L’annuncio del Tesoro: ripartono i tavoli sul Fisco, la revisione sarà per moduli Il cuneo fiscale

L’annuncio del Tesoro: ripartono i tavoli sul Fisco, la revisione sarà per moduli Il cuneo fiscale
di Andrea Bassi
Mercoledì 24 Giugno 2020, 07:46 - Ultimo agg. 08:00
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La proposta di un abbassamento alla “tedesca” delle aliquote Iva messa sul tavolo dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha avuto vita breve. Più che lo scetticismo della maggioranza, sia dal lato del Pd che da quello dei Cinquestelle, a pesare è stata l’irritazione trapelata dalle istituzioni europee che da sempre consigliano il contrario: tagliare l’Irpef aumentando l’Iva.

E proprio il cantiere Irpef è destinato a ripartire. Ad annunciarlo ieri, è stato direttamente il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri intervenendo a Telefisco del Sole24Ore. 



«È accaduto», ha spiegato il ministro, «l’imprevisto della crisi del coronavirus e non sarebbe stato possibile lavorare ordinariamente al tavolo della riforma fiscale» ma, ha aggiunto, «siccome pensiamo che l’Italia si incammini sulla strada della ripresa dal terzo trimestre, anche grazie al Recovery plan con investimenti importanti per le riforme, si ripropone l’esigenza di riprendere il lavoro sulla riforma fiscale, ma in un contesto economico del tutto nuovo, con un’esatta quantificazione delle risorse di cui disporremo». Insomma, Gualtieri insomma, ha mostrato una certa prudenza per evitare nuovi strappi in una fase di negoziazione delicatissima con la Commissione europea sui fondi comuni per uscire dalla crisi. Dare il senso di un dibattito in Italia concentrato quasi esclusivamente sul taglio delle tasse piuttosto che sugli investimenti, potrebbe far alzare più di un sopracciglio ai paesi “frugali” che si oppongono al piano da 750 miliardi della Commissione. 
 


La riforma fiscale si farà, ma sarà una riforma fatta “a moduli” e che dunque avrà dei tasselli che andranno al loro posto nel medio perioro. A luglio, tra qualche giorno, entrerà in vigore il primo di questi tasselli: il taglio del cuneo fiscale, ossia il bonus da 100 euro fino a 28 mila euro, e la detrazione da 480 euro a calare, per i redditi da 28 mila a 40 mila euro. Gualtieri ha anche ricordato che nei giorni scorsi è stato anche approvato n secondo tassello della riforma fiscale che è il «family act», il provvedimento che prevede un assegno universale per i figli fino a 18 anni che ora dovrà essere implementato. Il ministro ha voluto chiarire bene che «le risorse europee non sono risorse per la riduzione delle aliquote», ma dentro questo quadro «si può disegnare una riforma con la riduzione fiscale su lavoro e imprese». Una riforma alla quale potrà contribuire anche «il contrasto all’evasione fiscale, che può consentire la riduzione della pressione fiscale». Si tratta insomma, ha spiegato Gualtieri, di «un impianto e uno schema con gli obiettivi che avevamo iniziato a definire e dentro questa strategia collocheremo, con la dovuta attenzione e la verifica dell’andamento economico dei prossimi mesi, la riforma fiscale che sarà un tassello del Pnr e del Recovery plan». Gualtieri ha anche sottolineato che il governo non ha intenzione di fare condoni, anche se sta studiando la possibilità di una nuova voluntary disclosure, ossia di una emersione di capitali nascosti al Fisco ma versando tutto il dovuto con la sola eccezione degli interessi e delle sanzioni. Non è detto però, che ci siano ancora spazi ampi per un intervento del genere. Sui paradisi fiscali è in atto da tempo una stretta. La Svizzera, luogo d’elezione tradizionale dei fuga dei capitali italiani, da tempo ha ormai un regime di scambio di informazioni con il Fisco. Nel piano Colao è stata proposta la possibilità di far emergere il “nero” custodito in contanti nelle cassette di sicurezza o direttamente in casa. Ma si tratta di una proposta che incontra molte resistenze all’interno dello stesso governo. 

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La vera spinta che Tesoro e Palazzo Chigi vogliono dare, invece, riguarda i pagamenti elettronici.
A luglio calerà ancora la soglia massima di uso del contante (a 2 mila euro). L’ultima legge di Bilancio ha previsto un ristoro mensile (cashback) per chi usa bancomat e carte. Ma il fondo da 3 miliardi per finanziare la misura è stato prosciugato.

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