Gelmini: Salvini consente lo sfascio del Paese. E attacca Toti

Mariastella Gelmini
Mariastella Gelmini
Sabato 13 Ottobre 2018, 17:04 - Ultimo agg. 17:06
4 Minuti di Lettura
«La Lega sembra impassibile nel consentire lo sfascio del Paese a M5S. Se Salvini continua ad appaltare le politiche economiche a M5S e voterà il reddito di cittadinanza, il suo consenso si esaurirà molto presto». Lo ha detto la capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini a L'Intervista di Maria Latella su Sky Tg24. «Vediamo
due leghe: una con cui governiamo importanti regioni e comuni e andiamo d'accordissimo, ma a livello nazionale la Lega alleata con M5S ci imbarazza, con i continui cedimenti di Salvini - prosegue -. La soluzione del tema immigrazione vale lo sfascio dei conti pubblici e una manovra sbagliata? Lo spieghi Salvini agli imprenditori del Nord che é andato al governo per votare il reddito di cittadinanza...». «Il 72% del gradimento di Salvini tra gli elettori di Fi? - ha risposto Gelmini - Salvini ha intercettato un tema sentito dal Paese come l'immigrazione, si è mosso con abilità. Il governo gode di una luna di miele, ma guardate come per Renzi poi tutto è sfumato molto velocemente».

«Forza Italia non fa nessuna opposizione a corrente alternata, ma un'opposizione decisa e costruttiva, non disfattista. Abbiamo votato contro il Decreto dignità di Di Maio, voteremo contro la manovra se verrà confermata la Nota di aggiornamento al Def (Nadef), non ne condividiamo una parola», ha aggiunto la capogruppo di Forza
Italia. Alla critica di essere troppo simili nella posizioni al Pd ha risposto: «Siamo assolutamente diversi, sull'immigrazione ad esempio noi siamo per il rigore; molti parlamentari del Pd sono stati favorevoli al decreto dignità; noi siamo contro il disegno di legge sulla class action perché così com'é é un provvedimento anti-impresa», elencando altri esempi di differenziazioni dal partito democratico, «noi siamo gli unici a difendere l'impresa, mentre Renzi é stato il primo populista nel regalare soldi come con gli 80 euro».

Gelmini ha poi attaccato il governatore della Liguria, Giovanni Toti, anche lui esponente di Forza Italia ma più vicino alle posizioni della Lega. «Non capisco esattamente quale sia la posizione politica di Toti: prima ha proposto il partito unico con Salvini, dopodiché sembra aver annunciato una aggregazione con La Russa, Meloni, forse Fitto... mi pare che sia ovunque tranne dove è Forza Italia», ha detto la capogruppo di Forza Italia.

«L'invito che rivolgo a Toti è quello di rimboccarsi le maniche perché non si risolvono i problemi del partito con interviste e denunce. Giovanni è sicuramente una risorsa, dimostri di volere con noi rilanciare Forza Italia», ha aggiunto. «La battuta di Toti di qualche giorno fa - 'Forza Italia fa solo convention' - è stata sgradevole, ma non tanto nei miei confronti, quanto dei militanti. Dietro ogni evento di partito ci sono tante facce sconosciute di persone che si impegnano e ci credono, e banalizzare il loro lavoro è un errore», ha proseguito Gelmini. «A Toti dico di rimboccarsi le maniche perché non si risolvono i problemi del partito con interviste e denunce. Occorre lavorare tutti insieme, Giovanni è una risorsa, dimostri con noi di voler rilanciare Forza Italia», ha detto ancora Gelmini.

Toti ha replicato dicendo che a Forza Italia servirebbe un cambiamento a livello di dirigenza ma ha escluso però di passare alla Lega. «Io sono ovunque dove si discute, anche in Forza Italia», ha spiegato ai giornalisti che gli chiedevano conto della critica di Gelmini. «Quello che molto spesso non comprendo della classe dirigente di Forza Italia - ha spiegato - è l'incapacità di mettersi in discussione, continuare a ragionare in modo apodittico di un partito che deve profondamente cambiare, se vuole tornare a prendere i voti delle categorie con cui ha sempre parlato».

«Forse - ha proseguito Toti - non si sono accorti che nel 2008 il partito aveva il 38% dei voti e oggi viene dato all'8. Una classe dirigente che non sa mettersi in discussione, credo che abbia qualche difficoltà a rapportarsi con il mondo». «Dov'è che si discute in Forza Italia? Dov'è che si decide chi fa il coordinatore regionale? Dov'è che si decide qual è la linea politica?», ha domandato Toti. «Io penso - ha aggiunto - che ci possano essere legittimamente tanti punti di vista dentro a un partito, ma occorre che ci sia un luogo dove ci si conta e non solamente all'interno dei congressi comunali, come qualcuno vuol far capire, ma anche includendo le liste civiche e tutto quel mondo che abbiamo perso e che oggi non si riconosce più in Forza Italia, mettendo in discussione tutti, dai massimi vertici all'ultimo militante. E potendolo fare, contandosi su idee diverse».

«Quando la classe dirigente di Forza Italia si renderà conto che c'è bisogno di ripartire, di riposizionare il partito, di ritrovare un dialogo con le categorie sociali a cui abbiamo sempre parlato e che bisogna pensare a un Paese diverso rispetto a quello a cui pensavamo nel '94, io ci sono, come ci sono sempre stato», ha assicurato il governatore. «Il problema - ha concluso - non è e non è mai stato Berlusconi, che è il fondatore del partito, ma una classe dirigente che si è sempre adagiata su di lui e non si è mai presa la responsabilità di mettersi in gioco, di mettersi a confronto con il mondo che cambia e anche in modo competitivo tra di noi». 

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA