, collegato al centro della città e al Foro da un itinerario che attraversa i parchi degli Acquedotti e dell’Appia Antica. Impatto economico stimato: 50,6 miliardi di euro, 300mila posti di lavoro, 11mila nuove imprese. «Vuole essere un’Expo inclusiva, all’insegna dei diritti e della sostenibilità in un Paese, l’Italia, che è tramite con il mercato unico europeo», dice Massolo. Una porta per affacciarsi in Ue. 

 

 

LA CONCORRENZA

Certo, c’è prima da battere la concorrenza, a partire dalla rivale più temuta: Riad, la capitale dell’Arabia Saudita che da mesi va a caccia di voti tra soft power e soprattutto la promessa di ingenti sostegni finanziari. «Auspichiamo il rispetto del level playing field e confidiamo in chi dovrà vigilare sulle regole», spiega Massolo, convinto che la partita sia ancora aperta. «La maggioranza dei Paesi non si è ancora schierata, nessuno può già dire di aver vinto». Sono 171 i voti che, nel segreto dell’urna, decideranno il vincitore di Expo 2030. L’ucraina Odessa (ma non è escluso che si ritiri) e la sudcoreana Busan le altre contendenti della Capitale italiana. Comunque vada, se Roma dovesse vincere, la città portuale ucraina sotto il tiro delle bombe russe sarà «co-protagonista» dell’esposizione italiana, assicura Massolo. Intanto la campagna continua. Ora con l’endorsement ufficiale della diplomazia Ue. Testa all’ispezione di aprile, dunque, per poi riprendere la corsa al voto finale. Roma passerà il test? E c’è da sperare che strade e palazzi immacolati durino oltre l’effimera visita degli ispettori? «Sì», sorride Massolo, «per l’Expo non basta un’imbiancatura. Roma è pronta e può vincere questa sfida».

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