Gentiloni: «Dire no a Mattarella è dire no all'Italia. Lega-M5S? Sarebbe incognita»

Gentiloni: restare a Palazzo Chigi? Preferirei di no ma se lo chiede Mattarella difficile non pensarci
Gentiloni: restare a Palazzo Chigi? Preferirei di no ma se lo chiede Mattarella difficile non pensarci
Domenica 6 Maggio 2018, 20:57 - Ultimo agg. 21:31
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Restare a Palazzo Chigi? «Preferirei di no ma quello che decide il presidente della Repubblica mi troverà sempre pronto a rispondere. Lo considero un dovere. Se il presidente della Repubblica fa una richiesta non prenderla in considerazione è difficile». A dirlo è il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Che tempo che fa dove aggiunge: «Dire no a Mattarella sarebbe dire no al paese: è molto pericoloso». 

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GLI SCENARI
Invocando il governo Gentiloni che resti fino alle urne «non so se Di Maio mi abbia fatto un favore o meno perché il governo senza avere un rapporto di fiducia col Parlamento» sarebbe «un problema», spiega il premier che alla domanda se abbia già prenotato le vacanze risponde: «Ancora no, ma non per ragioni politiche perché siccome sono attese da molto tempo devo vedere bene dove andare. E speriamo di poter fare vacanze: significa che non si va a votare tra quattro mesi». 

«I fondamentali sono a posto e non faccio profezie di sventura. Ma a riportare fuori strada l'Italia ci si mette un attimo: in pochi mesi ci si può portare a una crisi molto pericolosa. Attenzione alle scelte che si fanno in economia e politica estera», avverte poi Gentiloni. Senza un governo a pieno titolo «c'è il rischio e che l'Italia risulti troppo debole nella discussione sul futuro del'unione monetaria». E aggiunge: «Sono argomenti tecnici ma ci sono posizioni abbastanza diverse tra Francia e Germania in cui l'Italia potrebbe far prevalere la linea a favore della crescita e del lavoro e non a favore del rigore e a soffrirne saremmo per primi noi italiani
».

IL PD

Quanto al no di Renzi a un tavolo con il M5s dice che «forse si poteva discutere perché questo avrebbe messo a nudo le contraddizioni. Ma forse il gran rifiuto non era indispensabile». Ma «non penso fosse realistico» un accordo del Pd con il M5s, aggiunge. E ancora: «Il 'tocca a loro'» non va per «un partito come il Pd, che è per definizione un partito di sinistra di governo e deve dare il suo contributo, non è che per definizione si colloca all'opposizione». Certo, «non era realistico che il Pd appoggiasse un governo guidato da Di Maio o da un altro esponente M5s ma si poteva discutere perche questo avrebbe messo a nudo le contraddizioni al loro interno».

«La proposta che farà il Presidente la prenderemo in considerazione positivamente in ogni modo. Nel Pd Mattarella troverà un interlocutore positivo», spiega poi Gentiloni. «Penso che noi non dobbiamo mettere paletti e pregiudiziali» sulle decisioni che il Presidente della Repubblica potrebbe prendere, «e dico a tutti: lasciamo al presidente margini di manovra perché l'Italia ha bisogno di una soluzione a questa crisi».

«Il dibattito nel Pd è iniziato e dobbiamo ringraziare Martina che ha la responsabilità.
Io un po' di tempo glielo darei, gli darei una mano. Ho visto varie proposte, da Beppe Sala a Carlo Calenda, hanno chiesto organismi che possono dare una mano a Martina. Credo si stia impegnando per mantenere unito il Pd e ritrovare le sue ragioni».


L'IPOTESI GOVERNO LEGA-M5S
«In campagna elettorale da una parte si è sentita la fiera delle velleità. Se poi pensiamo ai toni, ancora fatico a capire come la Lega e i Cinque stelle, che non sono parenti stretti, riescano a fare davvero un governo insieme. E comunque certamente è un'operazione legittima ma a livello europeo sarebbe considerata un'incognita abbastanza singolare per un grande Paese come l'Italia».

«Se in Ue sono tranquilli, è merito degli sforzi fatti dagli italiani in questi anni. Lo spread era a 600, ora siamo a 100. C'è una calma piatta a piazza Affari. Sul piano sociale c'è moltissimo da fare anche se sui grandi numeri siamo messi bene. È una calma di attesa, non di fiducia. Gli altri paesi non si agitano particolarmente perché non hanno capito come si risolve la crisi».

«Soprattutto se dovesse nascere un governo incognita come quello M5s-Lega bisogna costruire una coalizione ampia di centrosinistra, dai moderati alla sinistra combattiva, che possa diventare competitiva. È possibile». Lo dice il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Che tempo che fa.

MIGRANTI
Gentiloni torna poi a parlare di migranti: «Non so se c'è da chiamare un medico ma di certo non per me», dice replicando a quanto detto da Salvini due giorni fa. «Noi li abbiamo messi sotto controllo, con il lavoro del mio governo e di Minniti».

Gentiloni ha ripetuto che «l'immigrazione utile non solo va accettata» ma «le immigrazioni regolari le dobbiamo incoraggiare» mentre «si fa troppa ideologia su questa situazione». Il presidente del Consiglio ha infatti ricordato la posizione geografica dell'Italia che si trova «davanti ad un grande continente in cui un solo paese, come la Nigeria, a breve avrà più abitanti di tutta l'Unione europea» .
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