Forza Italia è un pendolo tra pulsioni centriste e salviniste. Teme per se stessa (il sondaggio Ghisleri, il primo dopo la vicenda Colle, la quota al 6 per cento).
Ed è assediata dal Pd che sta lettianamente gettando promesse di futuri accordi da Nuovo Nazareno se gli azzurri vanno al centro mollando il centrodestra, e da Renzi che ha avviato lo scouting per prendere pezzi del partito berlusconiano («Salvini non vi candida più, ha pochi collegi sicuri e deve spartirseli con la Meloni») e portarli nel suo alveo e poi magari in quello di un futuro accordo con il centrosinistra sia se la legge elettorale cambia in modalità proporzionale sia se resta questa.
Una tenaglia tra Letta (Enrico, ma i suoi ottimi rapporti con lo zio Gianni li conoscono tutti), Renzi, quelli di Coraggio Italia e gli altri centristi, per desalvinizzare Silvio Berlusconi ma soprattutto i suoi e aprire nuovi scenari. Questa manovra strisciante - già sono al lavoro pontieri dem amici di senatori azzurri che consigliano: «Mollate Salvini e Meloni, con loro non avete futuro» - i consiglieri filo-leghisti di Berlusconi la conoscono o la paventano e così anche Salvini.
La verità è che la situazione è in grande movimento da tutte le parti (il lungo e fraterno incontro tra Di Maio e Giorgetti ieri rientra nel novero delle manovre in corso tra neo-centrismo stellato e post salvinismo leghista?) e il versante azzurro è quello che fibrilla di più. Esiste il rischio, anche se negato dai vertici, che pezzi di Forza Italia, quell’area moderata e super-draghiana, quelli che hanno affossato nel voto segreto la Casellati, quelli stanchi della «sudditanza» a Salvini e Meloni, prendano il largo in direzione centrista. Va intanto bene l’atto di fedeltà berlusconiana a Salvini, ma poi? Si riuscirà a tenere la baracca forzista unita mentre da fuori tutti la insidiano e la vogliono smembrare? È una fase delicatissima per Berlusconi questa.