Giuseppe Conte pensa al suo partito: i big sono con lui, Di Maio e Di Battista prendono tempo

Giuseppe Conte pensa al suo partito: i big sono con lui, Di Maio e Di Battista prendono tempo
di Valentina Petrucci
Giovedì 1 Luglio 2021, 11:00 - Ultimo agg. 13:26
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«La strada è tracciata», ripetono autorevoli deputati grillini in queste ore. A tracciarla è stato proprio Beppe Grillo quando ha escluso definitivamente Giuseppe Conte dal futuro dei 5 stelle, accendendo una rivolta interna che potrebbe portare anche allo svuotamento del gruppo parlamentare. «Il Senato è una sorta di contea di Conte spiega una fonte interna di primo piano si sta pensando, in queste ore, anche di lasciare il gruppo in massa e iscriversi compatti al gruppo misto, in attesa che Giuseppe Conte sia pronto a tornare in politica con un suo partito».

Tra i senatori, dunque, nessuno si schiera con Beppe Grillo anche per la scelta, definita da tanti incomprensibile, di riproporre una votazione sull'archiviata piattaforma Rousseau.

Soltanto gli espulsi, i cosiddetti dibattistiani, potrebbero fiancheggiare il garante, Lezzi e Morra potrebbero anche decidere di candidarsi a far parte del nuovo comitato direttivo e potrebbero contare sull'appoggio di un nutrito gruppo di iscritti, delusi dalle ben note giravolte governiste degli ultimi anni. Lo stesso Di Battista, che al momento si trova all'estero, fa sapere però che finché il movimento appoggerà il governo Draghi, non ci saranno gli estremi per riaprire un dialogo con Grillo e valutare un suo rientro nel gruppo. 

Sul fronte della Camera, invece, la situazione è meno omogenea, in maggioranza è la fazione contiana, ma non mancano neanche i sostenitori del garante. Il gruppo è profondamente lacerato, al punto che una scissione sembra ormai l'unica via percorribile. «È evidente che si sia concluso un ciclo e, soprattutto nell'ultimo anno, le nostre vicissitudini interne hanno rallentato la nostra azione politica e non ci hanno fatto essere sufficientemente efficaci - scrive Simone Valente, deputato di lungo corso grillino e vicinissimo all'ex premier - condivido in pieno le parole di Giuseppe Conte, il movimento ha bisogno di una profonda ristrutturazione, giunti a questo punto, è assolutamente necessaria. Non significa rinnegare il passato bensì imparare dai nostri errori ed evolversi per migliorare la nostra capacità di incidere, a tutti i livelli istituzionali». Come Valente sono in tanti i big che si schierano con l'ex premier: Buffagni, Bonafede, Azzolina, Sibilia e Taverna che, dalla riunione in corso in Senato chiede di far votare subito lo statuto di Conte. Le parti di Grillo le prende invece Vincenzo Spadafora che, nell'assemblea alla Camera, fa un intervento durissimo nei confronti di Conte e della rifondazione del movimento incentrata tutta su se stesso. 

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All'appello dei big ne manca solo uno: Luigi Di Maio che non ha preso parte all'assemblea grillina ed è lontano sia da Conte che da quel garante con il quale non intrattiene più buoni rapporti. Sorprende, invece, che Laura Castelli vicinissima a Di Maio abbia commentato con gioia la decisione di Beppe Grillo. Le fa eco Federica Dieni, che si spende per le ragioni del garante. «Chi spera in un terzo mandato continuerà a sostenere Conte», spiega un deputato grillino, ma questa volta ci sono sorprese: anche tantissimi deputati al primo mandato che avevano riposto la speranza di un successo elettorale al fianco di Conte sono tentati dal lasciare il Movimento. «Adesso è arrivato il momento di valutare se sia il caso di restare ancora nel movimento. Senza un leader forte e un progetto, non c'è futuro politico», spiega una di loro. 

E in effetti il tentativo di tanti, tra deputati e senatori, è di persuadere Giuseppe Conte a non lasciare lo statuto nel cassetto e plasmare sullo stesso un nuovo gruppo. Sono in tanti pronti a seguirlo, la maggioranza anche alla Camera. Gli unici indecisi sono una ventina di deputati al primo mandato ed uno di loro ne spiega il motivo: «Non abbiamo letto lo statuto, né la carta dei valori, come possiamo dire chi abbia ragione e schierarci?». Resta l'enigma del presidente Fico, i suoi sono rimasti molto vicini al garante, ma lui non si è ancora espresso e non ha voluto prendere una posizione chiara.

È il caos nel Movimento 5 stelle, la spaccatura è insanabile, come raccontano in tanti tra gli eletti. E la scissione ci sarà, è questione di poco oramai.

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