Sondaggi politici, M5S ha sorpassato il Pd: 17,3% contro 17%. Tracollo di Forza Italia, ora è al 6,7%.

Sondaggi politici, tracollo di Forza Italia: è al 6,7%. M5S sorpassa il Pd
Sondaggi politici, tracollo di Forza Italia: è al 6,7%. ​M5S sorpassa il Pd
di Fausto Caruso
Venerdì 28 Ottobre 2022, 00:05 - Ultimo agg. 11:56
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«È solo un sondaggio». Probabilmente è questo il pensiero dei più ottimisti tra i corridoi del Nazareno e dei loro colleghi negli uffici di Forza Italia. Sarà, ma vedere messo nero su bianco il temutissimo sorpasso dei Cinquestelle non deve aver fatto piacere a Enrico Letta e soci, così come dover constare che il suo 8,1% delle urne si è già tramutato in 6,7% non avrà contribuito a rallegrare l’umore di Silvio Berlusconi. Tracollo registrato soprattutto nella due giorni delle turbolenze create dallo stesso Silvio.

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I dati sono quelli dell’ultimo rilevamento effettuato dall’istituto Euromedia Research di Alessandra Ghisleri per Porta a Porta, secondo cui il Movimento Cinque Stelle è davanti al Partito Democratico: 17,3% contro 17%.

Un’incollatura, una virgola, che potrebbe essere solo frutto dell’errore statistico a cui sono sottoposti tutti i sondaggi. Vero, ma il dato è in linea con i trend che continuano a dare il Pd in discesa dal già deludente 19% del 25 settembre e i grillini in risalita. 

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Un effetto traino dopo il voto? Non secondo Antonio Noto, presidente dell’omonimo istituto di ricerca. «Le opinioni dei cittadini si fondano sui leader e sui programmi, non sui sondaggi, e lo abbiamo visto in alcune elezioni - non certo le ultime - in cui le previsioni sono state clamorosamente smentite». La ragione è tutta politica: «Dem e Cinquestelle condividono una parte di elettorato che si muove tra un partito e l’altro. Con i dem in difficoltà questa quota migrante tende ad andare tutta verso il M5S». L’assottigliamento delle distanze è dovuto dunque da un lato a un partito percepito come nel mezzo di una crisi, istituzionalizzata con l’annuncio del congresso, e su cui pesa l’incertezza su chi sarà il nuovo segretario. Dall’altro una formazione politica che può raccontarsi come in salute e in crescita, nonostante abbia perso oltre la metà dei voti dall’exploit del 2018.
Una risalita, quella pentastellata, forse favorita anche dall’atteggiamento del leader Giuseppe Conte contrario all’invio di armi all’Ucraina, a cui contrappone la necessità di un negoziato. Una posizione che fa molta presa su quel 34.1% della popolazione che, secondo Euromedia, teme che il prezzo delle bollette, schizzato dall’inizio del conflitto, continuerà a crescere nei prossimi mesi. «Ipocrita» l’ha definita invece ieri l’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melynk in una lettera pubblicata sulla sua pagina Facebook e indirizzata proprio a Conte. 

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Fuori dal confronto serrato che oppone i componenti del mai nato campo largo, i numeri danno altri motivi per sorridere alla neopremier Giorgia Meloni, che vede Fratelli d’Italia salire al 28,4% e gli elettori di centrodestra premiare con un 8.83 il suo discorso programmatico. Euromedia dà in leggera risalita, al 9,5%, anche la Lega di Matteo Salvini, che ha ottenuto quasi tutti i ministeri che la base chiedeva per realizzare le battaglie identitarie come ad esempio blocco degli sbarchi. La risalita del Carroccio si può dunque mettere in parallelo con il dato secondo cui per il 56.5% degli italiani proprio l’immigrazione illegale sarà più attenzionata da questo governo rispetto ai precedenti, mentre per il 41.4% degli intervistati vale lo stesso per il tema della sicurezza tout court.

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Il Centrodestra nel suo complesso cresce così al 45.4%, un punto e mezzo in più delle elezioni, nonostante la netta flessione di Forza Italia, data dall’ultimo sondaggio addirittura sotto al 7%, distanziata da un Terzo polo che si attesta all’8,3%. Un brusco calo verificatosi di colpo nell’ultimo paio di giorni, quelli – appunto – delle frasi su Putin (poi precisate) e delle tempeste con gli alleati. «Berlusconi rimane sempre la “forza” di Forza Italia», spiega Noto con una battuta. «La sua strategia comunicativa è sempre stata basata sul dire un giorno una cosa e il giorno dopo l’opposto, in modo che rimangano vere entrambe».

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