Il più chiaro di tutti è stato Cesa che si è rivolto così agli altri leader del centrodestra: «Va bene restare all’opposizione, noi non vogliamo andare con Conte ma occorre dare una prospettiva ai parlamentari». Ecco, la parola prospettiva è risuonata più volte nell’ennesimo vertice tra Salvini, Meloni, Tajani, Lupi, Toti e il leader centrista. Perché da giorni sotto traccia Forza Italia aveva chiesto a Meloni di ripensarci, di non bloccarsi sulla posizione del voto senza se e senza ma. Di aprire ad un progetto che avrebbe potuto portare deputati e senatori a non guardare al presidente del Consiglio. «È chiaro che i moderati vedono in Conte un approdo futuro», taglia corto un senatore, «se noi diciamo elezioni, elezioni, non facciamo altro che fare un favore al premier».
Tesi che accomuna diversi parlamentari azzurri.
Ma sono altre le ragioni dello strappo della senatrice Rossi «e molto meno nobili», dicono in FI, «è solo vendetta». In ogni caso anche i “berluscones” hanno rivolto una preghiera al presidente di FI: «Torna a Roma. Senza la tua presenza non riusciamo a serrare i ranghi». Il Cav è dal 15 gennaio che promette di rientrare nella Capitale ma è frenato dai figli. Verrebbe di corsa se sul serio il presidente della Repubblica aprisse le porte del Quirinale ai leader dell’alleanza. Ieri Salvini, Meloni, Tajani, Lupi, Toti e Cesa hanno firmato un altro appello alla prima carica dello Stato. «Conte venga in Parlamento a prendere atto di una crisi conclamata. L’Italia, il Parlamento e il presidente della Repubblica meritano rispetto». Una frenata rispetto alla posizione di martedì sera quando è stato richiesto un incontro a Mattarella per sbarrare la strada ad una «squallida compravendita». L’invito a «bloccare il suk» verrà reiterato ma «è chiaro che Conte ha tutte le carte in regola – osserva per esempio una fonte di FI – per andare avanti, è stato legittimato dal voto del Senato».
E si ritorna quindi all’altro ieri. Salvini è riuscito facilmente a convincere l’ex M5s Giarrusso, altri leghisti hanno convinto gli altri ex pentastellati e FI ha cercato di rilanciare aprendo le porte all’ex grillina Giannone nel gruppo alla Camera. «Ma – sottolinea un altro esponente della Lega – paghiamo una condizione fragile della coalizione». «Vi prometto che faremo di tutto per mandare a casa gli occupanti abusivi, in minoranza nel Paese, e, da ieri, in minoranza anche in Senato», rilancia Salvini che nel vertice ha proposto di dar vita ad una controffensiva alle manovre di Conte. «Lavoriamo a gruppi responsabili del centrodestra. Troviamo anche noi chi non è più disposto a stare in questa maggioranza così litigiosa», la sua idea. Ma per ora la strategia sarà quella di difendersi. «Dobbiamo tenere botta – dice un senatore lumbard - se resistiamo una settimana Conte va a sbattere». Si guarda a mercoledì prossimo quando alle Camere si voterà la relazione sullo stato della giustizia del Guardasigilli Bonafede. «Così – osserva Lupi – non possono andare avanti. Il premier sarà costretto a dimettersi».