Dall'arcobaleno alle sardine: Pascale, l'anarchica di Arcore

Dall'arcobaleno alle sardine: Pascale, l'anarchica di Arcore
di Antonio Menna
Domenica 8 Dicembre 2019, 08:54 - Ultimo agg. 18:27
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In tutte le grandi corti a un certo punto si alza una voce contraria. La parola dispari. La principessa disobbediente, capace però di abbinare alla discordanza anche un'assoluta fedeltà, per cui da preferita del re può concedersi anche la rottura più ardita dello schema più consolidato. A lei è concesso. Sembra un po' la Sissi di Arcore, Francesca Pascale, e son lontani i tempi di Telecafone, quando ballava e cantava in abiti succinti sulle tv private napoletane.

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La consolidata fidanzata, ormai 34enne, del Cavaliere, ormai 83enne, tolto il filo di volgarità per indossare quello di perle, ha imparato a dosare ombre e luci; più determinata che capricciosa, sa stare al suo posto (che in realtà è Villa Maria, sontuosa dimora a pochi chilometri da Arcore regalatale da Silvio, che lì torna a dormire quasi tutte le sere) ma sa anche uscire a sorpresa dal seminato e infilare la stoccata. Per poi tornare, però, rapidamente a corte, rifarsi piccola piccola, sciura milanese, e rendersi di nuovo invisibile.

L'endorsement per le Sardine è solo l'ultimo raid della partenopea a Milano. «Vi ritrovo elementi e quella libertà che furono propri della rivoluzione liberale di Berlusconi», ha colpito la Pascale, facendo intendere addirittura che il 14 dicembre, al prossimo raduno romano, potrebbe esserci. «Si tratta ha rilanciato - di un fenomeno spontaneo, dilagante, animato da giovani, quindi va guardato con rispetto, interesse e soprattutto non va sottovalutato». Si sorprende solo chi non la conosce. Occhi lunghi, come le napoletane di popolo che sanno guardarsi le spalle nei vicoli. Sorriso sagace, come di chi sa quello che vuole. Lunghi inabissamenti, silenzi sorvegliati come di chi passa le giornate a far passare le giornate. Ma poi, però, colpire a sorpresa. E lasciare il segno.
 
 

IL GIUDIZIO
«Salvini è il male», disse tempo fa in una intervista. «Spero di non averlo mai a cena in villa». Chiarendo subito che non era un'antipatia personale ma un giudizio politico: «Non condivido il sovranismo aggiunse -, aborro gli estremismi. Berlusconi ha sempre messo in atto i principi liberali: è sotto quella bandiera che mi sento a mio agio». E nel pensiero liberale, la Pascale, ancora prima, sempre tra un silenzio e l'altro, introdusse senza timori anche il diritto di vivere liberamente il proprio orientamento sessuale. «Mi preoccupa chiarì in una intervista - che ci sia ancora da combattere per affermare i diritti e le libertà di ciascuno, compresa quella di vivere senza pregiudizi il proprio orientamento sessuale. Le famiglie arcobaleno, come quelle tradizionali, affrontano tutti i problemi che la vita riserva, ma in più devono sopportare il pregiudizio».
 


Sbam. Bella botta alla destra del family day, del «sono una donna, sono una madre, sono cattolica». Lei, la Pascale, non si definisce nemmeno etero. «Non ho mai usato paletti per definirmi ha scritto -, non ho mai detto né di essere eterosessuale né gay. Nelle amicizie come nell'amore non seguo stereotipi». Altro che disobbediente, sembra quasi divertirsi a strappare la tela. Chiama il fidanzato, presidente. Lo definisce uomo straordinario. Ma guarda anche al futuro. «Oggi sono innamorata, domani chissà».

Intanto, dopo il cane Dudù, che ha conquistato le ginocchia di Berlusconi, sono arrivati in villa altri nove cuccioli. «Abbaiano sempre ai politici, solo a loro». E proprio dai politici, la Pascale è mal tollerata. Ci hanno provato spesso a metterla in cattiva luce con Berlusconi. Ma non ci sono mai riusciti. Saranno le «mine antisignorine» che la Pascale si vanta di aver messo intorno al suo fidanzato, sarà quella capacità di dosare bene «amore e crudeltà», sarà la cura perfino per la dispensa («Pagavano i fagiolini 80 euro al chilo. Vi pare possibile? Dovevo intervenire») ma a Francesca sembra tutto concesso. «E chi mi critica dice di solito è un uomo, spesso un nostalgico fascista».

LE GEMELLE
Chi a questo punto notasse una curiosa sintonia per temi, stile, pensiero e poetica - con Mara Carfagna, non sbaglierebbe. Le due si capiscono più delle gemelle Kessler. Condividono l'origine campana, la capacità di tenere testa a Berlusconi, lo stile austero, la bellezza e il rigore. Quell'aria compita e principesca di chi sta stare a corte e sa anche scattare di lato. Ma sempre con un progetto. Nulla al caso, la vita è precisa. E la battaglia contro Salvini, chissà, potrebbe essere un messaggio nella bottiglia lanciato al futuro. Se tramonta Silvio, si apre uno spazio. Magari da dividere in due. Due donne, poi. Salvini è avvisato.
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