G20, clima: ok al tetto a 1,5 gradi. Draghi: «Sostanza, non bla bla»

G20, clima: ok al tetto a 1,5 gradi. Draghi: «Sostanza, non bla bla»
G20, clima: ok al tetto a 1,5 gradi. Draghi: «Sostanza, non bla bla»
di Cristiana Mangani
Lunedì 1 Novembre 2021, 00:07 - Ultimo agg. 15:21
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La due giorni del G20 si è conclusa con un documento finale, ma anche con tante foto simbolo, con importanti strette di mano, con rappacificazioni: primo super vertice con capi di Stato e delegazioni in presenza, dopo il tempo del lockdown. Basterebbe questo per confermare quello che ieri Mario Draghi ha detto con soddisfazione: «È stato un successo». Ma è stato anche l’espressione della volontà di non far cadere nel vuoto gli appelli lanciati dagli attivisti sul clima. «Abbiamo riempito di sostanza i bla bla bla - ha dichiarato il premier -. In questo vertice abbiamo fatto sì che i nostri sogni siano ancora vivi, ma adesso dobbiamo accertarci di trasformarli in fatti».

GLI STANZIAMENTI

E i fatti sono questi: l’Italia triplicherà l’impegno finanziario per le questioni climatiche interne a 1,4 miliardi l’anno per i prossimi 5 anni, per dare il buon esempio: «Sono 7 miliardi circa», ha specificato Draghi.

Mentre 100 miliardi all’anno di contributi volontari andranno ai paesi più poveri per migliorare le condizioni ambientali. Sempre l’Italia contribuirà con 4 miliardi di dollari, pari al 20 per cento della propria allocazione di DSP (diritti speciali di prelievo), all’impegno dei membri e dei paesi che sono invitati a indirizzare circa 45 miliardi di dollari per arrivare a questi 100 miliardi di dollari stabiliti. Ma non è tutto: Draghi cita anche la riforma della tassazione internazionale, «che si tentava di fare da anni senza riuscirci», il limite di 1,5 C° di surriscaldamento globale medio che «migliora gli Accordi di Parigi», l’allineamento «di alcuni Paesi scettici su posizioni comuni sulla decarbonizzazione», con evidente riferimento alla Russia e, soprattutto, alla Cina. Conclusioni che per gli ambientalisti non spostano di molto l’asticella in avanti, ma che, invece, fanno dire al presidente americano Joe Biden: «Delusi dall’assenza dei leader di Russia e Cina, anche se sono stati fatti progressi significativi».

 

E al francese Emmanuel Macron: «È stato fatto un grande passo in avanti». Ed è da qui che si muoveranno i lavori della Cop26 che si sta svolgendo a Glasgow, sebbene tra ostacoli e paletti. Per il premier, comunque, il lavoro fatto in questi due giorni resta una buona base di partenza. Sebbene Cina, Russia e India abbiano faticato molto a sintonizzarsi con le linee generali proposte. «Sul clima per la prima volta i Paesi G20 si sono impegnati a mantenere a portata di mano l’obiettivo di contenere il surriscaldamento sotto i 1,5 gradi con azioni immediate e impegni a medio termine - ha insistito Draghi - Ed è stato deciso che i finanziamenti pubblici alla costruzione di nuove centrali a carbone non andranno oltre la fine di quest’anno».

LA DEADLINE

Va detto, però, che dalla bozza finale del documento di Roma è scomparsa la deadline del 2050 per un mondo a zero emissioni, sostituita da un più generico «entro o attorno» metà secolo. E questo nonostante gli enormi sforzi degli sherpa, che hanno lavorato tutta la notte per trovare un punto di incontro. Draghi ne rivendica «il successo», non fosse altro perché - considera - «getta le basi per una ripresa più equa». E ricorda che negli accordi di Parigi non c’era alcun tipo di scadenza, né vaga né precisa. Tanto che la cancelliera Angela Merkel si è spinta a sostenere che i leader riuniti a Roma sono stati «ancora più ambiziosi» di quando si riunirono nella capitale francese nel 2015. «Dalla Cina, poi - conclude il presidente del Consiglio - fino a pochi giorni fa mi attendevo un atteggiamento più rigido, c’è stata la volontà di cogliere un linguaggio più rivolto al futuro che al passato». E dedica un pensiero a Papa Bergoglio e alla sua forte posizione “green”. «È un alleato non solo del G20 - afferma - ma per tutto ciò che concerne il clima e la conservazione della Terra».

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