Crisi di governo, Boschi: «Nessun veto sui nomi ma svolta sui contenuti»

Crisi di governo, Boschi: «Nessun veto sui nomi ma svolta sui contenuti»
Crisi di governo, Boschi: «Nessun veto sui nomi ma svolta sui contenuti»
di Barbara Jerkov
Mercoledì 27 Gennaio 2021, 08:00 - Ultimo agg. 11:01
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Sia sincera, presidente Boschi. Una settimana fa l’avrebbe immaginato che finiva così, con Conte dimesso e Iv di nuovo al centro delle trattative per la formazione di un nuovo governo?
«La posizione di Iv è semplice: noi siamo compatti a parlare di contenuti. Se oggi siamo centrali è perché parliamo di vaccini, di lavoro, di Recovery plan mentre altri chiedono incarichi. Chi mandava veline dicendo che ci saremmo divisi oggi dovrebbe prendere atto che l’aggressione contro Italia Viva è fallita». 

Conte ha detto in Senato parole molto dure su Renzi: quando sarà il vostro turno di salire al Quirinale, sarà il vostro turno di dire cose molto dure su Conte? Insomma, porrete una pregiudiziale sul suo nome?
«Non poniamo pregiudiziali sui nomi, a chiediamo una svolta sui contenuti.

La narrazione per cui tutto andava bene, l’Italia era un modello e il governo era il migliore del mondo non ci ha mai convinto. La crisi politica si è aperta ieri, la crisi sanitaria, economica, educativa è aperta da tempo. È tempo di fare un salto di qualità: basta chiacchiere, preoccupiamoci dell’Italia». 

C’è qualcosa che rimprovera al Pd per come ha gestito questa crisi? Anche dal Nazareno sono partite parole forti contro Italia Viva.
«Il Pd mi sembra più interessato a parlare di noi che non delle questioni che stiamo ponendo. Ho visto attacchi personali contro Renzi e contro i nostri parlamentari sinceramente inspiegabili. Ma questo non è il momento delle polemiche. E devo constatare che chi nel Pd ha passato la prima settimana a mettere veti su di noi oggi chiede il dialogo. Potenza della politica o forse soltanto dell’aritmetica».  

Ora i toni sono decisamente cambiati, ma visti i precedenti resta la diffidenza di Pd e M5S nei vostri confronti. Come pensa che si possa superare?
«Noi non vogliamo superare la diffidenza. Noi vogliamo superare la crisi sui vaccini, sulla scuola, sui posti di lavoro. La diffidenza è un problema caratteriale, i contenuti sono politica». 

Lei sarebbe disponibile ad entrare nel nuovo governo? 
«Quale governo, scusi? E comunque il punto non è chi fa il ministro, ma quali idee costituiscono il programma. Capisco che possa sembrare innaturale visto il suk ancora in corso al Senato, ma noi siamo l’unica forza politica che alle poltrone ha rinunciato».  

Ci sono punti di programma del futuro governo che indicherete come pregiudiziali per sostenerlo? 
«Non parlerei di pregiudiziali. Ma un tema decisivo è la gestione del debito pubblico. Siamo al 160% del Pil, le stime del 2021 sembrano inferiori alle attese, i progetti stentano a decollare, l’Unione Europea è preoccupata. Credo che la prima svolta sia nella capacità di attuare il Recovery plan. Sono rimasta sconvolta quando ho visto ministri che volevano approvarlo senza nemmeno averlo letto, spero che sia stato chiaro che Italia Viva ha salvato il Paese da una figuraccia internazionale. Sull’economia così non va». 

La giustizia è sempre stata un tema che ha visto Iv su posizioni assai diverse da quelle dei 5Stelle. Magari una pregiudiziale sarà che Bonafede non sia più Guardasigilli?
«Conosco Alfonso dai tempi dell’università. Non ho niente contro di lui. Ma che il governo si sia dimesso perché il ministro rischiava la bocciatura in Senato è un dato di fatto. Serve più garantismo e meno giustizialismo». 

Bruxelles ci guarda con grande preoccupazione. Prodi sul nostro giornale ha auspicato un esecutivo che, partendo da una maggioranza più larga di quella rosso-gialla, indichi una serie di punti programmatici più urgenti: dalla riduzione dei tempi della giustizia alla revisione del codice degli appalti. Una maggioranza Ursula, insomma, che parta dai contenuti. Potrebbe essere la strada giusta?
«Noi siamo favorevoli ma poi bisogna essere coerenti: in Europa Socialisti Popolari e liberali votano insieme. I grillini spesso no, come abbiamo visto anche la settimana scorsa a Strasburgo sulla struttura tecnica del Recovery: i Cinque Stelle si sono astenuti assieme a Salvini e Meloni. La strada è giusta, ma qualcuno deve dirlo ai grillini». 

È indubitabile che l’idea di staccare Forza Italia dalla destra sovranista sia suggestiva: è venuto il momento, per Berlusconi, di scegliere?
«Deve chiederlo al presidente Berlusconi, non a me. Per il momento prendo atto che la destra andrà al Quirinale con una delegazione unitaria. Mi sembra già una risposta». 

In Senato sta nascendo un nuovo gruppo dei responsabili. Vuol dire che Conte prova ancora a fare a meno di voi?
«Buon lavoro al nuovo gruppo, se mai si costituirà. Mi pare che non stia allargando la maggioranza ma tenendo insieme persone che hanno già votato sì alla fiducia, da Ciampolillo a Maria Rosaria Rossi. Quanto a Conte ha già provato a fare a meno di noi. Mi pare che non ci sia riuscito. Errare è umano, perseverare è semplicemente inutile». 

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