Banche, il richiamo del Colle. Mattarella: «Bene il riordino»

Banche, il richiamo del Colle. Mattarella: «Bene il riordino»
di Marco Conti
Sabato 16 Dicembre 2017, 07:48 - Ultimo agg. 17 Dicembre, 00:13
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«Basta bisticci sulle banche» e «bene il riordino che è stato fatto di un settore nevralgico per il nostro apparato produttivo». Paolo Gentiloni e Sergio Mattarella. Uno da Bruxelles, l'altro da Roma. Tutti e due intervengono in due diverse occasioni a sostegno del sistema bancario entrato nel tritacarne della campagna elettorale anche grazie ad una Commissione d'inchiesta dove le polemiche montano mentre latita la verità sui crack bancari. Rassicurazioni che il presidente della Repubblica non manca di offrire nel corso dell'incontro di fine anno con il corpo diplomatico.

«Il lavoro compiuto nell'ambito del settore bancario contribuendo al rafforzamento di un settore strategico per lo sviluppo, è stato di sostegno all'apparato produttivo: il sistema delle imprese - afferma Mattarella - ha infatti registrato continui progressi» «segno di un'azione incisiva dell'intero Sistema Paese». Un implicito grazie - espresso senza nominare nessuno - non solo alle riforme del governo, ma anche al contributo dato dalle istituzioni preposte a tutela del risparmio e del settore del credito come Bankitalia e Consob. Il governo, come attore principale del «Sistema Paese» evocato da Mattarella, poche ore prima aveva espresso un auspicio che va proprio nella linea indicata dal Quirinale. Gentiloni parla da Bruxelles al termine del Consiglio europeo durante il quale molti capi di stato e di governo hanno chiesto lumi sulle ultime vicende italiane e sulle prossime elezioni.

Al tavolo dei Ventisette - premette Gentiloni - c'è «un alto numero di Paesi in cui esistono, purtroppo, maggioranze fragili, governi di minoranza. Non c'è un contesto in cui l'Italia è la pecora nera e gli altri sono iper stabili». E ancora: «Si parla delle elezioni italiane come di quello che accade in Germania o che accadrà in Catalogna. La frequenza dei governi in Italia non coglie di sorpresa. Anzi, qualcuno parla di italianizzazione politica nei propri contesti». Un'incertezza che in Italia si alimenta con i toni sempre più alti di una campagna elettorale permanente e che non sfuggono al premier quando poco dopo difende la sottosegretaria Maria Elena Boschi che gli ex Pd di Grasso vorrebbero convocare in Commissione-Banche: «Penso abbia chiarito le circostanze emerse dall'audizione del presidente della Consob», «correrà nel Pd e le auguro successo».

PREOCCUPAZIONE
Subito dopo invita però a riportare la campagna elettorale su temi diversi: «Mi auguro solo che le prossime settimane non siano dominate da bisticci sulle banche: non mi sembra l'aspettativa maggiore dei cittadini». Nessun giudizio sul lavoro della Commissione d'inchiesta, ma una risposta alle preoccupazioni che montano sulla capacità dell'Italia di saper affrontare l'incerta fase post elettorale. Preoccupazioni di palazzo Chigi che non sottendono prese di distanza dalla Boschi da parte del governo, come dimostrano le parole dei ministri Padoan e Calenda. Il primo scrive su twitter che «il governo ha protetto i risparmiatori senza interferire, come ha detto la Boschi». Il secondo oltre a difendere la sottosegretaria attacca il forzista e presidente Consob Giusppe Vegas che l'altro ieri «è riuscito a distrarre l'attenzione dalle sue responsabilità».

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