«A troppi giovani manca il coraggio: tornare e lavorare al Sud è possibile»

«A troppi giovani manca il coraggio: tornare e lavorare al Sud è possibile»
di Marco Esposito
Giovedì 9 Settembre 2021, 08:11 - Ultimo agg. 10 Settembre, 12:09
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Sindaca Verri, come valuta l'iniziativa della ministra del Sud Carfagna del Fondo per i concorsi di progettazione e idee nei piccoli Comuni del Sud e delle aree interne?
«Si tocca un tasto dolente - risponde Viviana Verri, sindaca di Pisticci - in effetti spesso non si trovano i professionisti per seguire tutte le gare e il personale diciamo ordinario deve sempre inseguire emergenze».

Perché mancano i tecnici nel suo Comune?
«Per la verità quando sono stata eletta, nel 2016, a Pisticci mancava persino il comandante dei vigili, mentre il settore ambiente per noi decisivo con un comune che va dalle colline materane alla costa era del tutto scoperto. A lungo negli enti locali ci sono stati limiti al turnover molto stretti e anche adesso che si è tornati al 100% ci sono parametri sulle risorse che ci frenano, soprattutto al Sud. In questi anni un po' di concorsi li abbiamo portati a termine, però il gap a Pisticci di certo non è recuperato e per i progetti devo rivolgermi a strutture esterne con gare che, a loro volta, richiedono tempo e distolgono energie».

Sono arrivati i rinforzi del concorso per 2.800 posti riservati ai comuni del Sud?
«Aspettiamo due unità, ma non so i dettagli sui tempi.

Peraltro il concorso ha avuto non pochi intoppi. Lo so bene perché ho partecipato anche io al profilo giuridico».

Sindaca e candidata dipendente comunale. Perché con la sua esperienza non lo ha superato?
«La parte per titoli non favoriva i giovani. Comunque è importante che i concorsi siano fatti in modo centralizzato perché anche preparare un concorso richiede risorse: è un gatto che si morde la coda. Al Sud arrivano tanti fondi e altri ne arriveranno con il Pnrr ma stiamo sempre a inseguire scadenze senza avere le professionalità adatte per programmare».

Può fare un esempio concreto?
«A Pisticci dobbiamo preparare una gara d'appalto per la gestione dell'igiene urbana, tema per noi di grande rilievo anche per non perdere la bandiera Blu delle nostre spiagge, legata alla percentuale di raccolta differenziata, tuttavia nelle condizioni in cui siamo il solo modo per fare una gara complessa è lanciare prima una gara per cercare i professionisti in grado di scrivere correttamente il bando di gara vero e proprio».

Il problema non è che ogni sindaco è costretto a giocare da solo?
«Non è vero che giochiamo da soli. I sindaci sono molto solidali tra loro. Pisticci per esempio fa parte della rete di comuni della costa Ionica della Basilicata e facciamo squadra a prescindere dai colori politici».

Lei è l'unica donna sindaco della provincia di Matera, inoltre è una trentenne. Essere donna e giovane può rappresentare un vantaggio o un handicap?
«Un handicap assolutamente no. Non credo alle quote rosa e non ho avuto alcun problema con i miei colleghi. I riferimenti politici in questa regione sono quasi tutti maschili, per cui non bisogna sorprendersi di tanti sindaci maschi, soprattutto nei centri maggiori, ma posso dire per testimonianza diretta che non c'è nulla che impedisca a una donna di farsi valere. Quanto all'età, credo che a troppi giovani, uomini e donne, manchi il coraggio di accettare una sfida e non mi riferisco solo alla politica».

Cosa intende dire?
«L'ho visto con i miei occhi. A Pisticci siamo riusciti ad assumere, dopo anni, quaranta persone. Ebbene: molti miei coetanei non volevano neppure partecipare ai concorsi del Comune per scetticismo, pensando che tanto la politica è corrotta. Poi magari sono stati assunti. Ecco, credo ci sia bisogno di coraggio, di spinta a provare. Capisco che è difficile tornare a vivere nel proprio paese senza la certezza del lavoro ma stanno davvero nascendo tante opportunità. Occasioni che magari in passato non ci sono state ma che adesso ci sono e bisogna saper cogliere. Serve uno scatto d'orgoglio dei giovani lucani».

Come è nata la sua candidatura?
«Come tanti, ho studiato a Roma; però ero rientrata per fare l'avvocato. Mi sono sempre interessata alla cosa pubblica e così mi sono avvicinata al gruppo locale di M5s».

Durante quest'esperienza ci sono stati momenti frustranti?
«Certo. Quando non riesci a dare una risposta a bisogni dei cittadini, come per esempio far arrivare la corrente elettrica in una zona rurale. Non dipende dal sindaco, ma per chi vive in quel posto solo il sindaco può risolvere il suo problema. Proprio per questo, quando poi si riesce a completare qualcosa, è entusiasmante».

Per esempio?
«Siamo riusciti a realizzare i lavori di urbanizzazione in due strade della frazione di Marconi da sempre senza illuminazione, senza marciapiedi, senza nulla».

Abitazioni abusive condonate?
«No. Licenze regolari cui non erano mai seguiti i lavori indispensabili. Vedere un nonno piangere di gioia perché finalmente può portare fuori di casa il nipote disabile è stato toccante. Ma fa anche capire il livello di arretratezza in cui eravamo precipitati».

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