Giuseppe Conte bocciato a Napoli, Movimento 5 Stelle nel caos: «Ma il leader resto io»

Giuseppe Conte bocciato a Napoli, Movimento 5 Stelle nel caos: «Ma il leader resto io»
di Valentino Di Giacomo
Martedì 8 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 16:27
5 Minuti di Lettura

«Emerge che la delibera assembleare di modifica dello statuto dell'Associazione Movimento 5 Stelle del 3 agosto 2021 è stata adottata in assenza del quorum richiesto. Vanno sospese le delibere con cui è stato modificato lo statuto e subito dopo nominata la neonata figura del presidente dell'Associazione». Poche parole, pronunciate in un'ordinanza del Tribunale di Napoli, per certificare che Giuseppe Conte non è più il presidente del Movimento 5 Stelle, la sua elezione è stata sospesa dopo un ricorso presentato nelle scorse settimane da alcuni attivisti grillini partenopei. Ora «l'avvocato del popolo» dovrà essere abile a maneggiare codici e codicilli per rimettersi a capo dei Cinquestelle, per ora la sua carica è congelata. Una bomba deflagrata sui già fragili equilibri interni dopo lo scontro ormai insanabile tra le truppe dei fedelissimi di Luigi Di Maio e dello stesso Conte.

I giudici della settima sezione civile (presidente Gian Piero Scoppa, giudice Eduardo Savarese, relatore Marco Pugliese) che hanno esaminato il ricorso dell'avvocato Lorenzo Borré non hanno emesso ancora una sentenza di merito (prevista per l'1 marzo), ma hanno intanto ritenuto di sospendere le modifiche dello statuto M5s: per i magistrati Conte è stato eletto senza il quorum necessario. Una decisione cautelare non più appellabile fino a quando non giungerà una sentenza definitiva. Gli attivisti Liliana Coppola, Renato Delle Donne e Steven Hutchinson (già celebre per aver partecipato ad un reality show) avevano presentato ricorso a nome di tanti altri grillini.

I provvedimenti impugnati sono stati sospesi per «gravi vizi nel processo decisionale», in primis l'esclusione dalla votazione di oltre un terzo degli iscritti. Sono - secondo il Tribunale - 81.839 gli esclusi. Per i giudici non si poteva fare. «L'illegittima esclusione dalla platea degli iscritti da meno di sei mesi - ha spiegato il Tribunale - ha determinato l'alterazione del quorum» nell'elezione a presidente di Conte. Se Angelino Alfano era tacciato di non avere il quid, Conte per i magistrati è senza quorum. E i magistrati spiegano i loro calcoli: «Tale delibera - viene esplicitato dai giudici - risulta adottata sulla base di un'assemblea formata da soli 113.894 iscritti (quelli da più di sei mesi) in luogo dei 195.387 associati iscritti a quella data». Esclusi quindi oltre 80mila iscritti, mentre hanno partecipato al voto per l'elezione di Conte «soli 60.940 associati che hanno partecipato all'assemblea, la cui delibera è stata poi approvata dall'87% di questi». Per i giudici «appare chiaro che l'assemblea non era correttamente costituita perché risulta che vi hanno partecipato un numero di iscritti inferiore a quello richiesto in prima convocazione. I 60.940 iscritti che vi hanno partecipato erano di numero inferiore alla metà più uno del totale degli iscritti all'associazione (che come visto era 195.387)». Ove il prossimo 1 marzo la sentenza di merito del Tribunale civile confermasse questa impostazione i vertici M5s potrebbero anche essere chiamati a risarcire i ricorrenti economicamente.

Video

L'entourage di Conte, intanto, prepara le contromosse sia sul versante legale - attraverso l'avvocato Francesco Astone - che politico. «La mia leadership - scrolla le spalle l'ex premier - si basa sulla profonda condivisione di principi e valori. È il legame politico, prima che giuridico, quindi non dipende dalle carte bollate». Per il legale di Conte «l'interpretazione del Tribunale contrasta la prassi e un indirizzo che mirava a scongiurare che la comunità fosse infiltrata da cordate organizzate ad hoc al fine di alterare le votazioni. Il provvedimento dispone la sola sospensione». Ma intanto Conte si prepara a lanciare una nuova votazione, ben sapendo che in questo momento il Movimento è una sorta di Vietnam e, a conferma della confusione, l'ex premier ha voluto prima incontrare nella sua abitazione romana il senatore Vito Crimi, ex capo politico reggente del Movimento (che qualche interpretazione vorrebbe far tornare in auge dopo la sospensiva), poi ha annunciato nuove consultazioni online per superare lo stallo. «A questa sospensione - ha spiegato a La 7 il presidente congelato cincischiando un «vedremo» sulla possibilità di concedere un terzo mandato ai parlamentari - si risponde con un bagno di democrazia. Erano già in programma delle modifiche dello statuto, si aggiungerà una ratifica da parte di tutti gli iscritti, anche quelli da meno di sei mesi, senza aspettare i tempi di un giudizio processuale». Resta da capire chi potrà prendere questa decisione essendo ormai l'M5s rimasto acefalo. Fa per questo rumore il silenzio di Di Maio e, ancor di più, del garante Grillo che sarebbe chiamato ad intervenire. In silenzio pure tutti i parlamentari. Gli unici a parlare gli attivisti dell'Associazione Rousseau che chiedono di indire un voto per una guida collegiale perché «Conte è andato a sbattere». Quell'associazione Rousseau, nata da Davide Casaleggio, che ieri Conte ha bollato come «un problema da risolvere». La partita, probabilmente, è solo all'inizio e il Movimento - originato prevalentemente dai gruppi napoletani - potrebbe finire proprio a Napoli, stavolta in un Tribunale. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA